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Riforme, Renzi corre, ma difficile che Parlamento tenga il passo

di Roberto Landucci ROMA (Reuters) - Sulle riforme istituzionali bisogna rimettersi in moto e correre, dice il premier Matteo Renzi rinvigorito dal trionfo elettorale, ma non è certo che il Parlamento riesca a mantenere il suo passo e centrare tutte le scadenze previste nel Def. Il Partito democratico punta ora ad ottenere il primo sì parlamentare alla riforma che ridimensiona il Senato e toglie poteri alle Regioni entro il primo luglio, quando l'Italia assumerà la presidenza di turno della Ue. "L'obiettivo è l'1 luglio, ma ogni previsione potrebbe essere smentita già domani", ha detto Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, dove il disegno di legge costituzionale è ancora ai blocchi di partenza. La stessa Finocchiaro ha annunciato che i termini per gli emendamenti al ddl slittano di una giornata alla sera di giovedì 29 maggio, per dare tempo ai partiti di tirare il fiato dopo le Europee. La commissione quindi inizierà a lavorare sul testo non prima della prossima settimana. Renzi era stato ieri un po' più ottimista: "Sulle riforme siamo a un passo dalla soluzione: la commissione ha finito il termine per gli emendamenti e da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre. Bisogna superare il bicameralismo perfetto", aveva detto intervistato da Porta a Porta su RaiUno. Lo stesso premier si è detto sicuro che il successo elettorale del suo partito gli fornirà lo slancio per accelerare sulle riforme istituzionali e del lavoro, per mostrare alla Ue che l'Italia è uscita dall'astenia e ha l'autorevolezza per influenzare la politica economica comune. In corso di approvazione sono la nuova legge elettorale, che ha ricevuto il primo sì alla Camera nel marzo scorso, e la riforma del Senato che cancella il bicameralismo perfetto. Entrambe le riforme erano state contrattate da Renzi con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in campagna elettorale ha tenuto un atteggiamento ondivago verso le due creature. Il Programma nazionale di riforma, contenuto nel Def, dava grande risalto alle due riforme e delle scadenze: per la legge elettorale l'approvazione definitiva è prevista entro settembre 2014; per la riforma costituzionale del Senato, che richiede il doppio voto di ciascuna Camera, si prevede un primo giro di approvazione Camera-Senato entro il settembre 2014 e l'approvazione finale entro dicembre 2015. "Penso che il Senato riuscirà ad approvare in prima lettura la riforma costituzionale entro l'estate, come da ultimo ha detto anche [il ministro delle Riforme Maria Elena] Boschi", ha spiegato oggi una fonte governativa. "Ma non penso che ce la farà proprio per l'1 luglio". "Entro la fine del 2014 potremmo al massimo vedere completato il primo giro di approvazione di Senato e Camera e puntare nel 2015 alla seconda lettura con l'approvazione definitiva", ha aggiunto la fonte. Il ddl costituzionale del governo prevede che sia solo la Camera dei deputati ad esercitare la piena funzione legislativa, la sola a votare la legge di bilancio e ad avere un rapporto esclusivo di fiducia con il governo. "Posto che c'è l'accordo tra maggioranza e Forza Italia sul nocciolo della riforma, cioè che il nuovo Senato non voterà più la fiducia al governo, tutti i nodi finora emersi, dalle procedure di nomina dei senatori alle loro future competenze, sono risolvibili", ha detto la fonte. La riforma costituzionale mantiene in stand by in Senato la nuova legge elettorale - l'Italicum, frutto dell'accordo Renzi-Berlusconi dell'inverno scorso - che dovrebbe dare un solido fondamento all'alternanza di governo tra sinistra e destra. La Camera ha dato il suo ok ad un testo che prevede l'assegnazione dei seggi alla Camera sulla base di piccole liste bloccate, soglie di sbarramento per ogni partito (il 4,5% se in coalizione, l'8% se da solo) e l'assegnazione di un premio di maggioranza alla coalizione che abbia raggiunto il 37% dei voti al primo turno, altrimenti scatta il ballottaggio tra le prime due coalizioni. "Dopo le Europee non vedo grandi ostacoli all'approvazione della legge, anche se Forza Italia potrebbe chiedere di alzare ancora la soglia per l'assegnazione del premio al primo turno", ha detto una fonte del Pd. "Ma non me la sentirei di scommettere sull'ok definitivo entro settembre. Mi accontenteri di vedere una nuova legge per la fine del 2014", ha detto una fonte del Pd. ((Redazione Roma, Reutersitaly@thomsonreuters.com, +390685224395, Reuters.messaging: roberto.landucci.thomsonreuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia