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Sulla scia di una perdita di fiducia: i movimenti dell'oro

In questo ultimo periodo l'oro ha destato molte preoccupazione nelle cosiddette mani deboli. Il calo di prezzo verticale ha sollevato molte domanda nella mente di coloro che hanno puntato parte dei loro risparmi nel metallo giallo. Ma cosa sta accadendo all'economia mondiale? Le banche centrali hanno finalmente portato la proverbiale crescita economica di cui si sono fatte tanto fautrici attraverso le loro politiche straordinarie? In questo articolo andremo a sviscerare tutti i movimenti che si sono susseguiti negli ultimi tempi nel mercato dell'oro e negli altri mercati degli asset. Innanzitutto bisogna sottolineare che il prezzo spot dell'oro che si vede sui monitor è scollegato dal valore reale di prezzo dell'oro fisico. Infatti suddetto prezzo comprende sia l'oro di carta che l'oro fisico. In questo modo ogni qual volta il paper market dell'oro subisce sell-off selvaggi, ciò si ripercuote anche sul prezzo di quello fisico, trascinandolo a fondo. E infatti possiamo notare come siano i contratti cartacei legati all'oro che hanno subito vendite selvagge nell'ultimo tempo.

Mentre il dollaro continua la sua ascesa, le posizioni long detenute attraverso gli ETF hanno visto una drammatica riduzione. E non è un caso se c'è una correlazione tra quello che sta accadendo ora e quello che accadeva nel 2013 quando Bernanke, dopo aver ristretto la politica monetaria della FED a maggio parlando del cosiddetto tapering, si apprestava a ritardare suddetta misura. L'ora dapprima sprofondò toccando la soglia dei $1,200 e poi sperimentò un nuovo rally.

La settimana prossima, infatti, il Consiglio della Federal Reserve si riunirà per prendere una decisione importante sulla politica dei tassi d'interesse. Si profila il tanto sbandierato rialzo dei tassi d'interesse, e con esso un inevitabile aumento del costo di carry che sin dall'inizio delle politiche monetarie allentate delle banche centrali ha tenuto in vita artificialmente investitori istituzionali decotti. In virtù di flash crash dovuti a smobilitazioni di posizioni azionarie o obbligazionarie, abbiamo visto come una risi di liquidità potrebbe mandare in bancarotta parecchi player. Quindi la scelta del dollaro come protezione principale in caso d'incertezza il prossimo 14 dicembre, è la soluzione di breve termine adottata dalla maggior parte dei trader per schermare i bilanci.

Non solo, anche la Cina sta smobilitando lentamente la sua pila di buoni del Tesoro USA e sta accumulando dollari. Il motivo è duplice: deprezzare la propria valuta nei confronti del dollaro senza arroventare la stampante monetaria e, di conseguenza, controllare la fuga di capitali dal paese. In questo modo si tenta di mantenere un ambiente economico espansivo senza passare per forza dalla stampante della PBOC. È così che vengono combattute le guerre, attraverso una guerra tra valute. Ma allo stesso tempo la Cina sta tentando di creare un cuscinetto morbido quando le varie bolle sul suolo cinese scoppieranno. Infatti sin dal 2009 la strategia della Cina è stata quella di accumulare oro fisico e sin da allora i suoi possedimenti ufficiali sono aumentati del 60%.

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Non è qualcosa fatto in modo casuale. C'è un motivo per cui la Cina, ad esempio, è diventata un compratore netto d'oro fisico. Infatti il Dragone Rosso vuole spodestare dal trono di valuta di riserva mondiale il dollaro, e per farlo deve guadagnare affidabilità agli occhi degli investitori del mondo. Questo l'ha condotta ad iniziare a saziare la sua fame di credibilità attraverso acquisti crescenti di metallo giallo. Inoltre, dal 30 settembre scorso, lo yuan è stato inserito nel paniere di valute del FMI, ovvero, i Diritti Speciali di Prelievo. Non è sua intenzione riportare in auge un gold standard. Il keynesismo ancora è la religione ufficiale all'interno delle sale accademiche e all'interno della "popolazione" delle banche centrali. Questo vuol dire che, sebbene l'oro non sia trattato come denaro (nonostante lo sia), esso viene conservato perché ha un ruolo importante all'interno dell'ambiente economico. È per questo che Bernanke, quando interrogato da Ron Paul sul perché la FED detenesse nei suoi caveau, dovette fare la figura del fesso rifiutando d'ammettere ciò che è evidente: quando la fiducia arriva a zero, l'oro batte la carta.

