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Tap, concluso espianto ultimi 12 ulivi, verso tregua estiva, resta nodo monumentali

MILANO/BARI (Reuters) - Si è concluso con un blitz stamani l'espianto degli ultimi 12 ulivi, già zollati, nel cantiere in prossimità della spiaggia di San Foca, nella marina di Melendugno (provincia di Lecce). L'espianto giunge prima della pausa estiva che dovrebbe anche porre fine alle tensioni nell'area dove approderà il gasdotto Tap. Questi alberi sono stati messi in sicurezza in un'altra parte dell'area del cantiere, per un totale di 43, senza che siano trasferiti nella masseria del Capitano dove si trovano gli altri 160 ulivi rimossi nelle scorse settimane fra le proteste degli attivisti No Tap, contrari alla realizzazione dell'opera, che hanno portato a fine marzo anche ad alcuni scontri con le forze dell'ordine. Secondo fonti di pubblica sicurezza, nella notte c'è stato un blitz di polizia e carabinieri al cantiere. Le forze dell'ordine hanno rimosso nove barricate realizzate con materiale di risulta, ma anche con pietre dei muretti a secco per impedire il passaggio dei mezzi al lavoro per la realizzazione del gasdotto. In poco tempo centinaia di manifestanti hanno raggiunto il cantiere, che è stato comunque riaperto grazie al cordone di sicurezza delle forze dell'ordine e gli operai hanno potuto espiantare gli ultimi ulivi e metterli in alcuni vasi dove resteranno sino a novembre come da accordo tra azienda e Comune di Meleundugno. Alle 9,30 di stamani le operazioni erano terminate. Da oggi dovrebbe iniziare una sorta di "pax" estiva sul cantiere per non intralciare l'imminente avvio della stagione turistica nel Salento. Intanto, la Commissione mista, riunita ieri, non ha ancora dato il parere sull'espianto dei 16 ulivi monumentali che dovrebbero essere rimossi perché posizionati sulla strada che accede al pozzo di spinta. "Difatto per questo espianto si andrà a novembre perché a partire dalla prossima settimana gli ulivi non si potranno più rimuovere. La commissione ha chiesto al consorzio una integrazione alla relazione presentata, in pratica una nuova prescrizione", ha spiegato il sindaco di Melendugno, Roberto Potì, che critica l'imponente servizio d'ordine schierato oggi nell'area. "Non si può pensare di realizzare un'opera, e siamo alle operazioni preliminare di un'area di cantiere, senza il consenso dei territori che le ricevano", rimarca Potì. La prossima tappa nel cantiere riguarda la creazione del pozzo di spinta (sotto procedura di assoggettabilità a Valutazione impatto ambientale) e tutte le operazione preparatorie affinché Saipem realizzi il microtunnel nel 2018, in vista della conclusione dell'opera attesa per il 2020 quando è previsto l'arrivo del gas azero in Puglia. Il microtunnel avrà una lunghezza di 1,5 km e sbucherà in mare a circa 800 metri dalla costa. Complessivamente saranno 2.000 gli ulivi da rimuovere per realizzare l'infrastruttura nella parte a terra. (Giancarlo Navach) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia