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Renzi: Governo non lascia ma raddoppia dopo successo Europee

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - Dopo la netta vittoria elettorale del Pd alle elezioni europee, il governo accelererà sulla strada delle riforme ma non farà "campagna acquisti" in Parlamento, anche se si aspetta di avere nuovi consensi, ha detto oggi il premier Matteo Renzi ai dirigenti del suo partito. I democratici, se vogliono consolidare il 40% e passa del 25 maggio, devono essere il partito del lavoro e delle riforme, ha aggiunto Renzi. Il voto delle Europee per il presidente del Consiglio, che è anche numero uno dei democratici, è "un risultato che ci carica di incredibile responsabilità" che fa del Pd "il partito della nazione". "Abbiamo ricevuto un consenso che ci impone e ci chiama a cambiare il nostro paese in un modo forte e deciso e a cambiare l'Europa", ha detto Renzi aprendo i lavori della direzione Pd, trasmessi in streaming sul web. Ora dunque l'obiettivo del Pd è "combattere in Europa (contro la politica dell'austerity, ndr) e continuare il cambiamento in Italia". E Renzi ripete che tra gli obiettivi del cambiamento nella Ue c'è sempre quello, intanto, di portare fuori dalle restrizioni del vincolo deficit/Pil le spese per le infrastrutture e per la scuola. "E' maturo oggi il tempo per un ripensamento" delle politiche dell'Unione europea? "Lo vedremo nelle prossime settimane", dice il premier, che si appresta ad assumere dal primo luglio la carica di presidente di turno dei 28. "Il voto non è stato un referendum sul governo", dice ancora Renzi, ma comunque il governo è più forte, ora, e dunque il premier dice che bisogna "accelerare". "Nelle prossime ore, nei prossimi giorni non solo lasciare, ma raddoppiare", è l'indicazione, a partire dalle riforme istituzionali. RIFORME ISTITUZIONALI ENTRO L'ESTATE "Penso e credo che la riforma della Costituzione (con l'abolizione del Senato elettivo e del Cnel) riprenda rapidamente la sua corsa al Senato, e comunque entro l'estate dobbiamo chiudere il capitolo legge elettorale, ma non per andare a votare", assicura il leader, spiegando con un sorriso malizioso che "adesso agli altri è passata la voglia di andare a votare", con il brutto risultato di M5s e Forza Italia in particolare, ma anche con l'azzeramento alle Europee di Scelta civica e con il risultato dell'Ncd, che ha superato il 4% ma grazie all'accordo con l'Udc (i cui candidati hanno vinto la battaglia delle preferenze). Oltre alle riforme istituzionali, promette Renzi, si accelera anche su altre misure: dall'agricoltura, con un progetto che il ministro Maurizio Martina presenterà al prossimo Consiglio dei ministri, al terzo settore, dalla Pubblica amministrazione (il 13 giugno al Cdm), la delega fiscale, la giustizia. Ma "la madre di tutte le battaglie" resta la riforma del lavoro. Il decreto Poletti è "un primo momento di sintesi molto importante, ma ora bisogna andare avanti". "Sulla politica industriale e sulla ripartenza si gioca una parte della scommessa sui posti di lavoro, una parte sulla credibilità del paese e una parte sulla forza e fiducia", dice ancora Renzi, che chiede al Pd di essere "il partito del lavoro". Nel frattempo, il governo non vuole andare a caccia di voti per rafforzare la maggioranza, assicura il premier: "Nessuno di noi farà campagna acquisti in Parlamento, ma la disponibilità al dialogo e a riflettere nell'orizzonte del 2018 è fisiologica non perché lo vogliamo noi ma perché si sono verificate" circostanze come la "scomparsa di altri partiti". TORNA VOCAZIONE MAGGIORITARIA DEL PD Ma Renzi è anche il segretario del partito che il 25 maggio ha segnato un record percentuale con il 40,8%, superando ampiamente i sondaggi, recuperando l'orizzonte della "vocazione maggioritaria" auspicata dal primo segretario del Pd, Walter Veltroni. E dunque non può fare a meno di spronare i dirigenti a non adagiarsi e a non cadere nelle "miserie degli scontri interni". "Siamo il partito più votato in Europa... siamo il primo partito d'Europa", rivendica (primo in termini di voti, ma non di seggi al Parlamento europeo: il primato infatti va al blocco di centrodestra Cdu/Csu della cancelliera tedesca Angela Merkel). "Il 40% è un accidente della storia, un colpo di fortuna, o è un obiettivo stabile? Nessuno di noi probabilmente avrebbe immaginato che questa direzione si svolgesse partendo da questo risultato". "Oggi si tratta di definire se questo obiettivo lo vogliamo considerare come casa nostra e metterci la residenza o se vogliamo limitarci a vivere la soddisfazione del momento", avverte Renzi. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia