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Telecom Italia smentisce uscita Genish fra voci tensioni con Vivendi

Il logo di Telecom Italia. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

di Paola Arosio e Danilo Masoni

MILANO (Reuters) - Tim smentisce le indiscrezioni di stampa relative all'uscita dell'amministratore delegato, Amos Genish, da poco alla guida del gruppo, anche se più fonti parlano di tensioni crescenti fra il manager e il primo azionista Vivendi.

Ex capitano dell'esercito israeliano, Genish è stato nominato Ceo a fine settembre sulla spinta del presidente Vivendi Vincent Bolloré, diventando il terzo Ad del gruppo di telecomunicazioni in meno di due anni.

I suoi due predecessori, Marco Patuano e Flavio Cattaneo, hanno lasciato Telecom per disaccordi con Vivendi, azionista di riferimento con il 24% del capitale.

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Nel giorno in cui Il Sole 24 Ore ha citato voci di una possibile uscita di Genish, Tim tramite un comunicato ha riportato le dichiarazioni del Ceo: "Sono impegnato al 100% nel rilancio di Tim e nella messa a punto del piano industriale al 2020, che rappresenta per me un progetto personale e professionale di lungo periodo".

Il presidente del gruppo, Arnaud De Puyfontaine, ha aggiunto in una dichiarazione via email: "A nome del cda di Tim, e come amministratore delegato del principale azionista, confermo la totale fiducia nei confronti di Amos Genish, del quale condividiamo strategia e visione. Siamo molto soddisfatti dei progressi fatti finora e certi che Amos porterà avanti il rilancio di Tim con l'entusiasmo che ha sempre dimostrato".

Alcune fonti vicine al gruppo, però, riferiscono di "forti disaccordi" tra e Genish e Vivendi.

"Il feeling tra Genish e Vivendi non è più così buono. Vivendi non vuole dare autonomia ai suoi manager e Genish si è trovato solo in un gruppo molto difficile", secondo una delle fonti. "Sembra che parecchi dirigenti stiano lasciando ed è difficle trovare sostituzioni di alto standing".

La fonte aggiunge che Vivendi sta cercando di tenere Genish nel suo ruolo per il momento per evitare un danno di immagine.

Un'altra fonte dice che Genish ha trovato in TIM "una situazione peggiore di quanto si aspettasse".

Dal suo insediamento, Genish ha cercato di ricucire le relazioni con Roma, che considera alcuni degli asset del gruppo strategici. Relazioni che sono diventate particolarmente tese quando Vivendi è diventato azionista di riferimento di TIM.

Il ministro dell'Industria Carlo Calenda, che sostenuto a più riprese di prevedere relazioni più costruttive con Tim con la presenza del nuovo numero uno, oggi ha detto di non aver sentito nulla circa una possibile uscita di Genish.

Il rapporto fra Genish e Vivendi è iniziato parecchi anni fa: Genish ha venduto la start-up tlc brasiliana GVT a Vivendi nel 2009 e cinque anni dopo ha convinto Bolloré a venderla a Telefonica, con un capital gain di 4 miliardi di dollari per il gruppo francese. Genish era chief convergence officer di Vivendi prima di entrare in TIM. Genish è diventato il numero uno mentre TIM combatte su vari fronti: la linea fissa sta perdendo valore, stanno arrivando nuovi concorrenti sia nella broadband che nel mobile e la sua unica attività estera, il Brasile, sta ancora cercando di rimettersi in carreggiata.

Flavio Cattaneo aveva lanciato un piano per tagliare i costo, aumentare la redditività e rendere Telecom Italia un concorrente più agguerrito. Ha riportato l'attività domestica alla crescita e aumentato gli investimenti nella banda larga e nell'infrastruttura mobile. Genish ha comunque ereditato un gruppo con 26 miliardi di debiti, mentre l'imminente arrivo della francese Iliad penalizzerà in tutta probabilità i margini. Anche gli investimenti nella banda larga di Open Fiber aprono interrogativi. La nomina di Genish ha infine lasciato dubbi fra gli investitori sui piani finali di Vivendi per la società: usarla come un pilastro per creare un impero media nel sud Europa o come un asset da scambiare per la prossima ondata di merger nelle telecom europee.

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