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RES PUBLICA - Le sliding doors del Senato salvano Renzi

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Toby Melville (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Il voto di Loris Orellana, il candidato che il Movimento 5 stelle contrappose a Pietro Grasso per la presidenza di palazzo Madama a inizio legislatura, ha salvato ieri Matteo Renzi dalla bocciatura della Nota di aggiornamento del Def in Senato. Sarebbe stato uno smacco per il governo, impegnato a spiegare alla Commissione Ue la correttezza dello slittamento di un altro anno del pareggio di bilancio, presentarsi all'appuntamento di Bruxelles senza nemmeno l'appoggio di un ramo del Parlamento italiano. La situazione dei vari gruppi in Senato è estremamente fluida, sintomo della confusione politica del momento. Questa volta il Pd si è ricompattato (con qualche assenza più o meno giustificata). Ma è nell'area di centro che si registrano smottamenti e assenza di poli aggreganti. Scelta civica e Popolari per l'Italia sono galassie informi, mentre si attende il nuovo gruppo formato dalla convergenza Ncd e Ucd e c'è un gran vai e vieni fra alfaniani, Forza Italia e autonomisti del Gal. Per assurdo, il gruppo più "solido" è il Pd, polarizzato da Renzi, malgrado le forti tensioni interne. Nel centrodestra si fatica a vedere chi potrà essere in prospettiva il nuovo polo aggregante e i grillini continuano a traballare in cerca d'identità, sospesi fra l'essere movimento politico con regole e leadership e movimento sociale antagonista. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia