Voluntary disclosure, Greco: capitali non rientrano per paura bail-in
ROMA (Reuters) - Dei circa 60 miliardi regolarizzati con la prima 'voluntary disclosure', ne sono fisicamente rientrati in Italia solo 16 anche a causa del bail-in, la regola europea che impone perdite ad azionisti e creditori in caso di salvataggi bancari. A suggerirlo è Francesco Greco, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano, nel corso di un'audizione alla Camera sul decreto fiscale. "I problemi sono due: l'eccessiva burocratizzazione del rapporto con la banca e il pericolo bail-in", ha detto il magistrato. La prima edizione della procedura di collaborazione volontaria, con la quale è possibile sanare i capitali nascosti sia in Italia all'estero, ha permesso allo Stato di raccogliere oltre 4 miliardi compresi gli interessi. Il governo, tramite il decreto, ha riaperto i termini della sanatoria e gli evasori potranno aderire dal 24 ottobre 2016 al 31 luglio 2017. Il gettito, pari a 1,6 miliardi, concorre ad assicurare le coperture della manovra da 27 miliardi. Greco difende il governo dalle accuse di essere morbido con chi evade le tasse e dice che "c'è molta confusione sul concetto di scudo fiscale, condono e programma di disclosure". La voluntary disclosure prevede il pagamento di tutte le imposte con un regime premiale su sanzioni e pene previste in caso di reati fiscali. Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia