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Ue, Italia chiede incentivi riforme, Schaeuble puntualizza

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. REUTERS/Thomas Peter (Reuters)

BRUXELLES (Reuters) - I risultati raggiunti per consolidare i conti pubblici vanno salvaguardati, ma l'Europa deve tornare a crescere e a creare occupazione e per andare in questa direzione deve incentivare i paesi a compiere le riforme. Lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan nel presentare le priorità della presidenza italiana dell'Unione europea oggi a Bruxelles. Roma, che guiderà l'Ue fino a fine dicembre, ambisce a spostare il focus dall'austerità di bilancio alle misure per sostenere l'economia. Parlando oggi da Venezia, il premier Matteo Renzi ha detto che ogni centesimo speso per le infrastrutture digitali dovrebbe essere escluso dal calcolo del deficit. Le ambizioni italiane si scontrano, però, contro la diffidenza dei paesi più rigoristi, Germania in testa, che temono un allentamento della disciplina fiscale come conseguenza dell'uscita dalla fase più acuta della crisi dei debiti sovrani. "E' arrivato il momento di ragionare su quale strategia sia necessaria per tornare a crescere", ha detto Padoan che oggi presiede la riunione dell'Ecofin. "Tutti gli stati membri devono progredire nell'agenda delle riforme strutturali.... è indispensabile rafforzare gli incentivi per fare e implementare le riforme", ha aggiunto il ministro. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si è detto d'accordo sulle priorità indicate dall'Italia, ma ha voluto rimarcare la necessità di conti pubblici in ordine. "Il focus sulla crescita, sulle riforme e alla lotta contro la disoccupazione che l'Italia ha messo al centro del programma della sua presidenza è un accento giusto", ha detto Schaeuble, aggiugendo però che "le riforme strutturali non sono un'alternativa o una scusa al consolidamento fiscale". La bassa crescita e il rischio di deflazione rendono particolarmente difficile per l'Italia ridurre il debito pubblico, visto in salita a un soffio da 135% a fine 2014. Nel corso dei sei mesi di presidenza europea, Roma mira a promuovere l'utilizzo dei margini di flessibilità previsti nelle regole del Patto di Stabilità e Crescita, relativamente al percorso di rientro dal deficit e del debito, per i Paesi che implementano riforme. L'Italia non ha fornito, però, esempi di quali incentivi potrebbero spingere i paesi europei a riformare le proprie economie e non ha fatto richieste specifiche ai partner europei. Nei mesi scorsi esponenti del governo italiano hanno suggerito che le istituzioni europee dovrebbero permettere ai paesi di scomputare spese per investimenti dal calcolo del deficit. Anche la spesa pubblica destinata a cofinanziare l'utilizzo dei fondi europei dovrebbe essere esclusa, secondo alcuni ministri. Padoan oggi ha notato che alcune riforme comportano costi e possono produrre resistenze sociali nel breve periodo che spesso scoraggiano i governi a puntare ai vantaggi che si potrebbero avere nel lungo periodo. Nel dibattito pubblico anche il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha sottolineato che la linea da seguire è quella delle regole esistenti e la flessibilità non può superare le norme attuali. Stamattina l'olandese aveva sottolineato i problemi dell'economia italiana. "L'Italia ha mostato una crescita della produttività vicina allo zero per molti anni e deve migliorare", aveva detto il presidente Eurogruppo. Lo spagnolo Luis De Guidos è parso più vicino alla linea di Roma. "Non c'è conflitto tra riforme e consolidamento," ha detto il ministro delle finanze spagnolo, che ha aggiunto "l'enfasi sulle riforme è vitale perchè producono ricadute negli altri paesi e hanno effetti positivi sul bilancio." Le linee di azione attraverso cui l'Italia mira a sostenere crescita e occupazione sono una maggiore enfasi sul mercato interno, una spinta alle riforme strutturali e il rilancio degli investimenti sia privati che pubblici. (Francesca Landini) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia (Francesca Landini)