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UniCredit apre porta a buyback dopo risultati trimestrali solidi

Il logo Unicredit in una filiale a Siena

di Valentina Za

MILANO (Reuters) - UniCredit apre la porta al suo primo buyback in più di dieci anni dopo aver registrato robusti utili nel terzo trimestre, che hanno spinto il titolo in rialzo di quasi il 6%.

I risultati e il potenziale buyback mostrano come la ristrutturazione avviata dal CEO Jean Pierre Mustier stia cominciando a dare i suoi frutti. Fin dal suo arrivo a metà 2016, il manager ha venduto asset e tagliato i costi.

Nell'ambito del piano di dismissione degli asset non-core, UniCredit ieri ha venduto il suo 8,4% in Mediobanca, in cui era prima azionista.

Il titolo ha toccato i massimi da aprile dopo la crescita annua del 26% dell'utile del terzo trimestre 'adjusted' per poste straordinarie e la conferma dei target dell'intero anno.

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Nonostante sia salita in borsa del 30% quest'anno, UniCredit scambia a circa la metà del valore dei suoi asset tangibili. Una valutazione che riflette le sfide affrontate dalle banche europee, tra cui un mercato frammentato, business model datati, la necessità di investimenti ampi in tecnologia e la dura competizione da parte di soggetti non bancari.

"L'Europa ha bisogno di banche più grandi ma non vedo alcuna operazione di M&A in questo momento", ha detto Mustier agli analisti, citando come motivazioni le basse valutazioni delle banche e i requisiti aggiuntivi di capitale che sarebbero richiesti in caso di fusioni.

Fonti in passato hanno riferito che Mustier ha studiato una possibile offerta per la tedesca Commerzbank ma è stato costretto ad accantonare il progetto.

"Oggi quello che funziona molto, molto bene è riacquistare azioni a sconto sul tangible book,", ha detto Mustier rimandando al capital markets day del 3 dicembre, quando presenterà il nuovo piano a Londra.

Il banchiere ha aggiunto che da contatti con la Banca centrale europea è emerso che il regolatore sarebbe disposto ad autorizzare buyback se la banca ha sufficiente capitale.

A fine settembre UniCredit ha rafforzato il suo CET1 al 12,6% grazie alla vendita della quota residua in FinecoBank.

Tornando ai conti del trimestre, i forti guadagni dell'attività di trading, le più alte commissioni e il calo delle perdite su crediti hanno compensato l'impatto della contrazione del margine di interesse portando a un utile netto di 1,1 miliardi di euro.

Gli analisti indicavano in media un utile netto di 1,01 miliardi su ricavi per 4,57 miliardi, secondo un consensus raccolto dalla banca.

Grazie alla cessione di 4 miliardi di crediti su mutui, UniCredit ha ridotto il rapporto tra crediti deteriorati e impieghi (Npe ratio) al 5,7%, il miglior livello tra le banche italiane, in calo del 15% da quando Mustier è alla guida della banca.

Inoltre, nell'ambito del piano di riduzione dell'esposizione domestica, la banca ha tagliato il portafoglio di titoli governativi italiani di 3,6 miliardi nel trimestre.

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(in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)