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Riforme, Pd vuole stringere in Senato. Napolitano: necessario mediare

Un'immagine del Senato. REUTERS/Giampiero Sposito/Files (Reuters)

ROMA (Reuters) - La riforma del Senato, gravata dal peso di circa 8.000 emendamenti, procede al rallentatore in aula a Palazzo Madama, preoccupando il premier Matteo Renzi, mentre il Capo dello Stato torna a sollecitare "inevitabili mediazioni", perché, se prevalessero le contestazioni, l'ennesimo tentativo di superare il bicameralismo perfetto naufragherebbe. M5s e Sel stanno facendo ostruzionismo e nel secondo giorno di lavori in aula sul disegno di legge costituzionale si è fermi all'illustrazione degli emendamenti all'articolo 1. "Con questo ritmo il provvedimento non potrebbe essere completato nel suo esame nemmeno entro la fine dell'anno", ha detto il capogruppo del Pd Pierluigi Zanda, che ha chiesto una conferenza dei capigruppo per strappare dal presidente del Senato Pietro Grasso un contingentamento dei tempi. Ma la natura del ddl costituzionale non ha permesso misure restrittive e la capigruppo ha deciso tempi serrati di esame che andranno ogni giorno dalle 9,30 di mattina alle 24, compresi i sabati e le domeniche in modo da concludere l'esame comunque prima della pausa estiva. Mostra nervosismo anche Renzi, che oggi, dopo la presentazione a Palazzo Chigi di un piano di investimenti pubblico-privati destinati prevalentemente al Sud, ha twittato: "Mentre loro fanno ostruzionismo per provare a bloccare il cambiamento, noi ci occupiamo di posti di lavoro". Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo intervento alla cerimonia del Ventaglio davanti alla stampa parlamentare, ha però sottolineato che la riforma della Costituzione - che riduce il Senato a camera delle autonomie senza legame di fiducia con il governo - non è il frutto di improvvisazione e di fretta e ha rivolto un "fermo appello a superare un'estremizzazione dei contrasti" e "cercare intese anche attraverso inevitabili mediazioni", per arrivare al voto del Senato nei tempi programmati, cioè prima della pausa estiva. Secondo una fonte del Pd è in corso una trattatica con Sel per accogliere alcuni loro emendamenti in cambio della rinuncia all'ostruzionismo. "POI RIFORMARE LA GIUSTIZIA"... E NAPOLITANO CITA BERLUSCONI Tra le riforme che dovranno accompagnare quella del Senato, Napolitano ha menzionato nell'ordine la nuova legge elettorale - che potrà ricevere "significative modifiche" al testo approvato in prima lettura dalla Camera - e la riforma della giustizia. Su quest'ultima, il Capo dello Stato ha citato, pur senza nominarlo, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che, commentando la sua assoluzione in Appello nel processo Ruby, ha detto di apprezzare "l'equilibrio e il rigore ammirevoli" di gran parte della magistratura. Proprio il riconoscimento di queste doti alle toghe da parte dell'uomo che per 20 anni ha combattuto una guerra in Parlamento e in tribunale contro i magistrati è per Napolitano una delle condizioni che potrebbero "condurre a conclusione" la riforma della giustizia, la cui lentezza è unanimamente riconosciuta come una delle cause di scarsa competitività dell'Italia. (Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia