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Roaming, quali sono i risultati dello stop ai sovrapprezzi in Ue

A un anno dalla fine dei costi del roaming il Parlamento europeo fa il punto (Getty)
A un anno dalla fine dei costi del roaming il Parlamento europeo fa il punto (Getty)

Viaggiare in Europa e telefonare come se fossimo in Italia. A un anno dalla fine dei costi del roaming il Parlamento europeo fa il punto. Molti più europei chiamano e navigano all’estero ma qualche problema ancora rimane.

Più di un anno dopo

Dal 15 giugno 2017 l’Unione europea ha sancito la fine dei costi aggiuntivi per il roaming quando si parla e naviga fuori dai confini nazionali. Per l’occasione il Parlamento europeo ha deciso di fare il punto sugli effetti per i cittadini.

I risultati

Il traffico dati all’estero è aumentato del 360 per cento nel terzo trimestre del 2017 rispetto al secondo e del 257 per cento se guardiano al traffico voce. In termini assoluti non parliamo in realtà di grossi numeri, visto che si è passati dagli 8.8 minuti di traffico voce del terzo trimestre del 2016 ai 14.23 minuti dello stesso periodo del 2017.

L’informazione

Buona parte dei cittadini, però, non era a conoscenza della fine dei costi roaming con il nuovo regolamento. Il Parlamento Ue caldeggia una campagna informativa sul tema, anche a più di un anno di distanza. Nel sondaggio dell’Eurobarometro, di maggio 2018, a quasi un anno dall’entrata in vigore del nuovo regime, solo il 62 per cento degli intervistati ne era a conoscenza.

Come funzionava prima

Prima chi si spostava dall’Italia doveva pagare per telefonare o utilizzare il proprio smartphone all’estero. Negli anni scorsi i ricavi delle compagnie per il roaming venivano utilizzati per abbassare le tariffe del traffico nazionale. La Commissione europea iniziò nel 2007 ad adottare i primi regolamenti sul roaming che hanno gradualmente abbassato questi costi, fino ad azzerarli nel giugno 2017.

I problemi non ancora risolti

Tra i problemi si segnala quello dello sviluppo delle nuove tecnologie come IoT (internet of things) e M2M (machine to machine), ovvero la connessione tra cose e macchine. L’arrivo del 5G lancia una nuova sfida tecnologica da cogliere a livello europeo per non frenare il cambiamento tech.

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