RES PUBLICA - Governo, ingorgo lavoro-Finanziaria poi riforme-Quirinale
di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Tratta o non tratta? I racconti dei quotidiani parlano oggi di un presidente del Consiglio pronto a dialogare con la minoranza interna del Pd sul Jobs act ma senza fare concessioni sui contenuti, rispetto al testo uscito dal Senato e agli ordini del giorno votati da palazzo Madama. Il dialogo è aperto, come conferma la riunione di questa sera del premier con i suoi gruppi parlamentari. Ma non si registrano passi avanti e la minoranza chiede cambi al testo, restrizioni alla delega per ora sufficientemente generica e aperta a tutto, una "delega in bianco" come accusano gli oppositori. I tempi parlamentari sono strettissimi perché alla Camera c'è anche la legge di Stabilità che avanza e che monopolizzerà presto il dibattito. Per il lavoro si deve quindi chiudere entro la prossima settimana o rinviare. Per Matteo Renzi si tratta di un piccolo ingorgo come, in prospettiva, sta diventando anche quello sulle riforme istituzionali ed elettorale. All'inizio del prossimo anno rischiano di sovrapporsi con la successione a Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica. Il rischio è che "sul cammino della legge elettorale si scarichino tutte le tensioni e gli inevitabili veleni della contesa per il Quirinale", come scrive Stefano Folli sul suo Punto che da oggi è trasmigrato dal Sole 24 Ore a Repubblica. Una perdita che il quotidiano confindustriale non rimpiazzerà, anzi coglie "l'occasione per chiudere il salotto e il suo racconto quotidiano di una politica che appartiene al passato", scrive il direttore Roberto Napolitano. Ma anche nella "nuova politica" gli intrecci sono spesso intricati e complicati da comprendere. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia