Thailandia, esercito dichiara legge marziale, ma "non è colpo di Stato"
BANGKOK (Reuters) - L'esercito thailandese ha dichiarato la legge marziale in tutto il Paese per ripristinare l'ordine - dopo sei mesi di proteste di strada che hanno lasciato la Thailandia senza un governo operativo - ma ha negato che la mossa a sorpresa sia frutto di un golpe. Mentre i soldati pattugliano alcune zone di Bangkok, il governo guidato dai sostenitori dell'ex-premier Thaksin Shinawatra è ancora in carica, spiegano funzionari militari e governativi. Ma i ministri non erano stati informati dei piani dell'esercito fino all'annuncio in tv, avvenuto alle 3 del mattino ora locale (le 22 di ieri sera in Italia). Il generale Prayuth Chan-ocha, comandante in capo, ha spiegato che l'esercito sta prendendo in carico la sicurezza pubblica a causa delle violente proteste che hanno provocato diverse vittime e danni. Circa 30 persone sono morte da quando le proteste sono cominciate lo scorso novembre. Manifestanti filo e anti-governativi campeggiano in diverse parti della capitale e, per evitare scontri, l'esercito ha ordinato loro di restare fermi e di non marciare altrove. L'esercito ha chiesto anche ai media di non trasmettere materiale che possa danneggiare la sicurezza nazionale e ha ordinato a 10 canali satellitari di sospendere le trasmissioni. Un collaboratore ha riferito che il primo ministro Niwatthamrong Boonsongphaisan ha convocato una riunione del governo in un luogo segreto per discutere della situazione. - Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia