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USD offerto dopo lo shutdown negli USA, BoJ in primo piano

Pressione a normalizzare per la Banca del Giappone

By Peter Rosenstreich

Per il momento la Banca del Giappone manterrà la sua politica invariata. Lo slancio positivo dei prezzi dà alla BoJ la possibilità di non intervenire, nonostante le congetture su una normalizzazione anticipata. Ma per la BoJ il tempo sta scadendo, e il mercato lo sa. Anche se possiamo discutere sui dati, sicuramente non è possibile continuare ad allentare la politica all’infinito.

Nelle sue Prospettive su Economia e Prezzi, la banca prevede una revisione al rialzo sia per l’inflazione, sia per la crescita. La ripresa economica globale sosterrà la crescita del PIL nipponico. L’inflazione dei prezzi al consumo dovrebbe migliorare gradualmente (venerdì il Giappone ha registrato un aumento allo 0,5% dell’IPC di fondo, rispetto allo 0,2% di novembre), anche se rimane sotto l’obiettivo del 2%. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) frattempo, diminuisce l’efficacia dell’azione politica e della comunicazione nel far indebolire lo yen. Il rapido aumento dei rendimenti USA non ha, come avviene invece di consueto, stimolato l’apprezzamento dell’USD/JPY. Inoltre i persistenti rischi geopolitici (messi in risalto dallo shutdown del governo USA) e la potenziale delusione per la crescita cinese potrebbero innescare un apprezzamento dello JPY.

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Improbabile uno “shutdown” duraturo negli USA

By Vincent Mivelaz

Quella di lunedì promette di essere una giornata burrascosa al Senato. Venerdì i lunghi e difficili negoziati fra repubblicani e democratici sono finiti con un nulla di fatto rispetto all’approvazione del budget del governo. La causa principale di dissenso è stato il ritiro del programma Daca, che proteggeva i giovani migranti, chiamati “dreamers”, dalla deportazione. Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza, lunedì e per tutta la settimana 700.000 dipendenti governativi non lavoreranno, finché non verrà firmato il decreto! Gli altri servizi governativi considerati “vitali”, come per esempio il traffico aereo, la sicurezza interna (forze armate), le agenzie per la sicurezza nazionale e quelle incaricate a far rispettare la legge, continueranno a funzionare. Stando al leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, i repubblicani sono pronti a sostenere una riforma dell’immigrazione, a patto che i democratici accettino un decreto per il finanziamento temporaneo delle attività governative, fino all’8 febbraio o oltre, una soluzione temporanea che dovrebbe però evitare ulteriori danni che costerebbero miliardi.

A nostro avviso, l’eventualità di uno shutdown prolungato, come quello di 16 giorni che avvenne durante i negoziati per la riforma sulla sanità “Obamacare”, che secondo Standard & Poor’s costò 24 miliardi di USD, o quello di 27 giorni nel 1995 sull’assicurazione sanitaria per la popolazione anziana, è meno probabile. Continuiamo a credere che i decreti temporanei saranno soluzioni passeggere, finché le parti non arriveranno finalmente a un accordo sulla controversia dei “dreamers”.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online