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Il rimbalzo del CAD perderà slancio

Vendere CAD

di Peter Rosenstreich

La riunione di ieri della Banca del Canada (BoC) è stata considerata leggermente meno accomodante del previsto, fornendo al CAD una bella spinta. Come ampiamente previsto, la BoC ha mantenuto i tassi invariati allo 0,5%, rivedendo al ribasso le prospettive economiche di breve termine, perché gli incendi hanno obbligato alla chiusura di vari progetti per l’estrazione di sabbie bituminose. La valutazione preliminare della banca centrale, secondo cui gli incendi taglieranno l’1,25% dal PIL reale (considerando la debolezza dei dati complessivi), spedirà probabilmente le previsioni per la crescita del T2 in territorio negativo. È logico, tuttavia, che la banca consideri l’interruzione come una difficoltà temporanea, quindi le prospettive complete su economia e inflazione saranno fornite nel prossimo rapporto di politica monetaria previsto per il 13 luglio. I mercati sono balzati sul comunicato in cui i banchieri indicano che la crescita rimbalzerà nel terzo trimestre, poiché “riprenderà la produzione di petrolio e comincerà la ricostruzione”. Inoltre, la banca ha sottolineato che nel mercato immobiliare ci sono “forti divergenze regionali” e che sono aumentati “i nuclei familiari vulnerabili”. Secondo noi, si è trattato di un comunicato accomodante, è stato eliminato qualsiasi riferimento al rafforzamento delle esportazioni e agli adeguamenti strutturali “disomogenei” allo shock petrolifero. Sospettiamo che la debolezza economica perdurerà, perché la ripresa dei prezzi del petrolio sta diminuendo e i venti contrari a livello globale fanno emergere la debolezza del Canada, dovuta alla sua dipendenza dalle materie prime.

Prevediamo che l’inflazione (IPC (Francoforte: IPEN.F - notizie) ) scenderà dall’attuale livello all’1,7% a/a, mancando decisamente l’obiettivo della BoC al 2,0%. Le deboli prospettive sulla crescita e i timori di deflazione dovrebbero sostenere l’impostazione accomodante della banca. Il Canada è fortemente esposto alla divergenza della politica monetaria con la Fed. Vediamo nei cali dell’USD/CAD un’opportunità per ricaricare i lunghi in USD/CAD.

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In Russia cresce il momentum positivo

di Yann Quelenn

Stando a un sondaggio condotto di recente fra 37 economisti, nel 2016 l’economia russa dovrebbe contrarsi dell’1%, a fronte del 2% previsto in precedenza. Il recente rimbalzo del petrolio sta indubbiamente aiutando il paese, che dipende molto da questa materia prima. Un barile di Brent supera al momento i 50 dollari al barile, livello massimo da 7 mesi.

Dal sondaggio emerge anche che l’inflazione dovrebbe rimanere elevata, intorno all’8% a/a. Dall’inizio dell’anno è aumentata la crescita delle retribuzioni nominali, fattore che esercita ulteriori pressioni rialziste sulla spesa dei consumatori. Crediamo che ciò sia un effetto diretto del rublo molto debole, ma una ripresa della divisa russa dovrebbe far indebolire la crescita delle retribuzioni nominali. Crediamo, inoltre, che la banca centrale russa potrebbe intervenire se il rublo si apprezzerà troppo, allo scopo di evitare effetti negativi sul PIL.

Nelle prossime ore la Russia renderà note le cifre sulle riserve di oro e valuta straniera per la settimana conclusasi il 20 maggio. L’obiettivo della Russia, ovvero il raggiungimento di 500 miliardi di USD, si sta avvicinando; attualmente le riserve ammontano a 390 mld di USD. La Russia mira a rimuovere il dollaro, per quanto possibile, dai suoi scambi internazionali per ottenere maggiore credibilità. Ciò permetterebbe alla Russia anche di avere un certo grado di protezione contro le incertezze globali.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online