Dottoressa col megafono: "Vinceremo la battaglia"
La pneumologa Sarah Barbuto, in servizio all'ospedale Morelli di Sondalo (Sondrio) lancia un messaggio di speranza ai pazienti che combattono il coronavirus
La nuova Autostrade è pronta, il contratto con l'esecutivo no.
La partnership tra Fabrick, Doconomy e Mastercard permette alle banche di misurare le emissioni generate dai consumi quotidiani delle persone
Secondo Save the Children un bimbo di sei anni avrebbe perso la vita nei campi del nord est della Siria da giorni funestati dal maltempo e oltre 40mila persone subiscono disagi; c'è chi ha dormito all'addiaccio con zero gradiView on euronews
L’avventura di Franck Ribery alla Fiorentina è senza dubbio controversa, ricca di giocate...
(Reuters) - I Paesi dell'Unione europea stanno cercando di assicurarsi in fretta siringhe speciali per l'estrazione della sesta dose da ogni fiala del vaccino anticovid di Pfizer, nel tentativo di vaccinare un maggior numero di persone ed evitare spese extra.Il vaccino sviluppato da Pfizer e dall'azienda partner tedesca BioNTech è stato il primo a ricevere l'approvazione da parte della Ue a dicembre.
A Roma si parla con insistenza di un Fonseca con le ore contate: ecco perché sarebbe un errore esonerarlo adesso.
(Reuters) - Gli indici principali di Wall Street sono vicini ai massimi record, con gli investitori che contano su maggiori misure di stimolo e una rapida distribuzione dei vaccini per sostenere l'economia dall'amministrazione Biden, dopo che dati macro hanno mostrato un indebolimento della ripresa del mercato del lavoro.Ad aver fatto richiesta di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana sono stati 900.
Tre calciatori di Serie A sono presenti nella squadra della settimana di FIFA 21.
Articolo aggiornato alle ore 18 AGI - È morta la bambina di 10 anni di Palermo che si era avvolta una corda attorno al collo, secondo gli inquirenti per partecipare a una 'sfida di soffocamento estremo' sul social TikTok. La piccola del quartiere Kalsa la sera di mercoledì 20 gennaio era stata portata dai genitori disperati all'ospedale "Di Cristina" dopo un arresto cardio-circolatorio: i medici del pronto soccorso erano riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi. I tentativi di rianimarla I medici avevano riferito che era caduta in "coma profondo per un'encefalopatia post-anossica prolungata" e l'avevano ricoverata in terapia intensiva ma le sue condizioni erano apparse subito critiche. Poi è stata dichiarata la morte cerebrale e i genitori hanno acconsentito all'espianto degli organi per la donazione multipla. Sequestrato lo smartphone Sulla vicenda indaga la polizia che ha sequestrato lo smartphone. I genitori disperati che l'hanno trovata esanime per terra dopo l'assurda prova di resistenza nota come 'blackout challenge'. I medici del pronto soccorso sono riusciti a riavviare il battito dopo diversi tentativi e hanno eseguito diversi esami diagnostici per verificare i danni agli organi in seguito all'asfissia. La ricostruzione Secondo le prime ricostruzioni fornite dal padre, la bambina stava giovando nel bagno di casa. La piccola aveva l'estremità di una accorda stretta attorno al collo e l'altra parte attaccata alla barra porta-asciugamani, come se fosse impiccata. Accanto a lei lo smartphone. Per liberarla è stato necessario tagliare la corda, ma la piccola non dava segni di vita dopo l'assurda prova di resistenza Sul caso indaga la Polizia che ha sequestrato lo smartphone della bambina. Dopo il decesso sono iniziate le procedure di accertamento previste dalla legge da parte dell'apposita commissione di clinici, in raccordo con l'autorità giudiziaria. La richiesta di norme più severe Immediate le reazioni di sdegno per l'episodio e le richieste di un giro di vite contro i giochi estremi promossi attraverso i social. "Servono regole severe che impediscano l'accesso a chi non ha l'eta' stabilita e che sanzionino in modo efficace chi pubblica e condivide contenuti che istigano alla violenza e all'autolesionismo", ha detto l'avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime, che aggiunge: "Come mai una bambina di dieci anni aveva un profilo o accesso a TikTok, dato che si tratta di un social che, in base alle sue regole, consente l'iscrizione a partire dai 13 anni? Regole però non soggette a controlli particolari, e così basta mentire sull'età e ci si iscrive. Non si vuole capire che i social non sono giocattoli per bambini, ma mondi virtuali in cui, spesso senza i dovuti controlli, vengono caricati video e immagini assolutamente non idonei a menti acerbe che non possono capire né i contenuti ne' le conseguenze cui vanno incontro partecipando a certe assurde sfide. E i genitori o gli adulti dovrebbero controllare, sempre, sia chi seguono i loro figli, sia i loro follower". La replica di TikTok TikTok replica assicurando di non aver "riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato" alla 'blackout challenge'. "Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre piu' sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina" ha dichiarato un portavoce di TikTok, "La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, per questo motivo non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi". "Utilizziamo" ha aggiunto il portavoce, "diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy. Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini".
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Davvero il capo dei servizi segreti l'avrebbe minacciata su ordine del sovrano?
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Andersen continua a rafforzare il proprio vantaggio competitivo in Africa con la stipula di un contratto di collaborazione con lo studio fiscale full-service Kashadah & Co. in Libia.
Finalmente puoi lasciare i social senza rimpianti.
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AGI - In un'epoca di strutture musicali imponenti, in cui il lato tecnologico della composizione musicale ha preso nettamente la scena, c'è un cantautore torinese che invece trova la sua illuminazione proprio nel sovvertire questo trend, nel mettere l'arte, o magari la propria semplice voglia o necessità di esprimere il suo, al centro del proprio progetto musicale. Si chiama Andrea Laszlo De Simone, il pubblico più attento a quel che accade nella scena indi(e)pendente l'ha scoperto grazie a “Uomo donna”, album del 2017, forse tra i migliori sfornati negli ultimi 50 anni di italico pop; immaginatevi Frank Zappa che nel secondo ventennio del 2000 propone una versione genialoide e dalla libera ispirazione poetica dei migliori Lucio Battisti e Claudio Rocchi. E' uscito il 15 gennaio “Vivo”, suo ultimo singolo, che in realtà ha già visto la luce poche ore prima di Capodanno sul sito vivo2021.tv, salvo poi sparire dopo 12 ore in attesa dell'uscita ufficiale. Una sorta di pre-ascolto con i connotati dell'installazione artistica, un progetto senza precedenti nella discografia italiana, infatti a corredo del brano era (ed è di nuovo) possibile tramite un software collegarsi a telecamere sparse in tutto il mondo in modalità random, da Times Square alla regione artica popolata dagli orsi polari, come uno zapping su una realtà triste che crea una affascinante distopia con il titolo della canzone: “Vivo”. Ecco, appunto, “Vivo”, si tratta di un brano che sembra provenire da lontano, dai meandri della nostra memoria più romantica e nostalgica, un brano dalla poetica ipnotizzante che crea dipendenza, forte di una bellezza quasi disturbante. È l'effetto delle opere di Andrea Laszlo De Simone, personaggio del tutto atipico del panorama italiano, che mentre i colleghi sgomitano su Instagram a caccia dell'ennesimo follower lui deve violentarsi per salire su un palco a cantare e nel giorno dell'uscita del suo ultimo singolo annuncia, rigenerato, di aver rinunciato allo smartphone, roba che ormai nemmeno le nonne dell'entroterra