Durante il periodo della cosiddetta Grande Moderazione, i banchieri centrali hanno tentanto d'ignorare questa verità, diventando venditori netti d'oro tra gli anni '90 e l'inizio di quelli 2000. Ma dopo il caos del 2008, le banche centrali sono tornate ad essere compratori netti d'oro, al ritmo di 500 tonnellate l'anno. La Russia, altra nazione con un grande appetito per l'oro fisico, ha aggiunto alle sue riserve 172 tonnellate d'oro nel 2014 e 208 tonnellate nel 2015. Vendendo parte dei suoi titoli del Tesoro USA e utilizzando il ricavato per comprare oro, la banca centrale della Russia è diventata la settima realtà mondiale in quanto a possesso di metallo giallo. Rispetto al PIL le sue riserve d'oro sono al 3%; stessa percentuale per gli USA, mentre per quanto riguarda l'Eurozona siamo al 4%. La Cina, invece, fa registrare un "misero" 0.7% e anche se si aggiungesse lo stock d'oro non ufficiale, staremmo parlando di una nazione con circa 1.3 miliardi di persone con meno copertura d'oro rispetto ai suoi rivali internazionali e regionali. Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza la Cina non ha ancora finito d'accumulare oro fisico.

Lo scopo della Cina, infatti, è quello di scalzare il dollaro come moneta di riserva mondiale e per farlo deve fare come gli Stati Uniti fecero con la sterlina: avere oro. Probabilmente potremmo vedere una Bretton Woods 2.0, ma non un gold standard. Significherebbe la fine delle manipolazioni dei pianificatori centrali. Per il momento la Cina è diventata il punto di riferimento nel mercato dell'oro asiatico dopo l'avvio dello Shanghai Gold Exchange, cercando di togliere porzioni di controllo all'Occidente che attraverso i mercati di Londra e New York hanno avuto voce in capitolo nel mercato mondiale dell'oro. Ma al momento la Cina non è ancora pronta. Come detto sopra, le sue riserve d'oro non sono ancora sufficienti per permetterle d'essere considerata un punto di riferimento a livello mondiale nel mercato dell'oro. Quindi se le manipolazioni all'interno del mercato dei metalli preziosi dovessero finire domani, la Cina vedrebbe andare in frantumi il suo piano.

Questa situazione è talmente imbarazzante che ancora fatico a capire come la maggior parte dei lettori ancora non l'abbia capito e si sorprenda dei movimenti di prezzo al ribasso dell'oro, dopo aver ponderato il caos economico e monetario che ha sotto gli occhi. Voglio dire, la Cina è la seconda economia del mondo e sarebbe a dir poco sconcertante scoprire che non ha abbastanza "potere economico" da poter sedere al tavolo di nazioni come Stati Uniti ed Europa. Se vuole giocare la carta di una nuova Bretton Woods per fare le scarpe al dollaro, deve avere abbastanza oro. Al momento ancora non è in tale posizione, quindi asseconderà le continue manipolazioni al ribasso sul prezzo dell'oro. Il punto è che l'attuale sistema finanziario è una polveriera pronta ad esplodere, a causa dell'enorme divario tra ricchezza reale e ricchezza cartacea.

L'oro ricopre ancora il ruolo di asset più sicuro in questo panorama e ogni investitore dovrebbe averlo nel proprio portfolio. Chiunque lo sta acquistando sperando che una qualche nazione dia di nuovo vita ad una sorta di gold standard, sta sbagliando di grosso. L'oro aumenterà significativamente di prezzo quando la prossima crisi di liquidità metterà in ginocchio la capacità di stati e banche centrali di farvi fronte. Ciò scatenerà una corsa senza precedenti tra investitori retail e persone comuni per convertire parte della propria ricchezza in oro al fine di preservarne l'integrità. Il paziente zero di questo aspetto è l'India dove il presidente Modi ha di recente demonetizzato i due terzi del circolante indiano. Ma più le repressioni da parte dello stato si fanno acute, più si acuiscono i "malanni economici" che si presume debbano curare. Nonostante varie leggi ad hoc nel corso del tempo per limitare l'offerta d'oro in India, non ultima quella di Modi che ha contribuito inizialmente ad abbattere il prezzo dell'oro spot, il contrabbando del metallo giallo è continuato a crescere e secondo il World Gold Council quest'anno arriverà a toccare le 160 tonnellate rispetto alle 100-120 dell'anno scorso.

Infatti la prima risposta da parte della popolazione al diktat di Modi è stato quello di affrettarsi per convertire rupie praticamente senza valore in oro. Non solo il prezzo dell'oro fisico in rupie è schizzato in alto, ma anche i premi per entrarne in possesso sono saliti. Nonostante i banchieri centrali indiani ed i funzionari statali trattino con superficialità l'oro considerandolo una reliquia del passato, la popolazione non la pensa allo stesso modo. Perché? Perché quando la fiducia arriva a zero, l'oro batte la carta.

IL BLUFF

In questo momento di calma innaturale dei mercati, le banche centrali sono riuscite in qualche modo a placare le acque turbinanti. Ciò è stato fatto calciando il barattolo e permettendo l'accumulo di nuovi errori economici. Gli inneschi di una potenziale crisi economica, infatti, si sono moltiplicati. Piuttosto che stabilizzare l'economia, è stato permesso alle bolle di continuare a sottrarre risorse economiche scarse dall'amb Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online