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Sardine, successo e contraddizioni di un movimento

Le Sardine a Roma (REUTERS/Yara Nardi)
Le Sardine a Roma (REUTERS/Yara Nardi)

Hanno riempito più di 100 piazze italiane per dire no a ogni forma di violenza nella pratica politica, all'utilizzo dell'insulto, delle fake news e del populismo come mezzi per raccogliere consensi e schiacciare gli avversari. Sabato in piazza San Giovanni a Roma, gli organizzatori hanno parlato di oltre 100 mila presenze (un terzo circa per la questura), risultati obiettivamente rilevanti per un movimento nato spontaneamente circa un mese fa e che si è subito dichiarato antifascista, antirazzista, europeista e in profonda antitesi con Matteo Salvini.

A fronte dell'innegabile successo, il movimento fondato dal 32enne Mattia Santori sta tuttavia ora affrontando le prime inevitabili contraddizioni.

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Paolo Frosina su "Il fatto quotidiano"
fa presente, per esempio, come non sia seguito un vero e proprio dibattito politico interno al movimento a proposito del manifesto finale delle Sardine pubblicato sulla sua pagina Facebook e che un certo malumore stia maturando nella pancia della nuova formazione.

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Esposti proprio in occasione della manifestazione di Roma, i "sei punti" presentano in effetti una sola concreta richiesta al governo, l'abrogazione del decreto sicurezza. Per il resto, si tratta di valori e richieste poste alla classe politica (dalla necessità di riportare la comunicazione politica al di fuori dei social a quella di abbassarne i toni, dalla richiesta ai ministro di comunicare solamente nei canali istituzionali, fino all'invito per chi viene eletto di andare "nelle sedi istituzionali a lavorare"), e ai professionisti dell'informazione ("Il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti").

La riunione nazionale dei rappresentanti del movimento è avvenuta domenica a Roma a porte chiuse in uno stabile occupato, lo Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme. Dei contenuti del congresso non è trapelato molto, se non un post in cui si parla di "dialogo" e della volontà di essere un'alternativa "al sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice". "Continueremo a difendere la complessità. E lo faremo in maniera semplice, gratuita, creativa", si legge sul post pubblicato su Faccebook da 6000 sardine.

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Ma questa unità di intenti fra le Sardine è messa in dubbio da Frosina che descrive un clima pesante durante il congresso di Roma. "Nessuno, per timore di rovinare il clima, - si legge sul 'Fatto' - è entrato in polemica diretta con la leadership. Ma quando Santori impone a tutti (meno che a se stesso, giovedì sarà a Piazzapulita) di evitare le interviste ('chi va in tv senza dire nulla può uscire dal gruppo e prendere la sua strada'), nelle chat delle Sardine qualcuno ha iniziato a sfogarsi".

Insomma, se le Sardine continuano ad affermare di non voler diventare un partito e che continueranno a far sentire la loro voce soltanto nelle piazze, anche il movimento non sembra esente da problemi e contraddizioni. Insofferenza sarebbe stata fra l'altro manifestata da qualcuno nei confronti di Santori accusato di essersi montato la testa e agire da "capetto".

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Fra slanci e buoni propositi, scollamenti e malumori, si sta compiendo la complicata gestazione di questo nuovo movimento che nel bene e nel male sta disorientando la scena politica italiana. Intanto gli esponenti dei diversi partiti cercano di capire quale può essere il modo più proficuo per interfacciarsi o distanziarsi con le inevitabilmente "sguscianti" Sardine.

Beppe Grillo ha espresso un certo apprezzamento nei confronti del movimento, per certi versi simile al M5S degli esordi (anche se lui lo nega). "Sono un movimento igienico sanitario e vogliono un po' di pulizia", ha detto il comico genovese che ha paragonato le Sardine a dei tennisti, che gareggiano con modi e toni differenti in un'Italia dove "troppi vivono in un mondo di rugbisti, nel fango, sporchi e violenti".

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Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti le Sardine sono una "immensa risorsa per la democrazia italiana", mentre per il vicesegretario Andrea Orlando "il Pd non deve avere l'ansia di mettere il cappello o egemonizzare le Sardine. Bisogna vedere se questo movimento amplia il fronte antisovranista, ma ha un ruolo benefico, esercita una azione di lobby sulla politica. Ora anche Salvini, che si sentiva padrone della piazza, ha capito che non si puo' basare tutto sul terrore, da imprenditore della paura, perché questo alla fine provoca una forte reazione".

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Matteo Salvini, dopo i post sui gatti mangia-sardine, ha risposto così a Mario Giordano che durante "Fuori dal Coro" su Rete4 gli ha chiesto se sarebbe uscito a cena con Greta Thunberg, il leader delle sardine Mattia Santori e Carola Rackete: "Uscirei a cena con Greta, - ha detto il leader leghista - per parlare di ambiente e di futuro, una cosa che sta molto a cuore ai nostri giovani. Gli altri due me li risparmio volentieri".

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