Ue, ministri ambiente di 13 Paesi, compresa Italia, chiedono azione su clima
BRUXELLES/LONDRA/ROMA (Reuters) - Tredici ministri europei dell'ambiente, tra cui quello italiano Andrea Orlando, hanno lanciato un appello oggi all'Unione europea affinché adotti obiettivi ambiziosi per l'energia e il clima per il 2030, per evitare di arrivare dopo il resto del mondo. In un documento di 40 pagine diffuso a Bruxelles, i ministri hanno chiesto alla Ue di riformare il Sistema di scambio delle emissioni (il cosiddetto Ets) e hanno affermato che l'azione ambientale non deve scontrarsi con l'impegno di limitare i prezzi energetici. Al contrario, alcuni membri Ue che impiegano alti livelli di energia rinnovabile possono contare su prezzi relativamente bassi e colgono anche i benefici dell'esportazione di tecnologie rinnovabili. "La Ue è alla testa di questo mercato, ma i cinesi e gli Usa la considerano un'opportunità e la stanno cogliendo", ha detto Ed Davey, segretario britannico all'Energia e al Cambiamento climatico, durante una conferenza a Bruxelles. "La mia preoccupazione è che la Ue non si stia muovendo abbastanza in fretta". "E' questa la condizione per assicurare uno sviluppo verde in grado di creare buona occupazione e innovazione. Agire subito è il modo per evitare costi più grandi in futuro così da rendere più competitive le nostre economie e più sostenibile la nostra crescita. Servono obiettivi ambiziosi e regole nuove per il mercato delle emissioni. Questo è il senso della nostra azione comune", ha detto il ministro Orlando. Per la Gran Bretagna l'Unione europea nel suo complesso deve impegnarsi a un taglio delle emissioni del 50% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli 1990 nel contesto di un atteso accordo Onu che dovrebbe essere concordato nel 2015 a Parigi. Di questa percentuale, il 10% potrebbe venire dal taglio delle emissioni internazionali di carbonio, il resto dal taglio delle emissioni interne Ue. Ma mentre i 13 ministri - che si autodefiniscono Gruppo per la crescita verde - sono d'accordo sulla necessità di agire, non sono d'accordo sui dettagli. La Gran Bretagna vuole solo un obiettivo per la riduzione del carbonio, mentre la Danimarca è a favore di tre target: sul carbonio, le rinnovabili e il risparmio energetico. Il Portogallo vuole anche un obiettivo relativo al miglioramento delle infrastrutture energetiche. Finora, l'Unione europea ha tre obiettivi per il 2020: tagliare le emissioni al 20% del totale, aumentare l'uso delle rinnovabili al 20% del totale e migliorare l'efficienza per ridurre l'uso di energia del 20%. Per il 2030, la commissaria europea al clima Connie Hedegaard ha detto che la Commissione sta analizzando l'impatto dei rispettivi tagli Ue del 35, 40 e 45%. Sulla base dell'analisi, Bruxelles proporrà un target nell'ambito di un pacchetto sulla normativa clima ed energia, probabilmente all'inizio del 2014. I leader Ue discuteranno delle proposte a un vertice Ue a marzo, prima del summit di settembre ospitato dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, che dovrebbe aprire la strada al prossimo accordo globale sotto egida delle Nazioni Unite nel 2015. (Barbara Lewis e Nina Chestney) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia