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A tenaglia su Conte. Renzi: "Uomo senza coraggio". Calenda: "Lo avrei sconfitto"

Renzi/Conte/Calenda (Photo: ANSA)
Renzi/Conte/Calenda (Photo: ANSA)

Giuseppe Conte è il loro bersaglio preferito. Matteo Renzi e Carlo Calenda si trovano sullo stesso lato della barricata quando si tratta di parlare dell’ex premier e attuale leader del Movimento 5 stelle, tanto più quando si parla del collegio Roma1 a cui però Conte ha già detto di non voler concorrere.

Matteo Renzi non è stupito della rinuncia. “Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi. È un uomo che vive di sondaggi ma che ha un terrore senza fine di misurarsi con i cittadini. Vive di like, ma teme il voto” dice il leader di Italia Viva in una intervista alla Stampa. “Speriamo torni il buon senso in casa Pd. Non devono rincorrere i grillini, ma fare politica”, aggiunge Renzi, “il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del Polo riformista come abbiamo fatto nel 2014 ottenendo il 41%. Oggi mi pare che si stiano accontentando della metà di quei voti. E che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo. Loro vedono i sondaggi sulla popolarità di Conte e si emozionano: quando si voterà, vedremo quanto queste emozioni si trasformeranno in voti. La stessa scelta di tirar fuori la candidatura di Conte dimostra che sono confusi, ma ce ne eravamo già accorti sullo Zan”.

Carlo Calenda si era immediatamente candidato a una sfida con Giuseppe Conte al collegio Roma1, sicuro di vincere, forte del 31% ottenuto alle municipali per il Campidoglio. “Conte sapeva benissimo che avrebbe dovuto correre in un territorio non particolarmente fertile per i 5 stelle e che lì con un avversario forte rischiava di perdere” dice a Repubblica il leader di Azione, che a questo punto ritira la sua candidatura. “Per me il problema non sussiste più. Non potevo accettare l’idea che un 5S calcasse i sacri Colli, che il Pd abbandoni i propri elettori a un Movimento che in quel collegio alle Comunali ha preso il 5,3 per cento. È da tre settimane che Enrico Letta ci prende in giro, dicendo che avremmo parlato. Questo modo di procedere di Enrico dimostra che non c’è nessun Ulivo 2.0 ma solo un Conte 2 riveduto è corretto. Lì sono rimasti i dem, nessuno sforzo di ampliare l’area liberale, democratica e riformista. Chiederò al Pd e a una coalizione più larga - annuncia Calenda - di incontrarci per decidere chi candidare, in una coalizione senza i 5Stelle. Nella Capitale i grillini hanno una storia particolare, si sono resi colpevoli di un disastro amministrativo. Non possiamo presentarci ai romani con M5S al nostro fianco”.

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Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.

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