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Salvare i risparmi con il tasso variabile

Le banche offrono ai clienti, nel caso di accensione di un mutuo, il tasso variabile giocando sul fatto che i tassi sono negativi e senza specificare che, per tutta la durata 20-30ennale del mutuo, potrebbero salire molto anche momentaneamente rendendo le rate alte e forse insostenibili; il tasso fisso è più oneroso nel presente ma è una garanzia per il futuro, soprattutto nel contesto attuale di mercato, quindi preferibile dal contraente se la rata risultasse sostenibile come spesa mensile senza troppi sacrifici. Ribaltando il ragionamento da mutuatario ad investitore: oggi conviene investire in tassi variabili. Come? Sottoscrivendo obbligazioni o btp indicizzati all’inflazione? No, perché i tassi potrebbero salire mentre l’inflazione no, come successo nell’autunno 2011. I tassi di interesse riflettono le aspettative sui prezzi (inflazione) e le aspettative sul merito creditizio (rating), quindi si muovono seguendo due variabili dove una può prevalere sull’altra. Lo Stato italiano ha emesso btp indicizzati all’inflazione sapendo che l’inflazione rimarrà bassa per lungo tempo ed illudendo l’investitore con il miraggio di un alto tasso variabile in futuro. Ecco soluzioni alternative che però vano bene valutate considerando eventuali costi di sottoscrizione/gestione, valutazioni fiscali, rischio emittente.

  1. CCT del Tesoro con Isin IT0005218968 e scadenza nel 2024 e cedola semestrale indicizzato all’euribor a 6 mesi + uno spread pari allo 0,75%. L’euribor è il tasso di interesse medio interbancario europeo e può salire in caso di difficoltà macro come nel caso italiano nel 2011

Obbligazione CDP (Cassa Depositi e Prestiti) con Isin IT0005090995 e scadenza 2022 e cedola trimestrale indicizzata all’euribor 3 mesi + spread dello 0,50%. Obbligazione quotata sul Mot. Rating emittente BBB Bei-Tv 16ap25 con Isin XS0502603136 e scadenza nel 2025 cedola semestrale indicizzata all’euribor 6 mesi. Rating emittente AAA Etf Barclays Scudo Gn19 Eur 9y Floating Rate con Isin IT0006715400 e scadenza 2019 con cedola mensile con tasso euribor 3 mesi + spread dello 0,75% e minimo garantito del 3% annuo. Quotata su Mot

Fondamentale ricordarsi, tranne il caso dell’Etf che non ha scadenza, il prezzo di acquisto dello strumento che viene rimborsato a scadenza al valore nominale di 100. L’euribor a 6 mesi è sceso dai massimi del 7% circa a metà anni ’90 fino ai tassi zero di oggi; per chi ha aspettative al rialzo dei tassi nei prossimi anni è il momento migliore per comprare, a basso prezzo, strumenti a tasso variabile che potrebbero dare cedole alte in futuro grazie o all’aumento dell’inflazione o grazie ad un costo maggiore del denaro sul canale interbancario (con probabile peggioramento creditizio del sistema Euroapa) oppure un mix di entrambi.

Autore: Guido Gennaccari Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online