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Telecom Italia, Cdp non vuole diventare socio, rete cruciale

MILANO (Reuters) - La Cassa Depositi e Prestiti non ha intenzione di entrare nel capitale di Telecom Italia per bilanciare la presenza francese nell'azionariato. Lo dicono due fonti a conoscenza della situazione. Il governo continua a monitorare la situazione della società telefonica e, per quanto riguarda la rete, è pronto a intervenire se questo si renderà necessario - ad esempio davanti a una integrazione fra Telecom Italia e un'altra società del settore - con gli strumenti a sua disposizione, compresa la 'golden power', aggiunge una delle due fonti. Secondo una fonte, l'entrata nell'azionariato, di fronte a una Vivendi con oltre il 20%, esporrebbe il socio pubblico a critiche nel caso di scelte dell'azionista di maggioranza che ridimensionassero il ruolo di Telecom Italia. Da parte sua, spiega l'altra fonte, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato l'imprenditore francese Xavier Niel, che detiene in proprio una posizione lunga complessiva pari al 15,14% di Telecom Italia. Niel era accompagnato dal presidente della Cdp Claudio Costamagna. Secondo una delle fonti, Renzi avrebbe incontrato nei giorni scorsi anche rappresentanti del gruppo Vivendi. Il governo sembra dunque adottare una politica attendista fino a che non si chiariranno le intenzioni dei due imprenditori francesi. Il prossimo appuntamento importante ma forse non decisivo per la partita Telecom Italia è l'assemblea del 15 dicembre chiamata a convertire le azioni di risparmio, con conseguente diluizione di tutti i soci ordinari, e ad approvare la proposta Vivendi di nominare quattro suoi rappresentanti nel cda, obiettivo che sta incontrando alcune difficoltà. Fondi e proxy adviser si sono detti infatti contrari all'allargamento del cda con l'ingresso dei quattro nomi proposti da Bolloré sia per una eccessiva rappresentanza di un socio che post-conversione avrebbe circa 14% sia per il potenziale conflitto di interessi tra il gruppo francese, che vende contenuti media, e Telecom Italia. Vivendi ha detto a più riprese che intende essere un investitore di lungo termine in Telecom Italia, ma molti osservatori scommettono su una integrazione a medio con un altro gruppo di telecomunicazioni. Il nome più gettonato, malgrado le ripetute smentite, è la francese Orange. Convitato di pietra all'assemblea di dicembre sarà in tutta probabilità Niel. La sua posizione lunga non gli consentirebbe di acquisire azioni in grado di votare le delibere, ma la stampa ha ipotizzato che il fondatore di Iliad potrebbe convertire le sue opzioni in americane da europee, ed esercitare in anticipo, o ricorrere al prestito titoli. Come esprimerebbe il suo voto non è dato sapere. (Paola Arosio, Luca Trogni, Valentina Za) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia