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Renzi alla conquista del Pd, patto con Letta fino a 2015

Renzi alla conquista del Pd, patto con Letta fino a 2015. REUTERS/Giorgio Perottino (Reuters)

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - Se Matteo Renzi otterrà, come indicano i sondaggi, la guida del Pd nelle primarie dell'8 dicembre, il governo di Enrico Letta continuerà almeno fino alla fine del 2014, sempre che non vi siano colpi di coda da parte del Pdl dell'ex premier Silvio Berlusconi. Ne sono convinti gli uomini di Letta, che dopo aver fatto la guerra meno di un anno fa, all'epoca delle primarie per il candidato premier del centrosinistra, al 38enne sindaco di Firenze - che viene dalla Margherita proprio come il 47enne Letta - ora sono passati in gran parte a sostenerlo. Ma anche quei lettiani che appoggiano come candidato segretario il principale concorrente di Renzi, l'ex Pci ed ex Ds Gianni Cuperlo, dicono che il Rottamatore sarà "leale", almeno fino alla fine del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, che dovrebbe coincidere anche con il varo delle riforme costituzionali a cui lavora il governo. "Nel caso di vittoria di Renzi non ci sarà nessuna ricaduta negativa per il governo, casomai una contaminazione positiva", dice a Reuters Guglielmo Vaccaro, 46 anni, deputato molto vicino a Letta, che alle primarie del Pd sosterrà però Cuperlo. La pensa allo stesso modo un altro lettiano di peso, Francesco Boccia, 45 anni, presidente della Commissione Bilancio, che sostiene la candidatura del sindaco di Firenze: "Più forte è il partito - e con Renzi lo sarà - e più forte sarà il governo e anche il ruolo del Parlamento". Secondo diversi sondaggi, Renzi è dato vincitore delle primarie con oltre il 60% dei voti, contro il 15-17% di Cuperlo. Boccia ricorda anche come sia stato lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a esigere dal Pd l'impegno a sostenere un governo di larghe intese per almeno 18 mesi, quando il partito gli chiese di restare al Quirinale per un nuovo mandato: "Dunque per tutto il Pd quella è una strada obbligata". Oggi Renzi, in un'intervista al "Corriere della Sera", ha detto: "A Enrico do volentieri una mano. La cronaca di questi sei mesi ha smentito chi mi accusava di cospirare. Continuo a non dare alcun alibi a chi mi accusa di voler criticare il governo per anticiparne la fine. Io non attacco il governo. Parlo di quel che serve all'Italia nei prossimi anni". E una fonte vicinissima al sindaco spiega a Reuters: "Matteo è leale al governo e la sua ricandidatura a sindaco di Firenze è la dimostrazione più evidente che per i prossimi anni ha altro da fare". Le elezioni comunali di Firenze si terranno nel 2014. LA SCONFITTA DI BERLUSCONI E L'ASCESA DI LETTA NEI SONDAGGI Nel corso di questi mesi Renzi ha criticato diverse volte il governo, accusandolo di essere poco produttivo, e nel giugno scorso, in un'altra intervista, aveva anche spiegato che con lui segretario del Pd l'esecutivo avrebbe potuto correre dei rischi. Queste dichiarazioni hanno alimentato l'idea che, come successo in passato, il dibattito interno al centrosinistra avrebbe influito sulla tenuta del governo. Nel 2007 quando l'esecutivo di centrosinistra cadde anche per effetto della leadership democratica di Walter Veltroni, entrato in competizione col premier Romano Prodi. Il sostegno pieno del Rottamatore al governo di Letta arriva, invece, dopo due eventi: la sua decisione, verso la fine dell'estate, di candidarsi alla guida del Pd dopo aver a lungo esitato e, soprattutto, la sconfitta di Berlusconi quando ha dovuto fare marcia indietro nella fiducia a Letta. L'ex premier, condannato in via definitiva per frode fiscale e a rischio di espulsione dal Senato per la legge Severino, avrebbe voluto far cadere l'esecutivo, reo di non volerlo salvare, ma il 2 ottobre scorso è stato costretto a votare la fiducia, temendo di perdere un vasto numero di parlamentari fedeli al vice premier Angelino Alfano e ai ministri Pdl. Quel voto di fiducia ha rafforzato Letta, secondo Roberto Weber di Ixé. "Letta sta sorprendendo nei sondaggi, ottiene un livello di fiducia molto alta, vista la situazione del governo di larghe intese", ha detto il sondaggista a Reuters. Nell'ultima rilevazione dell'istituto sulla fiducia nei leader politici, diffuso l'11 ottobre, Renzi raccoglieva il 50% dei consensi, Letta il 47%. "Letta si è rafforzato anche nel centrosinistra perché ha affrontato e in qualche modo sconfitto Berlusconi", è la lettura del senatore lettiano Francesco Russo, 44 anni, che sulle primarie Pd non ha preso ufficialmente posizione. Per Vaccaro il voto del 2 ottobre ha cambiato la storia politica italiana: "Quel voto ha depotenziato anche gli effetti negativi che il congresso del Pd poteva avere sul governo, con l'ascesa di Renzi". Il parlamentare Matteo Richetti, 39 anni, storico sostenitore del sindaco di Firenze, sottolinea come la maggioranza sia uscita dalla crisi sulla decadenza da senatore di Berlusconi dopo l'incontro tra i due a Palazzo Chigi del primo ottobre quando "Renzi ha dato un sostegno inequivocabile a Letta". Il giorno prima del voto di fiducia in Parlamento, Renzi aveva infatti pranzato col premier a Palazzo Chigi. Per molti, quella è la data che suggella definitivamente il "patto" tra i due giovani politici di estrazione cattolica, dopo un primo incontro a Firenze l'8 giugno. COLLABORAZIONE/COMPETIZIONE Il sindaco, che a fine 2012 ha perso dopo un aspro scontro con i maggiorenti del partito la corsa nelle primarie del Pd contro l'ex leader Pd Pier Luigi Bersani, oggi dice di non puntare per il momento a palazzo Chigi. Ma la fallimentare gestione Bersani durante e dopo la competizione elettorale ha catapultato definitivamente Renzi nella rosa dei candidati favoriti per la premiership. La personalità di Renzi, e le sue mosse, suggeriscono che il Rottamatore abbia scelto di conquistare il partito proprio allo scopo di avere basi più solide da cui ripartire per candidarsi successivamente a presidente del Consiglio. Il lettiano Vaccaro lo definisce "un grande competitore per la premiership". Il punto è se questa scelta lo farà scontrare o meno con Letta, che potrebbe nutrire la stessa ambizione. L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (un ex Ds), oggi presidente della commissione Lavoro della Camera e sostenitore di Cuperlo, ha detto che sosterrà Letta come prossimo candidato premier del centrosinistra suggerendo uno scontro diretto tra i due. Ma dall'entourage del premier - che nel 2007 corse come candidato segretario del Pd contro Veltroni, raccogliendo l'11% - per ora non è venuto nessun segnale in questo senso. C'è chi pensa invece, come il senatore Russo, che "la collaborazione/competizione tra due cavalli di razza" farebbe bene al Pd e all'Italia, e che sia Renzi che Letta non hanno intenzione di trasformarsi in epigoni di Massimo d'Alema e Veltroni, i due ex comunisti la cui lotta fratricida ha diviso la sinistra per quasi 20 anni. Per il sondaggista Weber "un ticket formato da Letta e Renzi sarebbe possibile. L'elettorato esprime per una grossa parte la ricerca di stabilità, rappresentata più dal premier, per un'altra quota importante la richiesta di cambiamento, rappresentata maggiormente dal sindaco". Ma è lo stesso Weber ad aggiungere che "se però il prezzo della stabilità assicurato dal governo di larghe intese, che di per sé è percepito come profondamente innaturale, dovesse essere ritenuto troppo alto dall'opinione pubblica, a questo punto scatterebbe la richiesta di cambiamento". Renzi pesca consensi in tutti gli schieramenti politici, oltre che ovviamente nel Pd: ma secondo un sondaggio Demos di metà settembre lo vorrebbe premier anche il 40% degli elettori del Movimento 5 stelle, che hanno scelto il gruppo di Beppe Grillo proprio alla ricerca di cambiamento rispetto all'asse Pd-Pdl. Nell'intervista di oggi il sindaco di Firenze ha detto: "Ho 38 anni e posso aspettare". Ma ha aggiunto: "E' l'Italia che non può aspettare", lasciando aperti gli interrogativi sul prossimo futuro. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia