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Riforme, da mercoledì Senato vota, pressing governo su Grasso

ROMA (Reuters) - Questa settimana il Senato comincia a votare sulla riforma costituzionale e il governo, che sulla carta conta a Palazzo Madama su una maggioranza stretta, fa pressione sul presidente Pietro Grasso perché tagli decine di milioni di emendamenti "seriali" presentati da Roberto Calderoli della Lega Nord. Mercoledì prossimo cominceranno le votazioni sul ddl Boschi, che prevede tra l'altro la riduzione del numero e dei poteri dei senatori, che verrebbero eletti dai consigli regionali. Il voto finale dovrebbe arrivare invece, secondo il calendario già fissato, il 13 ottobre, a ridosso della sessione di bilancio che inizia il 15. Mercoledì 30 settembre potrebbe esserci già un primo passaggio delicato: la richiesta del voto segreto su alcuni emendamenti all'articolo 1, quello che disciplina i poteri del Senato, ridotti dalla Camera rispetto al testo del governo. Nel frattempo, però, si attende una decisione di Grasso su due questioni essenziali, sia per i tempi dell'approvazione del testo che per il rischio che il governo vada sotto coi numeri. La prima riguarda i 75 milioni di emendamenti depositati dal'ex ministro Roberto Calderoli (erano 83 milioni, ma ne ha ritirati 8 milioni) su varie parti della legge, ma non ai primi 2 articoli. La seconda questione tocca l'ammissibilità delle modifiche sull'articolo 2 (quello sull'elezione dei senatori) già approvato in modo identico da Senato e Camera. "Ci auguriamo che nell'applicazione del regolamento il presidente Grasso impedisca che un singolo senatore possa bloccare il Senato", ha detto a Reuters il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti (Pd): "Sarebbe precedente gravissimo". "La nostra posizione è che siano accettabili solo gli emendamenti sottoscritti fisicamente", ha aggiunto escludendo in ogni caso il voto fiducia. Una fonte vicina a Grasso ha detto che il presidente deciderà articolo per articolo: bisognerà aspettare l'inizio delle votazioni sull'articolo 3 perché si pronunci sugli emendamenti "seriali" dei leghisti. Ma il governo vorrebbe anche che Grasso bocciasse tutti gli emendamenti sull'articolo 2. "L'intesa politica che Grasso auspicava è stata raggiunta", ha detto Pizzetti, accennando all'accordo tra maggioranza e minoranza Pd per consentire che i nuovi senatori vengano eletti dai cittadini con la stessa scheda con cui si votano i consigli regionali. (Massimiliano Di Giorgio) ((Redazione Roma, 06 +390685224380, fax +39068540860, massimiliano.digiorgio@thomsonreuters.com)) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia