Elisabetta Canalis, divertimento con il suo cagnolino
Il cagnolino di Elisabetta Canalis non ne vuole proprio sapere di stare tranquillo e coinvolge la sua padrona in una sfrenata sessione di gioco.
Saranno Noemi e Neffa con il brano 'Prima di andare via' ad aprire la terza serata del festival, quella dedicata ai duetti che presentano le cover della grande musica italiana. A seguire, nell'ordine: Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci in 'Penso positivo'; Francesco Renga con Casadilego in 'Una ragione in più'; Extraliscio feat Davide Toffolo con Peter Pilcher in 'Medley Rosamunda'; Fasma con Nesli in 'La fine'; Bugo feat Pinguini Tattici Nucleari in 'Un’avventura'; Francesca Michielin e Fedez – medley 'E allora felicità'; Prosegue poi Irama con Cyrano', i Maneskin con Manuel Agnelli in 'Amandoti' e Random con The Kolors in 'Ragazzo fortunato'. Undicesimo Willie Peyote con Samuele Bersani in 'Giudizi universali', Orietta Berti con Le Deva in 'Io che amo solo te', Gio Evan con i cantanti di The Voice Senior in 'Gli anni' e Ghemon con i Neri Per Caso – medley - 'L’Essere infinito (L.E.I.)'. Quindicesimi La Rappresentante di Lista con Donatella Rettore in 'Splendido splendente', poi Arisa con Michele Bravi in' 'Quando' e Madame in 'Prisencolinensinainciusol'. Diciottesima Annalisa con Federico Poggipollini in 'La musica è finita', poi Lo Stato Sociale con Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli in 'Non è per sempre', Gaia con Lous and the Yakuza 'Mi sono innamorato di te', Colapesce Dimartino in 'Povera Patria', Coma_Cose con Alberto Radius e Mamakass 'Il mio canto libero', Max Gazze’ con Daniele Silvestri e la Magical Mistery Band in 'Del mondo'. Chiudono Malika Ayane , 'Insieme a te non ci sto più', Ermal Meta con Napoli Mandolin Orchestra in 'Caruso' e Aiello con Vegas Jones con 'Gianna'.
Al via 'Dedicato Alle Donne - Voci e volti', un'iniziativa in collaborazione fra Nove Onlus, il Municipio IX di Roma e le Biblioteche Laurentina e Pier Paolo Pasolini, con il MuCiv - Museo delle Civiltà. Per il secondo anno consecutivo, per tutto il mese di marzo, si parla “del mondo 'al femminile'” che “non deve e non può essere relegato all’azione di contrasto alla violenza contro le donne, ma deve avere quel respiro ampio che ogni donna merita” si legge in una nota del Municipio. Il progetto, nato nel 2018 e guidato dall’Assessore Carmela Lalli, coinvolge i centri propulsori di cultura presenti sul territorio, per promuovere la conoscenza e l’approfondimento di temi importanti e socialmente significativi. Conferenze, incontri, contributi di scrittori e artisti e tanto altro con testimonianze in diretta dal mondo dell’arte, della scienza, e del sociale. Numerosissimi gli interventi in calendario. Si parte dall’Afghanistan con Susanna Fioretti e Livia Maurizi di Nove Onlus; in diretta da Kabul con le driver del Pink Shuttle, le formatrici di WiBh, l’unico hub di formazione femminile del paese, e le giovani imprenditrici del Daring Woman in Business Prize. Arianna Briganti, economista dello sviluppo esperta di diritti umani, analizza le criticità su diritti di genere, corruzione e tratta di esseri umani, fra Balcani, Africa e Estremo Oriente. L’artista Anna Muskardin con la sua opera Red Wall,racconta la forza, l’eccellenza, l’energia e il dolore dell’essere donna. Con l’imprenditrice Francesca Ciccarelli si parlerà di styling e sartoria con l’imprenditrice Francesca Ciccarelli. I fondatori dell’Inclusive fashion racconteranno come hanno rivoluzionato il concetto di moda facendo sfilare indossatori e indossatrici portatori di handicap. Barbara Schiavulli farà vivere l’esperienza sul campo di una reporter di guerra. Si dipingerà sulle note con Antonella Benanzato, pittrice e musicista, in un percorso attraverso suono, colore e meditazione. La fisica Antonella Maraner aiuterà a capire lo story telling della scienza. Con Carolina Fiori e un gruppo di produttrici, cantanti e dj si entrerà nell’esperienza femminile della musica elettronica. Alla scoperta del rapporto di connessioni fra maschile e femminile in Giappone con il fotografo Virginio Favale, la rivoluzione gentile de "Il Cantiere delle Donne" con le giornaliste blogger Silvia Pittarello e Alessia Da Canal e le nuove frontiere del graphic design con Ilaria Valla. Si assisterà inoltre a due importanti proiezioni seguite da dibattito. Il film “La guerra di Cam”, approfondito con la regista Laura Muscardin e Francesco Montini, produttore indipendente Movie Factory. E il corto teatrale “Ma mi dovevi ammazzare proprio così?” con la partecipazione dei componenti della compagnia teatrale “Signori chi è di scena!” e dell’autore Marco Ferri. Si potrà assistere in diretta a queste storie ed esperienze, inedite ed originali, collegandosi al sito del Municipio IX.
