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Telecom Italia valuta ipotesi cessione Tim Brasil, sì Vivendi a conversione

Una donna cammina davanti alla sede Vivendi di Parigi. REUTERS/Gonzalo Fuentes (Reuters)

MILANO/PARIGI (Reuters) - La conversione delle azioni di risparmio incassa il via libera di Vivendi, mentre Telecom Italia si dice pronta a discutere la cessione del Brasile, se ci sarà un'offerta "appropriata". L'AD Marco Patuano è quindi determinato a procedere nel piano per la "creazione di valore", priorità della sua gestione, anche se questo comporta la cessione di un asset importante come Tim Participacoes (Tim Brasil). Proseguono in modo fruttuoso le trattative per la risoluzioni dei contenziosi aperti con gli operatori concorrenti per complessivi circa 4 miliardi. E' stato infatti raggiunto un accordo con Fastweb, controllata Swisscom. Mentre sulla rete, l'ipotesi di fare di Metroweb la società per la banda ultralarga sembra definitivamente tramontata, almeno secondo Telecom Italia. Le azioni in borsa si adeguano a concambio e conguaglio indicato per la conversione. Telecom Italia perde il 2,3% a 1,16 euro con scambi per 443 milioni di pezzi da una media di 137 milioni; le risp sono in rialzo del 5,2% a 1,031 euro con scambi per 378 milioni di pezzi da una media di 33,9 milioni. VENDITA BRASILE SE OFFERTA "APPROPRIATA" Il termine "appropriato" entra per la prima volta nel lessico dell'AD quando parla di possibile cessione di Tim Participacoes, che precisa: ad oggi non c'è nessun contatto con Oi, candidato a una fusione, o con altri. "Sì", ha risposto l'AD a chi chiedeva se il gruppo stesse valutando la cessione del Brasile al giusto prezzo. "Abbiamo sempre detto che in Brasile considereremo tutte le opzioni per creare valore. Questo significa che valuteremo un'eventuale offerta appropriata". Sulla questione non ci sono però contatti con il concorrente brasiliano Oi o con altri soggetti, aggiunge. Oi e L1 Technology, divisione del gruppo LetterOne, controllata dal miliardario russo Mikhail Fridman, hanno avviato un negoziato in via esclusiva per valutare come Oi possa partecipare al processo di consolidamento in Brasile. A inizio del mese LetterOne ha offerto di investire fino a 4 miliardi di dollari in Oi, in caso di fusione con Tim Brasil. VIVENDI NON TEME DILUIZIONE DOPO CONVERSIONE La conversione sembra aver superato il primo ostacolo, cioè il via libera dell'azionista principale Vivendi, che in seguito all'operazione vedrà la sua quota ridursi dal 20,03% al 13,8%. Lo pensa Patuano, che però ammette di non aver contattato i soci e lo dice una fonte vicina alla vicenda, precisando che la diluizione non compromette il raggiungimento dei suoi obiettivi per il gruppo italiano. Il cda di ieri, che ha approvato l'operazione era al completo, quindi incluso Tarak Ben Ammar che è anche consigliere di Vivendi, e ha deciso in modo unanime, riferisce Patuano. Bisognerà vedere ora il gradimento dei fondi, che ad oggi, se presi nel complesso, hanno in mano il controllo dell'assemblea, anche se l'AD è fiducioso sul via libera. Il gruppo francese rimane comunque il primo azionista, contrastato solo dal teorico 15,1% di Xavier Niel (in derivati), che post conversione delle risparmio diventerà un 10,4%. L'operazione, che comporta una conversione facoltativa delle risparmio con conguaglio e un'obbligatoria senza esborso di denaro, prevede un massimo per il diritto di recesso di 100 milioni. CONTENZIOSI, RISOLTA LA RICHIESTA PIU' ELEVATA Le trattative che, secondo alcune fonti, erano state avviate a settembre su contenziosi per complessivi massimi 4 miliardi, cominciano a dare frutti significativi. Il contenzioso con Fastweb, che secondo la relazione di bilancio del 2014, ammontava a complessivi 1.744 milioni, è stato risolto ieri con un accordo, ha detto l'AD. E l'esborso è in linea con gli accantonamenti, che sono pari a 460 milioni complessivamente. Sempre secondo la relazione 2014, oltre a Fastweb, c'è la richiesta Vodafone per 1.029 milioni; Tiscali per 285 milioni, già risolta con un accordo; Eutelia, in amministrazione straordinaria e Voiceplus, in liquidazione, hanno chiesto 730 milioni; Teleunit 362 milioni. TRAMONTA IPOTESI METROWEB SOCIETA' BANDA ULTRALARGA Per Telecom Italia l'eventuale acquisizione di Metroweb, società che offre servizi di fibra ottica spenta nell'area milanese e in altre città del Nord Italia, è una "cosa minuscola, un non evento". Telecom Italia infatti intende proseguire con il suo piano, che prevede la cablatura di 100 città. In passato ci sono state trattative tra la Cassa Depositi e Prestiti che controlla indirettamente Metroweb e Telecom Italia per fare del gruppo milanese il veicolo per gli investimenti in banda ultralarga con tecnologia ftth (fiber to the home). Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia