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Snapchat in crisi, i manager scappano dal social

Il chief financial officer Tim Stone lascia il suo ruolo dopo meno di un anno. Un addio che segue quello di altri due manager. (Credits – Getty Images)
Il chief financial officer Tim Stone lascia il suo ruolo dopo meno di un anno. Un addio che segue quello di altri due manager. (Credits – Getty Images)

Fino a pochi anni fa sembrava essere il social network del futuro, quello amato dalla generazione dei Millennials ed era il trend assoluto. Snapchat, l’applicazione multimediale per smartphone e tablet ideato da Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown e che permette agli utenti della propria rete di inviare messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per 24 ore appariva il futuro.

Al punto che nel 2013 Mark Zuckerberg, CEO e padrone di Facebook, propose a Evan Spiegel di acquisire Snapchat per ben 10 milioni di dollari. Un bel gruzzolo, ma il fondatore di Snapchat non accetta, convinto che il suo giocattolo gli frutterà ben di più bel futuro e che la sua app avrebbe fatto sparire proprio Facebook. Sono passati cinque anni da quel novembre e le cose sono cambiate drasticamente.

Da un lato, infatti, dopo il rifiuto di Spiegel Zuckerberg ha deciso di seguire un’altra strada. Invece di acquistare Snapchat, imitarlo e batterlo. Le “stories” su Instagram e Facebook, infatti, ricalcano l’idea di base di Snapchat e sono integrati negli altri social, rendendo così il prodotto di Spiegel superfluo. La crescita esponenziale dell’app ha avuto un pesante stop e, ora, la crisi appare irreversibile.

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L’azzardo di Spiegel non ha pagato, con Snapchat che ha esordito in Borsa il 2 marzo del 2017: collocato a 17 dollari, è partito di scatto attorno a 25 dollari. E oggi? A quasi due anni di distanza il valore delle azioni del social network sono crollate a meno di 6 euro. E, ora, forse il colpo decisivo a Snapchat, incapace di rinnovarsi, di rispondere ai competitor che lo hanno copiato, migliorandolo e integrandolo a ciò che già esisteva.

Il chief financial officer Tim Stone lascia, infatti, il suo ruolo dopo meno di un anno. Un addio che segue, di poche settimane, quelli del responsabile delle risorse umane, Jason Halpert, e del chief strategy officer Imran Khan. Un fuggi fuggi che preoccupa gli investitori e il futuro di Snap sembra sempre più nero.

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