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RES PUBLICA - Migranti contribuiscono a Pil, con investimenti e demografia

Migranti appena sbarcati da una nave della Marina nel porto siciliano di Augusta. REUTERS/Antonio Parrinello (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - In un periodo di vacche magre, persino l'emergenza dei migranti, che stanno premendo sulle frontiere meridionali e orientali europee e mettendo sotto pressione governi e istituzioni del vecchio continente, rappresenta una risorsa per la crescita. Il primo a dirlo senza remore è stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che in Parlamento ha detto che i maggiori investimenti per fronteggiare l'emergenza immigrazione incideranno positivamente sul Pil tedesco per uno 0,2%. Oggi, sul Corriere della sera, è Federico Fubini a provare a far di conto su quanto i maggiori investimenti incideranno sulla crescita italiana, rischiando la cifra di una incidenza positiva sul Pil dello 0,4% in zone dell'asfittico Sud dove più forte è l'incidenza dei centri di accoglienza, al netto della possibile chiusura del Cara di Mineo (che comunque dovrà essere sostituito). Ma c'è un altro fattore dell'immigrazione che impatta sul Pil, che già si fa sentire da qualche anno: la crescita demografica, che nel nostro Paese dopo avere avuto un saldo negativo negli anni scorsi è ancora vicina allo zero. A scuoterla un po' è la presenza sul territorio di immigrati, come rilevato anche dall'Istat negli ultimi anni. Più immigrati vuol dire più nascite, più nascite vuol dire più crescita. Un fattore che incide sull'economia più stabilmente di quello, si spera transitorio, degli investimenti per l'emergenza rifugiati. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia