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Trump contro tutti

Grazie a un rimbalzo finale di Wall Street, la serie di sedute senza perdite superiori all’1% perdura, ma il recupero non ha inficiato la “reversal island”, per quanto la chiusura distante dai minimi ne attenui un po’ la forza.

In serata, il siluramento, ad opera di Trump, del Procuratore generale ad Interim Yates, che si era opposta al suo decreto esecutivo, ha vanificato gli effetti del rimbalzo sulla seduta asiatica, che, pur sempre a ranghi ridotti per le festività, ha comunque avuto un tono negativo. Tokyo continua a soffrire il ritracciamento del biglietto verde legato alle intemperanze del neoPresidente, mentre la cautela della BOJ, che ha lasciato tutto invariato e ha aumentato le stime di crescita ma non quelle di inflazione, non ha impattato.

Diversamente, l’Europa ha avuto una partenza positiva, trainata da asset italiani che eventualmente hanno reagito al forte ipervenduto di breve. Anche lo spread ha messo a segno un discreto rimbalzo.

Sul fronte macro, confermata l’accelerazione dell’economia francese nel quarto trimestre, ma sorprendentemente deboli le retail sales tedesche di dicembre (-0.9% da -1.7% e vs attese per +0.6%) tali da cambiare il quadro dei consumi nel quarto trimestre da sopra a sotto trend. Si tratta di una serie volatile, ma è sicuramente una delusione a fronte di quanto indicato dalle survey. Sotto attese anche il consumer spending Francese di Dicembre. Altra storia la stima flash del CPI europeo, a 1.8% anno su anno da precedente 1.1% e vs attese per 1.5%. Ma la core resta a 0.9%, mentre il balzo è dovuto principalmente alla componente energetica.

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I bonds hanno tenuto sorprendentemente bene a fronte delle news.

In US, in attesa degli eventi di domani (ISM manufacturing e FOMC) i dati oggi hanno deluso, con il Chicago PMI gennaio assai sotto attese (50.3 da prec 53.9 e vs attese per 55) e la consumer confidence di gannaio in marginale calo, ma da livelli record. In particolare il primo dato pone qualche rischio sull’ISM di domani.

Ma l’evento principale sono state nuovamente le dichiarazioni di Trump e del suo entourage:

  • Il capo del National Trade Council Navarro ha attaccato la Germania sul FT accusandola di utilizzare la sottovalutazione dell’€ contro gli USA e l’EU

  • Trump ha accusato la Cina e il Giappone di “manovrare i mercati monetari” (qualunque cosa voglia dire) per avvantaggiarsi della svalutazione, e ha aggiunto che gli accordi sul trade avranno come priorità di correggere questi squilibri.

Gli insistiti attacchi da parte della nuova amministrazione, sul fronte cambio, ai paesi titolari di un elevato avanzo commerciale nei confronti degli USA hanno avuto l’ovvio effetto di far scendere il $, con il Dollar index che ha definitivamente violato il supporto in area 100, il $/Yen a tratti in area 112 e l’€ brevemente sopra 108. Naturalmente le borse europee non hanno gradito e hanno invertito la marcia, per chiudere in negativo, con la collaborazione di una Wall Street di nuovo opaca. Vistoso il reversal su banche italiane e europee. In controtendenza lo spread Bund-btp che ha tenuto il grosso del restringimento della mattinata.

Domani abbiamo il FOMC, dal quale personalmente mi attendo poco. Vista l’incertezza politica e l’assenza della conference per spiegare le scelte, non mi aspetto che Yellen e C segnalino l’intenzione di muoversi a marzo.

Sul fronte tecnico, le considerazioni di ieri risultano rafforzate dalla price action di oggi, con anche il Dax che al momento ha negato, il breakout rientrando nel range, mentre l’Eurostoxx segna i minimi da un mese e mezzo. Se non altro, la serie negativa comincia a farsi lunghetta sui principali indici e a breve l’ipervenduto potrebbe offrire un po’ di supporto. Ma lo scenario di Breakout di una settimana fa per il momento è cancellato, e il quadro tecnico è al momento correttivo.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online