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Truffe online, attenti all’Iban

Secondo l’FBI, sono stati segnalate truffe BEC in oltre un centinaio di Paesi evidenziando un aumento marcato del 2,370 % nelle perdite esposte individuate tra gennaio 2015 e dicembre 2016. (Credits – Getty Images)
Secondo l’FBI, sono stati segnalate truffe BEC in oltre un centinaio di Paesi evidenziando un aumento marcato del 2,370 % nelle perdite esposte individuate tra gennaio 2015 e dicembre 2016. (Credits – Getty Images)

Un nuovo pericolo arriva dal web per utenti e aziende. Si chiamano truffe B.e.c. (Business email compromise) e hanno già colpito centinaia di utenti italiani nel 2018. Ma di cosa stiamo parlando? Di mail all’apparenza legittime, inviate da aziende, banche e società, ma che al loro interno hanno un codice Iban truffaldino e che fa sì che si paghi il dovuto a chi, invece, non dobbiamo dei soldi.

Ma come funziona? Semplice, degli hacker intercettano le parole chiave nelle caselle mail aziendali, come “fattura” o “pagamenti”, e le bloccano prima che arrivino ai destinatari, spesso clienti che devono pagare. E si va da qualche centinaio di euro di clienti privati, fino a decine di migliaia di euro se si parla di fatture che riguardano, per esempio, società edili. Una volta bloccata la mail in uscita, gli hacker semplicemente sostituiscono i dati dell’Iban dell’azienda con un altro Iban, quello degli hacker, appunto.

In questo modo, gli ignari destinatari delle mail si trovano una lettera assolutamente legittima, con un pagamento che devono legittimamente fare. E pagano. Ma il pagamento non arriva al destinatario aspettato, ma sul conto corrente degli hacker. Mettendo, così, nei guai sia gli utenti che hanno pagato (ma per i quali il pagamento non risulta effettuato) sia le aziende che non ricevono il pagamento patuito.

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Secondo l’FBI, sono stati segnalate truffe BEC in oltre un centinaio di Paesi evidenziando un aumento marcato del 2,370 % nelle perdite esposte individuate tra gennaio 2015 e dicembre 2016. Cifre che, però, sono in crescita e che nel 2018 avrebbe finora fruttato agli hacker oltre un milione di euro.

l momento l’unico consiglio è quello di verificare sempre che l’Iban a cui si sta inviando denaro sia corretto, per evitare di perdere somme più o meno ingenti. Secondo un’indagine di Barracuda Networks, che ha analizzato oltre tremila attacchi Bec, la modifica dell’Iban contenuto nelle fatture è una delle truffe più comuni.

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