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Uber secondo chi lo ha provato davvero

Abbiamo chiesto a una cliente come funziona la controversa app e perché è vantaggiosa

Oggi si parla tanto, soprattutto a Roma e Milano, di Uber, l’app che fa infuriare i tassisti e che invece ha riscosso molto successo tra gli utenti. Proprio a una di loro, Paola, abbiamo chiesto perché si trovano così bene con Uber. Ma prima un riassunto delle puntate precedenti.

I video delle proteste degli ultimi giorni:



Uber è un’app che si installa su smartphone, serve a convocare un’auto con autista. Tutto si svolge sull’app, la ricerca della macchina, la decisione sulla tariffa e l’appuntamento. Sempre sul cellulare, si può seguire il percorso di avvicinamento della macchina. I tassisti sono infuriati perché considerano Uber (società americana, la country manager italiana si chiama Benedetta Arese Lucini) esercizio abusivo e concorrenza sleale. Secondo i rappresentanti delle auto bianche, Uber violerebbe una legge che costringe gli autisti Ncc a ritornare in rimessa prima di accettare una nuova chiamata.  Secondo Uber, invece, è il mercato ad aver scelto e le leggi dovrebbero adeguarsi invece di contrastare il progresso. E gli utenti?

Il funzionamento mi è sembrato molto semplice”, ci dice Paola, 32 anni, addetta alle pubbliche relazioni per una società di Milano. “Scarichi l’applicazione per lo smartphone, inserisci i dati della carta di credito e ti iscrivi al servizio: ci si impiega qualche minuto”. Secondo Paola, che per lavoro deve utilizzare spesso taxi e autovetture private, l’inserimento dei dati della carta di credito è un motivo per fidarsi del servizio: “non c’è motivo di preoccuparsi sull’affidabilità: se non fosse sicura, chi sarebbe così folle da inserire il numero di carta di credito in un’applicazione sconosciuta e pericolosa?”.

Cosa succede una volta iscritti? “C’è una cartina che ti geolocalizza. Tu vedi le auto Uber che sono più vicine alla tua posizione e ne prenoti una. A quel punto, l’app manda la comunicazione all’autista. Quando uno degli autisti prende la chiamata, ti appare sul cellulare il nome, il numero e visualizzi sulla cartina che si sta avvicinando al punto in cui ti trovi”.

L’auto arriva e il passeggero sale in macchina. “Quando sei in auto, lo smartphone si trasforma in una sorta di tassametro, calcola la durata della corsa e l’eventuale discostamento dalla tariffa prefissata se si modifica il percorso”. Si parla di tariffa prefissata perché quando un passeggero prenota una corsa gli viene già comunicata la tariffa applicata per chilometro.



La cosa davvero comoda è che alla fine della corsa, la app ti scala direttamente dalla carta di credito i soldi del viaggi e non hai bisogno di avere contanti con te e di lasciare eventuali mance”. Ma è più conveniente rispetto a un taxi? Secondo Paola, si tratta di un servizio completamente diverso: “Costa anche leggermente di più, se non sbaglio. Ma io lo utilizzo quando ho difficoltà a trovare un taxi con i numeri telefonici tradizionali o se mi trovo in una zona difficile da raggiungere. Il vantaggio è proprio nell’aver reso questo tipo di servizio più rapido. Ma bisogna sempre ricordare che in Italia l’ncc è un servizio utilizzato più che altro dalle persone benestanti o, qui a Milano, dai ragazzini che vogliono fare bella figura il sabato sera facendosi scarrozzare da un’auto di lusso”.

Quindi i tassisti non dovrebbero preoccuparsi? “A mio parere, il vero problema per loro potrebbe essere il fatto che questo stesso servizio è presente anche a Londra, Berlino, Stoccolma eccetera e chi comincia a usarlo nella propria città tendenzialmente potrebbe usarlo anche all’estero. Ma non ditelo ai tassisti”.