molisano. A uno sguardo poco attento la cosa potrebbe risultare come un rigurgito radical-chic, ma poi basta ascoltare i suoi brani per capire, non percepire, proprio capire, qual è il materiale umano e spirituale e filosofico che fa da motore ad Andrea Laszlo De Simone, come artista e come uomo, e quanto l'uomo e l'artista siano incapaci di scindersi in due entità che di tanto in tanto si fanno gli affari propri, ma senza mai lasciare questo pianeta in inutili e ruffiani voli pindarici. Lo stile della sua musica non è solo unico, è quasi inspiegabile, bilancia l'imbilanciabile, perlomeno di questi tempi, l'intellettualismo e una sorta di finta svogliatezza verso il concetto stesso di trend, musicale e sociale; un'essenza cool e l'artigianalità di una bottega di provincia, baciata dal sole e dall'inesistenza. “Vivo” è più di un bel brano, “uno stato d'animo” come lo ha definito lui stesso, una sensazione avvolgente che fa rima con capolavoro, come quasi tutti i brani che il cantautore che non vuole essere chiamato cantautore e al quale, come leggerete, non frega nemmeno questo granché del cantautorato, ha proposto quasi suo malgrado negli ultimi anni. Questo perché ci sono gli artisti bravi, capaci di tradurre in musica la propria anima, capaci di prenderci per mano per portarci altrove, con la grazia e il talento e la professionalità necessari a condurci; e poi ci sono gli Andrea Laszlo De Simone, che sono piccoli miracoli che, semplicemente, capitano, così, come un acquazzone estivo che ti sorprende quando non hai un ombrello, ma tu te ne freghi perché fa caldo, senza un senso apparente, senza una logica industriale predefinita. Capitano. E si possono solo stare a guardare come si guarda il successivo arcobaleno, senza la vacua voglia di acchiapparlo. Prima di tutto, hai deciso se nella vita fai o meno il musicista? Continuo a fare il papà e continuo a registrarmi le canzoni. Non posso definirmi un musicista perché effettivamente non so né leggere né scrivere la musica. Non posso definirmi nemmeno un compositore né un arrangiatore per le stesse ragioni e non posso definirmi un produttore perché effettivamente non ho mai fatto un corso né una scuola per diventare ingegnere del suono. Io queste cose le faccio tutte, ma le faccio da autodidatta e per passione. Come dire: aggiusto il mio lavandino, ma non mi sento un idraulico. Hai dichiarato di non conoscere Battisti, di non avere riferimenti letterari, di non andare ai concerti…è tutto vero? Sembra abbastanza inverosimile… Dunque, prima di dar per vero quello che puoi aver letto ci tengo a precisare che non ho mai dichiarato di aver conosciuto Battisti solo dopo che mi hanno paragonato a lui. Sono senz'altro stato frainteso o come capita a volte “reinterpreto”. Al massimo posso aver detto di non essere un gran conoscitore di Battisti ed è vero, ma tutti sanno chi è e lo so anche io. Non sapevo invece chi fosse Claudio Rocchi prima che mi accostassero a lui. Per quanto riguarda la lettura invece si, è vero. Ho sempre bisogno di fare...di produrre qualcosa e quindi effettivamente non riesco a dedicarmi ad attività di assorbimento come la lettura, ma vengo da una famiglia di ottimo livello culturale che è stata in grado di fornire a me e ai miei fratelli stimoli di varia natura. In casa nostra si parlava tanto e qualsiasi argomento era in grado di dare inizio a un lungo e approfondito dibattito. È grazie a loro se mi sono potuto permettere il “lusso” di non leggere senza sprofondare nella più totale sprovvedutezza. Quindi sei più preparato di quel che vuoi dare a bere…? La mia conoscenza musicale è inferiore a quella di un ascoltatore medio, questo è sicuro, ma mio fratello maggiore è un musicista ed io sono cresciuto giocando con la musica come si gioca con i lego. Lui era un grande appassionato dei Queen all'epoca, mia madre ascoltava principalmente musica classica e mio padre amava soprattutto il jazz. Mia sorella era ed è tutt'ora onnivora. Io semplicemente invece di indagare nello specifico qualche musicista ho indagato soprattutto gli strumenti musicali che c'erano in casa. Mi sono concentrato principalmente sulla batteria per parecchi anni. Ad ogni modo dal mio punto di vista la musica è qualcosa che si fa. Ma davvero è così assurdo che uno faccia musica senza essere un gran conoscitore della materia? Non lo dico affatto per fare polemica eh, anzi devo dire che questo stupore mi lusinga! Ma in realtà non è come se avessi detto di essere stato allevato dagli scimpanzè, ho solo ammesso di conoscere poca musica...e a ben vedere infatti non è poi così eccezionale quello che ho fatto fino ad oggi. Permettimi di dissentire… Faccio cose tutto sommato piuttosto semplici da un punto di vista esecutivo e con tecniche di registrazione empiriche e basilari. La mia tecnica principale è schiacciare il tasto “Rec”. Non sono un fonico, ma i dischi che ho pubblicato lì ho fatti al 90% da solo in casa e con mezzi scadenti. E ti garantisco che in realtà si sente. Infatti per me la cosa più sorprendente in tutto ciò è che quello che ho fatto empiricamente e per piacere personale abbia incontrato l'interesse di qualcuno che poi ha voluto pubblicare i dischi che poi hanno fatto un percorso fino ad arrivare a te che ritieni che quello che ho fatto sia così “speciale” da non poter credere che io non sia uscito dal conservatorio e che non abbia una laurea in filologia romanza. Per me questo è quello che è difficile da credere, ma è anche molto lusinghiero. Se è vero, cos'è che ti affascina allora del cantautorato? A dire il vero non sono affascinato dal cantautorato. Ma in generale raramente mi affascina qualcuno che si mette in mostra. Mi affascinano molto di più le persone che stanno in disparte perché con ogni probabilità hanno qualcosa di prezioso da proteggere. Anche per questo continuo ad avere problemi con il lato espositivo della faccenda musicale. Ecco, registrare (io compongo registrando) per me è una necessità imprescindibile; pubblicare e fare concerti invece è un lavoro ed anche particolarmente impegnativo emotivamente e fisicamente. Ma può regalare delle soddisfazioni. Tu sicuramente mi vedi come un cantautore ma io l'unica cosa a cui penso è a quanto amo la mia ritualità. Mi vengono le farfalle nella pancia se immagino di accendere il computer girarmi una sigaretta, assicurarmi che tutti dormano e cominciare a registrare. Cos'è che rende unico Andrea Laszlo De Simone come lo vediamo noi da questa parte? Questo dovrei chiederlo io a te! Le tue canzoni, per come sono scritte, cantate e prodotte sembrano arrivare da un passato lontano ripreso con un'intenzione puramente vintage…sei musicalmente nostalgico? No, non sono nostalgico, ma nemmeno aderente al presente. L'unica cosa a cui aderisco sono i limiti dei mezzi che ho a disposizione sommati ai limiti delle mie qualità. Intorno a quello cerco di ottenere un suono che mi sembri coerente a se stesso. Quando una canzone è sussurrata probabilmente i miei figli stavano dormendo. Quando è gridata probabilmente erano a scuola. E via dicendo. Acusticamente la produzione in realtà è molto distante da quelle di una volta, ma credo che la tendenza ad accostare quel che faccio al passato sia legata al fatto che registro con una certa spontaneità e forse la spontaneità non è esattamente la caratteristica dominante dei nostri giorni in campo espressivo. Ad esempio registro anche se suonano le campane o se passa il tram, se mio figlio dice papà o se ride...ed è possibile anche che la bassa qualità della scheda audio che ho utilizzato favorisca l'idea che sia qualcosa di rovinato dal tempo. Io credo di curare gli arrangiamenti in maniera talmente maniacale che poi anche se la qualità sonora non è eccezionale, si capisce che dietro c'è comunque molto lavoro e dedizione e si finisce per pensare che sia una cosa anche tecnicamente ben fatta e di conseguenza ponderatamente vintage, ma in realtà non è così o comunque non corrisponde ad un calcolo scientifico. In più aggiungerei un elemento buffo: le persone in media quando vedono dei baffi vedono vintage. Dici che è una questione di baffi? È interessante, perché credo che i baffi si portino dalla notte dei tempi. Io ad esempio indosso quelli di mio zio, che indossava a sua volta probabilmente quelli di suo nonno e del suo bisnonno, ma evidentemente gli anni ‘60 e ‘70 sono riusciti a farsi una certa pubblicità a livello di immagine se ora i baffi sono diventati una loro esclusiva. Rispondo così perché penso che quando dici “vintage” tu ti riferisca a quel periodo storico e non ai contadini del 1800. In Italia c'è ancora spazio per il cantautorato? Per temi complessi e profondi? Non sono certo di pensare che alla musica serva spazio. Credo che chiunque faccia musica la faccia per se stesso e la farebbe anche se fosse l'ultimo uomo sulla terra. Se parli di industria invece...beh...non me ne intendo di industria musicale. Dove vuoi arrivare con il tuo progetto musicale? In una stanza buia con il computer accesso e degli strumenti musicali. Cosa significa la musica per te? Quella solitudine in cui si è completamente liberi senza rischiare di far del male a nessuno.
Piazza Affari indietreggia oggi non accodandosi ai rialzi di Wall Street. Oltreoceano gli indici principali della Borsa di New York hanno approcciato nuovamente i massimi storici, poiché gli investitori contano su un maggiore sollievo dalla pandemia e sul lancio rapido dei vaccini sotto l'amministrazione Biden per sostenere l'economia. In Europa oggi era il Bce-day. Come da attese nessuna sorpresa dalla prima riunione del 2021. I tassi di interesse sono rimasti fermi a zero ed è stata conferma la dotazione complessiva nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), che a dicembre era stata innalzata a 1.850 miliardi di euro. Gli acquisti andranno avanti almeno fino a marzo 2022. “La BCE mantiene il pilota automatico e, in assenza di un'apocalisse zombie, non ci aspettiamo alcuna decisione significativa in materia di politica monetaria da parte della BCE durante la prima metà dell'anno - commenta Konstantin Veit, Portfolio Manager European Rates di PIMCO - . La Banca Centrale monitorerà gli sviluppi delle condizioni macroeconomiche durante i prossimi mesi e risponderà ad eventuali inasprimenti delle condizioni di finanziamento con il PEPP, in conformità con il suo framework di controllo della curva dei rendimenti". La prima riunione interessante potrebbe essere quella di settembre, dato che la BCE prevede di concludere la revisione della strategia in quel periodo. In chiusura il Ftse Mib ha ceduto lo 0,98% a 22.428 punti. Tra le big giornata difficile per ENI, scivolata indietro del 2,31%; peggio hanno fatto anche gli altri titoli oil: -4,8% Saipem e -3,21% Tenaris. Tra i peggiori di giornata Leonardo scesa di oltre il 4%. Male anche Stellantis (-2,13%) reduce dal tris di rialzi che hanno contraddistinto i suoi primi giorni di quotazione. Enel, titolo di maggiori peso del Ftse Mib, ha invece ceduto l'1,39%. Tra le banche ritraccia Unicredit (-1,28%) che riesce comunque a tenere sopra la soglia degli 8 euro. Si aspettano novità sul fronte scelta del nuovo ceo. Il Corriere della Sera riporta oggi che sono quattro i nomi nella rosa dei candidati per il nuovo amministratore delegato di Unicredit: Andrea Orcel, Flavio Valeri, Fabio Gallia e Carlo Vivaldi. "Vediamo Unicredit al centro di un vortice di eventi: la selezione del nuovo ceo, il rinnovo del board, la ridefinizione della strategia, eventuale M&A, gestione della pandemia e potenziale crisi di governo in Italia", argomenta Mediobanca Securities che lo scorso mese ha declassato il titolo a underweight a seguito dell'annuncio dell'uscita di Mustier. "Vediamo l'identificazione del nuovo ceo come prerequisito per dispiegare tutti gli altri nodi e ridefinire il caso di investimento del titolo", aggiungono gli analisti di Piazzetta Cuccia.
L'immagine è stata immortalata da una giornalista del Delaware News Journal. Non si conosce l'identità dell'uomo e i motivi che l'abbiano spinto al gesto
Sempre in cima alla lista dei desideri Marcos Alonso ed Emerson Palmieri, ma c'è una pista a sorpresa.
AGI - Si chiama NeoVax, è un vaccino antitumorale che potrebbe essere efficace nel mantenere il controllo delle cellule cancerose anche a distanza di quattro anni dalla somministrazione. Pubblicato sulla rivista Nature Medicine, il promettente risultato è stato raggiunto dagli esperti del Dana-Farber Cancer Institute, del Brigham and Women's Hospital e del Broad Institute presso il Massachusetts Institute of Technology e della Harvard University, che hanno sviluppato una procedura immunizzante volta a sollecitare la risposta immunitaria contro le cellule tumorali in modo specifico per ogni paziente. "Dopo quasi quattro anni dalla vaccinazione - riporta Catherine J. Wu, del Dana-Farber Cancer Institute - le cellule del sistema immunitario dei pazienti erano attive non solo contro le cellule tumorali con le proteine distintive individuate in fase di trattamento, ma anche contro altre sostanze trovate nelle cellule tumorali". Il team ha coinvolto otto pazienti che avevano subito un intervento chirurgico per melanoma in stadio avanzato e considerati ad alto rischio di recidiva. Nello studio clinico di fase 1 i soggetti sono stati trattati con NeoVax a circa 18 settimane di distanza dall'intervento. "Abbiamo trovato le prove che la risposta immunitaria iniziale e mirata si è ampliata nel corso degli anni per fornire ai pazienti una protezione continua ed efficace dalla malattia - osserva la scienziata - ciò suggerisce che questo vaccino neoantigenico personalizzabile possa stimolare una risposta immunitaria durevole nei pazienti con melanoma". Il vaccino, spiegano gli autori, è costituito da frammenti di proteine, chiamate epitopi, che spuntano dalla superficie cellulare e servono come segnali per il sistema immunitario, provenienti da neoantigeni, proteine anormali sulle cellule tumorali che indicano la natura cancerosa delle cellule. "I neoantigeni si trovano solo sulle cellule tumorali - aggiunge Catherine J. Wu - per cui la risposta immunitaria si concentra solo sulle unita' maligne e non sulle cellule sane. Quando un paziente viene trattato con NeoVax, gli epitopi disegnano una risposta del sistema immunitario contro qualsiasi cellula di melanoma che mostri tali indicatori". Il gruppo di ricerca sottolinea che, a distanza di quattro anni, tutti gli otto pazienti erano in vita, sei non mostravano alcun segno di malattia attiva, mentre negli altri due il cancro aveva raggiunto i polmoni, ma i ricercatori affermano che le cellule T si erano fatte strada nel tessuto tumorale, dove potevano attaccare piu' efficacemente il melanoma. "Abbiamo trovato le prove di una risposta immunitaria forte e sostenuta - ribadisce Patrick A. Ott, collega e coautore di Wu - le cellule T colpivano in modo specifico le cellule cancerose, mantenendo la memoria degli epitopi a cui avevano risposto inizialmente. Le cellule T si sono diversificate per colpire anche gli epitopi del melanoma non inclusi nel vaccino originale". "La persistenza e l'espansione a lungo termine dei linfociti T che mirano al melanoma - concludono gli scienziati - rappresenta una forte indicazione del fatto che i vaccini peptidici neoantigeni personalizzati potrebbero aiutare a controllare i tumori metastatici, in particolare se combinati con l'inibizione del checkpoint immunitario".