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Zona euro, inflazione supera attese e raggiunge nuovo massimo storico

Bandiere dell'Unione europea a Francoforte, in Germania

FRANCOFORTE (Reuters) - L'inflazione della zona euro ha superato nuovamente le aspettative questo mese per toccare un nuovo massimo storico, lasciando prevedere ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea in un contesto in cui le pressioni sui prezzi sembrano allargarsi.

La crescita dei prezzi al consumo nei 19 Paesi che condividono l'euro è accelerata al 10,7% in ottobre dal 9,9% del mese precedente, battendo le aspettative di un sondaggio Reuters che convergevano su 10,2%, con l'inflazione in Germania, Italia e Francia aumentata più del previsto, secondo i dati Eurostat di oggi.

I prezzi dell'energia hanno continuato a guidare l'inflazione, ma anche i prodotti alimentari e i beni industriali importati hanno contribuito alla forte crescita dei prezzi al consumo, mentre i servizi hanno giocato un ruolo marginale questo mese.

La Bce ha aumentato i tassi di 200 punti base complessivi negli ultimi tre mesi e ha promesso un ulteriore inasprimento già a dicembre. Ma i mercati hanno iniziato a prevedere un rallentamento dei rialzi dei tassi, con la recessione che incombe e i prezzi del gas in ritracciamento dai massimi storici.

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Tuttavia, è probabile che i banchieri centrali siano preoccupati per il fatto che la crescita dell'inflazione core, che filtra la volatilità dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti, ha continuato ad accelerare, indicando un allargamento delle pressioni sui prezzi, il che aumenta il rischio che l'inflazione elevata si consolidi.

In effetti, l'inflazione al netto degli alimentari non lavorati e dell'energia ha accelerato al 6,4% dal 6,0%, mentre una misura ancora più ristretta che filtra anche alcol e tabacco è salita al 5,0% dal 4,8%.

La scorsa settimana, i mercati hanno ipotizzato un rialzo dei tassi dopo che la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha fornito una prospettiva cupa per la crescita economica, ma da allora una serie di dati negativi sui prezzi ha fatto cambiare almeno in parte il sentiment degli investitori.

Anche Klaas Knot, il 'falco' a capo della banca centrale olandese, ha contribuito a far risalire le aspettative dopo aver detto che è necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria e che il rialzo di dicembre sarà tra 50 e 75 punti base.

Il tasso di deposito della Bce, attualmente all'1,5%, è visto raggiungere un picco appena inferiore al 2,9% nel 2023, ben al di sopra delle aspettative del 2,6% dopo la riunione della Bce di giovedì scorso. Il numero è comunque inferiore al 3,2% che i mercati prevedevano fino a qualche settimana fa.

Parte del cambiamento è dovuto al fatto che gli economisti prevedono ora che il blocco rimanga in recessione fino alla fine del primo trimestre del 2023 e che il rallentamento abbia fisiologicamente un effetto deflazionistico, rendendo più facile il lavoro della Bce.

Anche i prezzi del gas, benché ancora elevati, sono in netto calo rispetto ai picchi di fine estate, il che fa sperare che per l'Europa sia più facile di quanto si temeva liberare la propria economia dal gas russo.

Ma l'euro debole sta aumentando le pressioni sui prezzi, mentre anche la crescita dei salari sta aumentando, una preoccupazione fondamentale in quanto una spirale salari-prezzi renderebbe l'inflazione ancora più difficile da spezzare.

La prossima riunione della Bce si terrà il 15 dicembre e una serie di nuovi dati sull'economia, oltre alla guidance della Federal Reserve sulla propria politica economica, potrebbero guidare la decisione più delle statistiche odierne.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Sabina Suzzi)