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Riforme, Senato legittima "canguro", Renzi: "Avanti ad ogni costo"

Un'immagine dell'aula del Senato durante una seduta. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

di Roberto Landucci ROMA (Reuters) - Prosegue il muro contro muro tra maggioranza e opposizione a Palazzo Madama sul disegno di legge che modifica il Senato, diventato ormai un simbolo dello sforzo riformatore del premier Matteo Renzi, tra dispute sul regolamento e votazione di emendamenti. Ma Renzi è tornato oggi a ribadire il suo impegno a fare le riforme istituzionali "costi quel che costi". Stamattina l'attenzione si è spostata sul cosiddetto "canguro" - una interpretazione del regolamento secondo cui la bocciatura di un emendamento fa automaticamente cadere tutti quelli di contenuto simile. E' un espediente per sfoltire le votazioni e superare l'ostruzionismo. Grazie al "canguro" sono stati eliminati al termine della seduta di ieri 1.400 emendamenti, un'altra quarantina con le votazioni di questo pomeriggio, dove la maggioranza favorevole alla riforma, allargata a Forza Italia, non è mai andata sotto, nonostante la presenza all'interno di Pd e Fi di alcuni "dissidenti". Ma i lavori proseguiranno fino a mezzanotte e sono attesi anche dei voti segreti. Il presidente del Senato Piero Grasso ha sospeso oggi la seduta e ha riunito la Giunta del regolamento che, dopo tre ore di discussione, ha accertato, a maggioranza di 10 voti a 4, che "il canguro si può fare", come ha detto all'uscita il senatore del Pd Francesco Russo. "E' stato calcolato che con questo sistema si taglia il 40% circa dei 7.850 emendamenti depositati. Questo vuol dire che al voto ce ne sono comunque oltre 4.700", ha detto un portavoce di Palazzo Madama. SI ALLONTANA OBIETTIVO DELL'8 AGOSTO Nnostante le scorciatoie e i tempi di dibattito contingentati è molto improbabile che il disegno di legge arrivi al voto finale dell'aula - il primo di almeno quattro passaggi parlamentari - entro l'8 agosto, ultimo deadline fissato da Renzi. Il premier si è speso molto nell'annunciare prima e modificare poi il suo "cronoprogramma" sulle riforme; dapprima a maggio, poi a giugno subito dopo le elezioni europee, infine luglio-agosto. Un ulteriore slittamento potrebbe pesare sulla credibilità del governo e indurre i renziani a rilanciare il tema del voto anticipato forti del 40% ottenuto alle europee. "L'8 agosto chiude il Senato (per la pausa estiva) ma non si chiuderà sul ddl. Potrebbe essere già un buon risultato aver votato i primi due articoli, quelli su funzioni e composizione del nuovo Senato", ha detto una fonte politica del Pd. Il governo vorrebbe che i senatori rinunciassero alle ferie per proseguire con il voto ad oltranza, ma questa opzione non è stata ancora valutata dalla presidenza di Palazzo Madama. "E' escluso che ce la facciano per l'8 agosto", ha detto una fonte di Sel, dato che prima della pausa estiva l'aula di Palazzo Madama è chiamata ad approvare anche tre decreti legge in scadenza. "Politicamente sarà rilevante vedere se arriveremo all'8 agosto con poche decine di emendamenti da votare o se l'ostruzionismo riuscirà a farne rimanere sul tavolo qualche migliaio. In questo caso Renzi potrebbe essere tentato di far saltare il banco e chiedere al Quirinale elezioni anticipate". "RIFORME NON SONO CAPRICCIO DI UN PREMIER AUTORITARIO" Renzi ha liquidato su Facebook le proteste alla riforma che declassa il Senato a Camera composta da consiglieri regionali e sindaci, senza il potere di dare la fiducia al governo e di fare le leggi al pari della Camera dei deputati, come "una sceneggiata" di alcuni senatori "che hanno paura di perdere la poltrona". I grillini e la sinistra attaccano la riforma perché "autoritaria", mentre per si tratta di rendere più efficienti i processi decisionali della politica. "Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario", ha commentato oggi Renzi sulla sua newsletter E-News. E dopo avere ringraziato i senatori del Pd per il loro "senso delle istituzioni" dimostrato nel fronteggiare l'ostruzionismo in Senato, ribadisce la promessa agli italiani: "Approveremo la riforma in prima lettura nonostante le urla e gli insulti di queste ore... Costi quel che costi". Questa volta, però, il premier non si sbilancia sul quando. - Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia