Zona euro, inflazione raggiunge nuovi massimi e probabile picco
FRANCOFORTE (Reuters) - Questo mese l'inflazione nella zona euro è avanzata ai massimi storici sulla scia dell'aumento dei prezzi dell'energia e ha probabilmente raggiunto il picco prima di una lenta flessione che la farà restare alta per gran parte del prossimo anno.
È quanto mostrano le stime flash a cura di Eurostat.
Nei 19 paesi che condividono l'euro l'inflazione è aumentata al 4,9% a novembre, massimo in 25 anni di rilevazioni, in rialzo rispetto al 4,1% del mese scorso e ben oltre le attese pari al 4,5%.
I prezzi dell'energia sono in rialzo del 27% rispetto a un anno fa a causa dell'impennata dei costi del petrolio, mentre l'inflazione legata ai servizi e ai beni industriali non energetici, che in passato hanno spesso rallentato la crescita dei costi, sono entrambi al di sopra del 2% e suggeriscono un rapido incremento della pressione dei prezzi sottostante.
Sebbene l'inflazione si attesti a oltre il doppio del target della Banca centrale europea del 2% è improbabile che l'aumento possa portare a interventi di politica monetaria, nonostante i dati presentino una lettura non confortante e possano innescare pressioni politiche sulla Bce affinché tenti di limitare la crescita dei prezzi.
Francoforte sostiene che l'aumento dell'inflazione è di natura temporanea, per una serie di fattori una tantum e che rallenterà con il tempo, pertanto qualsiasi iniziativa di politica monetaria risulterebbe controproducente poiché ostacolerebbe la crescita economica proprio mentre l'inflazione cala in maniera autonoma.
Il problema che turba i banchieri centrali al momento è che l'inflazione potrebbe impiegare mesi per scendere ed è probabile che rimanga al di sopra del target Bce fino alla seconda metà del 2022. Si tratta di una sfida comunicativa per una banca che ha faticato a convivere con un'inflazione bassa per un decennio e ha poca esperienza con un aumento dei prezzi al di sopra degli obiettivi.
Anche l'inflazione sottostante, misura importante per i banchieri centrali poiché esclude le componenti volatili di cibo ed energia, ha registrato una crescita.
L'inflazione che esclude alimentari e prezzi del carburante e una misura ancor più ridotta che non prende in considerazione neanche i costi di alcol e tabacco sono salite entrambe al 2,6%, superando di molto le attese pari al 2,3%.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Stefano Bernabei, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)