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RES PUBLICA - Le Regionali alla prova della crisi del sistema politico

Un uomo e una donna al voto in un seggio elettorale. REUTERS/Charles Platiau (Reuters)

ROMA (Reuters) - Alle elezioni Regionali del 31 maggio esponenti di centrodestra invitano a non votare il candidato del centrodestra ed esponenti di centrosinistra a non votare quello della loro parte politica. Sintomo di scontri interni alle varie fazioni in lotta, ma anche di disfacimento del sistema dei partiti. In una indagine Cmr Intesa Sanpaolo pubblicata oggi dalla Stampa il 52,6% degli interpellati non è in grado di individuare un soggetto politico al quale "sentirsi idealmente vicino" e il 75% ritiene che le tradizionali categorie di destra, centro e sinistra non siano più in grado di interpretare la realtà. Che alla fine solo il 57,3% degli intervistati si dica pronto a recarsi alle urne appare un dato fin troppo alto. Ieri entrambi i principali quotidiani italiani pubblicavano il loro editoriale sulla crisi del sistema dei partiti ed Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della sera ed Eugenio Scalfari sulla Repubblica cercavano nei secoli passati le radici della trasformazione in atto e i suoi motivi. In realtà il fenomeno era già stato analizzato con preveggente chiarezza da Pier Paolo Pasolini negli anni 1973-75 nei suoi Scritti corsari e, semmai, stupisce la lentezza con la quale i partiti hanno saputo interpretare i nuovi tempi. La divisione tra progressisti e conservatori va riempita oggi di contenuti e di programmi politici ed è questa la sfida alla quale chi si candida è chiamato a rispondere, togliendo spazio a populismi e avventuristici slogan. Un impegno al quale qualcuno dovrebbe cercare di rispondere anche in queste due settimane residue di campagna elettorale per le Regionali. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia