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Titoli di Stato: cosa sono e come si acquistano

I titoli di Stato si distinguono da altri investimenti per la trasparenza e la tassazione agevolata sui guadagni (12,5% contro il 20% applicato su tutti gli altri investimenti finanziari), anche se alcune loro caratteristiche vanno conosciute a fondo per evitare scelte affrettate.

Come si acquistano
I titoli di Stato sono obbligazioni emesse da un Paese sovrano per finanziare il debito pubblico. L’acquisto da parte dei risparmiatori può avvenire in due momenti: in fase di asta, quando cioè i titoli vengono proposti al mercato, facendo apposita domanda al proprio broker o banca. L’assegnazione non è automatica, considerato che la domanda può risultare superiore all’offerta.

In secondo luogo è possibile acquistare il titolo già quotato al prezzo del momento, che come sempre è generato dall’incrocio tra la domanda e l’offerta. In fase d’asta non sono previste commissioni, con l’eccezione dei BoT - che comunque prevedono massimali contenuti, disposti per decreto, attualmente a quota 30 centesimi per ogni 100 euro sottoscritti – mentre l’acquisto di titoli sul mercato è soggetto al prelievo previsto dall’intermediario.

Principali tipologie
Per decenni il principale strumento di investimento delle famiglie è stato il BoT (Buono ordinario del Tesoro), prodotto a breve termine (durata massima di 12 mesi, altri tagli a 3 e 6 mesi). Erano i tempi della lira e dell’inflazione alta, che spingevano il Tesoro ad assicurare rendimenti elevati per incontrare l’interesse dei risparmiatori. Oggi la situazione è cambiata, ma i BoT destano comunque ancora un certo interesse. Emessi con taglio minimo di 1.000 euro, sono titoli collocati a sconto: in sostanza, il prezzo di rimborso è pari a 100, mentre quello di emissione è inferiore, con la differenza tra i due valori che identifica il rendimento per l’investitore. Lo stesso meccanismo caratterizza i CTz (Certificati del Tesoro zero coupon), che hanno una durata fino a due anni.

Tutti gli altri titoli di Stato, invece, hanno nella cedola il loro tratto caratteristico. I CcTeu (Certificati di credito del Tesoro) sono strumenti con scadenza a 7 anni e rendimento della cedola (variabile) legato al tasso Euribor a 6 mesi, più una maggiorazione. I BTp (Buoni del Tesoro poliennali) possono raggiungere scadenze fino a 30 anni e prevedono cedole semestrali, a tasso fisso. Infine il BTpi e il BTp Italia sono strutturati come il classico BTp, con la particolarità di legare la cedola rispettivamente all’inflazione europea e a quella italiana.

Come scegliere in base alla propensione al rischio
La duration è uno degli indicatori principe delle obbligazioni. Quanto più lontana è la scadenza di un titolo, tanto più alto è il rischio che l’emittente si trovi in difficoltà nel rimborso. Ecco perché i rendimenti dei titoli a breve scadenza tendono ad assicurare rendimenti più contenuti rispetto a quelli a lunga.
La duration si lega a una variabile decisiva per il rendimento delle emissioni sovrane, vale a dire l’andamento dei tassi di interesse. Quando questi ultimi salgono, i rendimenti dei titoli di Stato tendono a calare, e viceversa. Ecco perché la durata del portafoglio può essere modificata riducendola quando i tassi sono attesi in crescita e aumentandola quando sono previsti in calo.

Considerato che il rischio di valutazioni errate è sempre elevato, la carta migliore per minimizzare i rischi è la diversificazione: inserendo in portafoglio titoli a reddito fisso e indicizzati all’inflazione, a breve e a lunga scadenza, si ha la possibilità di fronteggiare tutte le variabili che possono presentarsi nel corso dell’investimento e intervenire in caso di necessità (ad esempio vendita di un titolo prima della scadenza) senza ansie.