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Italia scommette su riforme, Ue rigida su calcolo deficit

German Finance Minister Wolfgang Schaeuble (L) and Italian Economy Minister Pier Carlo Padoan attend a news conference after talks at the finance ministry in Berlin June 5, 2014. REUTERS/Thomas Peter (GERMANY - Tags: POLITICS BUSINESS) - RTR3SBXQ (Reuters)

di Francesca Landini BRUXELLES (Reuters) - I risultati raggiunti per consolidare i conti pubblici vanno salvaguardati, ma l'Europa deve tornare a crescere e creare occupazione e per andare in questa direzione deve incentivare i paesi a compiere le riforme. Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel presentare le priorità della presidenza italiana dell'Unione europea oggi a Bruxelles. Roma, che guiderà l'Ue fino a fine dicembre, ambisce a spostare il focus dall'austerità di bilancio alle misure per sostenere l'economia. I paesi europei e la Commissione non hanno, però, una visione comune su come ridurre l'enfasi sulle regole di bilancio che hanno fornito un approccio comune, seppure rigido, all'apice della crisi. VASO DI PANDORA Parlando oggi da Venezia, il premier Matteo Renzi ha detto che ogni centesimo speso per le infrastrutture digitali dovrebbe essere escluso dal calcolo del deficit. Questa proposta è stata respinta a Bruxelles dal Commissario Ue Sim Kallas, che guida gli Affari economici dopo l'elezione di Olli Rehn al Parlamento Ue. "Tutte le spese devono essere prese in considerazione quando si calcola il deficit pubblico", ha puntualizzato Kallas, aggiundendo che, altrimenti "si aprirebbe un vaso di Pandora". "Altra questione è cosa fare con il deficit," ha detto il commissario nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin. "Certo, il premier non ha gradito, in una giornata tutta col segno positivo in campo europeo, il segnale di chiusura arrivato dal commissario Sim Kallas, atteggiamento che rischia di non fare i conti con una realtà che sta cambiando in Europa", ha riferito una fonte di palazzo Chigi in serata. Lo stesso Padoan ha detto di non essere a conoscenza della proposta di Renzi. "L'apprendo adesso", ha detto, aggiungendo di poter solo dire che nel governo "c'è pieno accordo sul fatto che la crescita vada perseguita con tutti gli strumenti disponibili, all'interno delle regole esistenti". Dal punto di vista della contabilità pubblica "una spesa è una spesa", ha detto Padoan evitando polemiche con Kallas. TORNARE A CRESCERE Stamane, presiedendo il primo Ecofin della presidenza italiana, Padoan ha aperto il dibattito sulle riforme. "E' arrivato il momento di ragionare su quale strategia sia necessaria per tornare a crescere", ha detto Padoan stamane. "Tutti gli stati membri devono progredire nell'agenda delle riforme strutturali.... è indispensabile rafforzare gli incentivi per fare e implementare le riforme". I paesi più rigoristi, Germania in testa temono un allentamento della disciplina fiscale come conseguenza dell'uscita dalla fase più acuta della crisi dei debiti sovrani. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si è detto d'accordo sulle priorità indicate dall'Italia, ma ha voluto rimarcare la necessità di conti pubblici in ordine. "Le riforme strutturali non sono un'alternativa o una scusa al consolidamento fiscale", secondo Schaeuble. Nel corso dei sei mesi di presidenza europea, Roma mira a promuovere l'utilizzo dei margini di flessibilità previsti nelle regole del Patto di Stabilità e Crescita, relativamente al percorso di rientro dal deficit e del debito, per i Paesi che implementano riforme. L'Italia non ha fornito, però, esempi di quali incentivi potrebbero spingere i paesi europei a fare le riforme. Nelle conclusioni finali, l'Ecofin richiama il risultato del vertice europeo del 27 giugno, senza aggiungere niente su eventuali incentivi alle riforme. Lo spagnolo Luis De Guindos era parso stamane più vicino alla linea di Roma. "L'enfasi sulle riforme è vitale perchè producono ricadute negli altri paesi e hanno effetti positivi sul bilancio," aveva detto lo spagnolo. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, aveva escluso, invece, aveva escluso margini di flessibilità aggiuntivi per i singoli paesi. Le linee di azione attraverso cui l'Italia mira a sostenere crescita e occupazione sono una maggiore enfasi sul mercato interno, una spinta alle riforme strutturali e il rilancio degli investimenti sia privati che pubblici.