Secondo il team Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, i prezzi al rialzo di petrolio e gas sostengono le prospettive di un’economia che nel 2020 ha segnato un calo del PIL ‘solo’ del 3,1%
Un classico della nostra cucina che non smette mai di trovare nuovi fan
Medtronic, da sempre in prima linea nella lotta all’obesità, oggi in occasione della Giornata mondiale dell’obesità, a fianco della European Association for the Study of Obesity (Easo), ha deciso di promuovere e supportare, anche quest’anno, iniziative che contribuiscano alla conoscenza di quella che ancora oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è una delle più diffuse malattie dei nostri tempi, spiega l'azienda in una nota. L’obesità costituisce, infatti, una delle principali problematiche di salute pubblica a livello mondiale, la cui incidenza risulta in aumento costante sia nei Paesi occidentali che in quelli a basso-medio reddito: oggi 800 milioni di persone convivono con essa, di cui 6 milioni in Italia, cioè circa il 10% della popolazione. Si calcola che le sue conseguenze mediche avranno un costo globale di 1.000 miliardi di dollari entro il 2025 e si prevede che l'obesità infantile aumenterà del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo i 250 milioni di individui entro il 2030. L’obesità è una malattia cronica che dipende da fattori genetici, psicologici, socioculturali, economici e ambientali e che ci pone quindi davanti a una sfida globale e alla necessità di una svolta culturale per affrontare in modo efficace questo complesso problema di salute. È con questo scopo, per informare la popolazione in merito ai rischi che questa patologia comporta e per promuovere stili di vita corretti come il movimento fisico e l’alimentazione sana, che Medtronic ha deciso di aderire alle attività di Obecity, progetto di comunicazione integrata lanciato due anni fa per prevenire l’obesità in Italia. Oggi sul sito Obecity.it e sui canali social Facebook, Instagram e Linkedin, il presidente del Centro studi dell’obesità dell’Università degli Studi di Milano professor Michele Carruba ha dato informazioni su questa patologia attraverso un video. Sempre oggi si è tenuta la diretta streaming dal policlinico Agostino Gemelli di Roma di un evento Cook&Play: un appuntamento nel quale alcuni Chef selezionati da Officine Buone hanno preparato ricette salutari – approvate dal Board di Obecity – per i pazienti e per il personale sanitario. A riconferma di questo considerevole impegno, sottolinea sempre Medtronic, l'azienda ha deciso di promuovere ulteriormente il messaggio di sensibilizzazione sui rischi dell’obesità supportando iniziative come l’App Be Ok! – che consente di informare e fare prevenzione sul tema attraverso video-pillole e consigli utili degli esperti – e mediante uno spot sociale destinato al grande pubblico che vede anche il coinvolgimento delle Società scientifiche e del ministero della Salute e che verrà lanciato nelle prossime settimane. Nell’ambito del programma di eccellenza multidisciplinare di Medtronic Open Innovation Lab, infine, è stato concepito Know Hub, un contest basato sulla ricerca e lo studio della 'giornata tipo' del paziente cronico, attraverso la mappatura degli ostacoli e delle barriere che ne limitano la qualità di vita e l’individuazione delle aree di miglioramento che semplifichino il Patient Experience Journey. "Medtronic riconferma anche quest’anno, in occasione del World Obesity Day il suo impegno nella lotta all’obesità - spiega Emanuele Abate, Business Director Surgical Innovations di Medtronic Italia - attraverso molteplici iniziative rivolte al paziente e alle istituzioni. Partnership e innovazione sono infatti elementi cardine attraverso i quali Medtronic veicola la propria missione incentrata intorno al paziente. Siamo partiti quattro anni fa con un position paper su questo tema che ha visto il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e ogni anno continuiamo il nostro impegno nel supportare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e i pazienti, come Obecity e la App Be Ok! per avviare una vera e propria svolta culturale riguardo al tema dell’obesità promuovendo una corretta informazione su questo tema, sulla prevenzione e su percorsi di cura adeguati e sicuri". Azioni incisive e necessarie, rimarca la nota, se si tiene conto che, ad esempio, nel nuovo contesto della pandemia, l’obesità non solo costituisce un notevole fattore di rischio per malattie come quelle cardiovascolari, alcuni tumori e il diabete mellito di tipo 2, ma che le persone obese hanno il doppio delle probabilità di essere ricoverate in ospedale se risultate positive per Covid-19. È quanto emerge da un nuovo rapporto della Public Health England, agenzia esecutiva del Department of Health and Social Care del Regno Unito, che evidenzia come essere gravemente sovrappeso metta le persone a maggior rischio di ospedalizzazione, ricovero in unità di terapia intensiva (Icu) e morte per Covid-19, con un rischio che cresce in modo sostanziale all'aumentare dell'indice di massa corporea (Bmi). Le prove attuali non suggeriscono che avere un eccesso di peso aumenti le possibilità delle persone di contrarre il Covid-19. Tuttavia, i dati mostrano che le persone obese hanno una probabilità significativamente maggiore di ammalarsi gravemente e di essere ricoverate in terapia intensiva rispetto a quelle con un Bmi sano.
AGI - Come accaduto a gennaio e a febbraio, l'Opec+ decide di aspettare che la ripresa economica si rafforzi e che i piani di vaccinazione anti Covid si estendano a livello globale prima di aumentare la produzione di greggio sul mercato mondiale. "Bisogna agire con estrema cautela perché oggi l'unica cosa certa è l'incertezza", ha ammonito il ministro dell'energia dell'Arabia Saudita il principe Abdulaziz bin Salman nel corso della riunione dei 23 paesi produttori Opec e non Opec. "La situazione del mercato del petrolio è migliorata ma le prospettive di una ripresa della domanda rimangono incerte", ha aggiunto. Insomma, tutti i paesi dell'Opec 'allargata' si guardano bene dal commettere l'errore clamoroso che fecero esattamente un anno fa. Era il 6 marzo 2020, da lì a pochi giorni il mondo si sarebbe fermato per la pandemia e all'Opec+ andò in scena la rottura delle trattative tra Russia e Arabia Saudita che portò alla cosiddetta 'guerra dei prezzi'. I due paesi cominciarono a inondare il mercato di greggio e le quotazioni, complice anche i lockdown in giro per il mondo, iniziarono a collassare con i future del Wti che andarono addirittura in negativo. Oggi il mondo è diverso e anche le due super potenze dell'oro nero hanno imparato la lezione. Tanto che Riad, per dare il buon esempio, continuerà a tagliare, anche ad aprile, 1 milione di barili al giorno in modo volontario, così come Opec+ lascerà i livelli invariati. La mossa saudita è stata apprezzata dagli altri stati membri dell'organizzazione. "I ministri - si legge nel comunicato finale - hanno preso atto, con gratitudine, della significativa riduzione volontaria dell'offerta dell'Arabia Saudita che ha aiutato a sostenere la stabilità del mercato. I ministri hanno anche apprezzato il fatto che Riad abbia deciso di estendere i tagli di 1 mbd per il mese di aprile 2021, a dimostrazione della sua leadership e dell'approccio flessibile". I tagli quindi continueranno ad essere anche ad aprile pari a circa 7 milioni di barili a cui va aggiunto il milione extra saudita. Il prossimo vertice si terrà il primo aprile. A essere parzialmente esentati sono Russia e Kazakistan "che saranno autorizzate ad aumentare la produzione rispettivamente di 130.000 e 20.000 barili al giorno, per motivi di consumo stagionali". I prezzi sono schizzati al rialzo con il Wti che guadagna il 5% a 64,39 dollari al barile e il Brent che sale del 4,8% a 67,16 dollari.
AGI - Una sorta di 'cold case' archeologico è al vaglio di un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna, dopo il ritrovamento di un cranio umano di oltre 5.000 anni fa, ritrovato isolato in una grotta del Parco dei Gessi, a San Lazzaro di Savena, vicino a Bologna, in cima ad un pozzo verticale alto 12 metri che non comunica con l'esterno. Risalente all'Età del Rame e datato a più di 5.000 anni fa, è stato ritrovato a 26 metri sotto il livello del suolo. A chi apparteneva? Come ha fatto ad arrivare fin lì? E cosa significano quei tagli che si vedono in diversi punti del reperto? Queste le domande alle quali gli studiosi hanno cercato delle risposte, con un articolato studio multidisciplinare. I risultati – pubblicati sulla rivista PLOS ONE – offrono qualche risposta. La protagonista è una giovane donna, tra i 24 e i 35 anni, vissuta nell'Età del Rame (Eneolitico), il cui cadavere doveva essere stato manipolato con operazioni di pulizia dei tessuti molli, forse nell'ambito di un rituale funerario. Il corpo doveva trovarsi sul bordo di una dolina: da lì il cranio, spinto dall'acqua e dal fango, deve essere rotolato all'interno della grotta, fino al punto e in cui è stato ritrovato. “Questa è la prima chiara evidenza di manipolazioni peri mortem di un cranio in epoca eneolitica in Italia documentata solo dallo studio osteologico, considerando che il contesto in cui è stato trovato il cranio è privo di qualunque altra evidenza antropologica e archeologica”, dice Maria Giovanna Belcastro, professoressa del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna, che ha coordinato lo studio. “Si tratta di una scoperta che offre importanti indizi per ricostruire le pratiche funerarie delle popolazioni eneolitiche che vivevano nel territorio emiliano-romagnolo”. La scoperta del cranio risale al 2015. Fu trovato 26 metri sotto il livello del suolo durante l'esplorazione di un nuovo ramo della Grotta “Marcel Loubens”: una cavità che si trova all'interno del Parco regionale dei Gessi bolognesi e calanchi dell'Abbadessa (a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna), nell'area centrale di una grande depressione carsica chiamata Dolina dell'Inferno. Lo studio delle lesioni peri mortem sulla superficie del cranio ha suggerito che il cadavere (o forse solo la sua testa) doveva essere stato oggetto di manipolazioni intenzionali, effettuate probabilmente nell'ambito di un rituale funerario. C'è inoltre un elemento in più: tra le lesioni individuate dagli studiosi, una sembra legata ad un intervento (forse chirurgico) 'intra vitam' di cui rimane una piccola traccia attorno alla quale c'è un alone rossastro, forse dovuto all'applicazione di ocra, pigmento usato in ambito funerario già nel Paleolitico. “Lo studio di questo reperto ci riporta ad una visione della vita e della morte molto diversa dalla nostra, propria invece delle comunità eneolitiche di quella zona”, spiega la professoressa Belcastro. “La manipolazione del cadavere o dello scheletro, che poteva prevedere anche attività cruente, e in particolare un'attenzione specifica per il cranio, è documentata fin dalla preistoria più lontana”.
Bresciana, classe 1998, tra le maggiori protagoniste della scena internazionale della moda
Le formazioni ufficiali del posticipo della 25ª giornata di Serie A tra Parma e Inter.
Commenta la terza serata del Festival di Sanremo
Lo scrive in una nota la Società Italiana di Psichiatria: "Non c'è alcuna evidenza scientifica"
Nicola Zingaretti, a quanto apprende l'Adnkronos, aveva anticipato le sue intenzioni di dimettersi solo a pochi intimi al Nazareno. Solo i fedelissimi sapevano. Una decisione, si spiega, frutto di un'esasperazione verso lo stillicidio quotidiano delle ultime settimane. E di fronte al logorio interno, il segretario avrebbe deciso di dire basta, di rompere "un assedio ingeneroso", di uscire da una "morsa" divenuta insopportabile. Che sia io o un altro il segretario del Pd, non è questo il punto, ma ora tutti sono messi davanti alle loro responsabilità'ì, sarebbe stato il ragionamento, a quanto si riferisce. Il re è nudo. Quindi sono confermate le dimissioni che il segretario presenterà alla presidente dell'assemblea dem, Valentina Cuppi, come da Statuto. La mossa di Zingaretti, si assicura, non è stata una giocata di poker, una strategia per farsi riconfermare. "Nicola non ne vuole più sapere". Ma tra i suoi si spera che la mossa del segretario suoni la sveglia a tutti e che l'assemblea lo rielegga. Del resto, si stanno moltiplicando le dichiarazioni in questo senso. Da Dario Franceschini: "Abbiamo sulle spalle non solo il destino del Pd ma una responsabilità più grande nei confronti di un Paese in piena pandemia. Il gesto di Nicola Zingaretti impone a tutti di accantonare ogni conflittualità interna, ricomponendo una unità vera del partito attorno alla sua guida". A Luigi Zanda che auspica l'assemblea respinga all'unanimità le dimissioni del segretario. E poi ancora Andrea Orlando: "Occorre chiedere a Zingaretti unitariamente di ripensare la sua decisione. Il Pd in un momento così difficile ha bisogno di un riferimento affidabile per affrontare le sfide della fase che abbiamo di fronte". E quindi Goffredo Bettini: "La decisione di Nicola Zingaretti mi addolora. Ne comprendo le ragioni. Spero ci sia lo spazio per un ripensamento. Il Partito Democratico ha bisogno della sua onestà, passione e intelligenza politica". E anche dall'area Fianco a Fianco arriva il sostegno con Graziano Delrio: "In un momento così grave e difficile per il Paese il Pd ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada". Mentre, al momento, sono ancora silenti Base Riformista e l'area di Matteo Orfini tra le più critiche in queste settimane con Zingaretti e in prima linea nel chiedere il congresso anticipato. Sarebbero in corso delle riflessioni per valutare come reagire a una mossa, quella del segretario, che con l'annuncio via Facebook di oggi ha letteralmente colto di sorpresa tutti spiazzando dirigenti e parlamentari dem.
Il governo apre alla possibilità che le aziende procedano a vaccinare i propri dipendenti per potenziare la rete messa in campo contro il Covid. Non sarà però una procedura alternativa, questa, ma solo un "canale parallelo" con cui costruire quella "capillarità" necessaria ad una campagna vaccinale che avrà come obiettivo un "mondo del lavoro covid free". A tracciare il senso di marcia ad aziende e sindacati il ministro del Lavoro, Andrea Orlando che oggi ha convocato ad un tavolo di confronto il mondo dell'impresa e quello sindacale. Un percorso che passerà anche da una "manutenzione" del protocollo sulla Sicurezza dei luoghi di lavoro firmato, quasi un anno fa con sindacati e imprese. Nessuno "stravolgimento" , ha confermato ancora Orlando, trovando le orecchie attente di Cgil, Cisl , Uil e Ugl, nè tantomento un "allargamento indiscriminato" delle maglie del sistema di regole anti covid, quanto piuttosto "un adeguamento alla mutazione del fenomeno di questi mesi e degli strumenti necessari al contrasto dell'epidemia". A questo servirà dunque un nuovo round tecnici tra i ministeri interessati, Lavoro e Salute, che poi condivideranno nuovamente il Protocollo con le parti sociali. E tornando all'inclusione di altri soggetti nella campagna di vaccinazione il governo non si nasconde la difficoltà del momento: "E' chiaro che per questo avremmo bisogno di una quantità di dosi di vaccino molto più larga di quanto abbiamo ora, ma fin da subito serve iniziare ad organizzarci in vista dell'obiettivo", ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza che ha partecipato all'incontro assieme al Generale Francesco Paolo Figliuolo, nuovo Commissario straordinario per l'emergenza Covid. Resta anche il fatto, come ribadito a più riprese lo stesso Orlando, che la rete di medici aziendali, imprese o grande distribuzione, "non si sostituisce" alla rete territoriale. "Il ragionamento non mi sfugge: è chiaro che la rete dei medici aziendali arriva in aziende di una certa dimensione e non in altre, ma dobbiamo ricordare che ci sono gli accessi ordinari", rassicura ancora spiegando come l'obiettivo sia quello "di provare a ridurre il gap di accessi e dare opportunità in più". Per questo il governo utilizzerà anche gli ambulatori Inail "per far si che anche quel lavoratore che non ha un medico aziendale possa comunque accedere ad un ulteriore canale". La finalità dell'esecutivo mirerebbe anche ad intercettare un'altra domanda: quella di categorie più fortemente esposte al rischio. Per questo Orlando ha annunciato come in uno dei prossimi decreti saranno inserite nuove misure ad hoc per questa categoria di lavoratori. Un intervento, questo, che in fase di conversione sarà sottoposto al confronto con sindacati e imprese, ha assicurato. D'accordo con una strategia che ampli la rete di vaccinazione anche il Commissario straordinario. Serve la "massima capillarizzazione possibile per i vaccini" per cui "ben venga" l'ipotesi che le aziende o la grande distribuzione vaccinino i propri dipendenti, ha spiegato al tavolo il Generale Figliuolo. (di Alessandra Testorio)
Euronews ha intervistato la commissaria europea per l'uguaglianza: "In Europa c'è una differenza del 14% tra i salari di uomini e donne. Siamo pronti a discutere una direttiva per avere trasparenza salariale"View on euronews
Partire dalle proprie passioni e da ciò che si ha a disposizione è l’inizio della strada per il successo. Lo confermano le storie di cinque host di 'Esperienze Online', che Airbnb racconta in occasione della Giornata internazionale della donna, con l’obiettivo di ispirare altre donne (e non solo) a trovare la propria strada verso il self-empowerment. Tra loro c’è Simidele Adeagbo, atleta nigeriana nonché prima donna nera e africana a gareggiare nella disciplina dello skeleton ai Giochi invernali del 2018. Insieme a lei Rebekah Jarvey, che vive nel Montana e di professione fa la stilista o, come lei stessa si definisce, la “indigenous fashionista”: grazie alle sue creazioni, dà voce alle culture e agli stili delle popolazioni Chippewa, Cree e Blackfeet. Ci sono poi Kikuko, dal Giappone, che grazie alle 'Esperienze Online' e l’arte dell’Ikebana insegna alle persone la filosofia del Wabi-sabi, “la bellezza dell'imperfezione”; e ancora Yasamin, dal Messico, che dopo un periodo di malattia ha trovato la sua strada e oggi gestisce un business intorno ai cibi fermentati (il kimchi, il kombucha e il kefir, per citarne alcuni) come medicina alternativa; e Miriam, attrice e sceneggiatrice, che ha imparato a trasformare le insicurezze in armi grazie alla scrittura e all'immaginazione. E non sono di certo le uniche: oggi il 51% degli host di 'Esperienze Online' è composto da donne, e per molte di loro questa attività è molto più di un semplice passatempo: da una ricerca condotta da Airbnb è emerso che il 35% ha deciso di diventare host a seguito della perdita del posto di lavoro e il 23% ha affermato che questo impiego rappresenta la fonte principale di reddito. Ecco, allora, le storie di Rebekah, Simidele, Kikuko, Yasamin e Miriam. Moda indigena con un'artigiana esperta. Rebekah 'Carries Sweet Grass Woman' Jarvey vive nel Montana ed è una stilista nativa americana. All'inizio della pandemia, ha deciso di sfruttare la sua creatività e le sue conoscenze tecniche di sarta di quarta generazione per realizzare delle mascherine che, oltre che sicure, fossero anche un accessorio alla moda: coloratissime e cool, sono andate sold out dopo pochi giorni, come accade ora con le altre creazioni. "La moda è sempre stata la mia passione e sono felice di aver lanciato il mio brand, fortemente influenzato dallo stile delle popolazioni Chippewa, Cree e Blackfeet. Durante l'esperienza vi racconterò le mie origini e il mio percorso fino ai fashion show", afferma Rebekah, che oggi è fiera di autodefinirsi “indigenous fashionista”. I suoi capi hanno fatto il giro del mondo, fino in Russia e in Nuova Zelanda, diventando un vero e proprio fenomeno virale e hanno ispirato altri artisti locali ad intraprendere la stessa strada. -L’arte del reinventarsi con Simidele Adeagbo. Empowerment significa anche avere il coraggio di reinventarsi, di stravolgere la propria vita per lanciarsi in qualcosa di nuovo e sconosciuto. In questo senso, Simidele Adeagbo, prima donna nera e africana a gareggiare nella disciplina dello skeleton ai Giochi invernali del 2018, rappresenta un modello di riferimento: "Ho lavorato per 15 anni nel marketing producendo campagne a favore dell'inclusione delle donne nello sport, ma il mio sogno è sempre stato essere un'atleta in prima persona. Quando ho saputo che nessuna donna africana aveva mai gareggiato nello skeleton olimpionico, ho visto una grande opportunità per me stessa, per tutte le sportive e per la Nigeria: attraverso la mia esperienza su Airbnb voglio dimostrare che tutto è possibile e che con i giusti suggerimenti e tanta volontà tutte le paure possono essere superate", racconta Simidele. -Ikebana: alla scoperta della bellezza e dell'autoguarigione. Figlia un'insegnante di Ikebana, Kikuko ha deciso di intraprendere la stessa strada della madre e di dedicarsi all'arte giapponese della composizione floreale, tramandando così questa tradizione secolare. "L'Ikebana è la mia passione, ma è anche parte di una filosofia più ampia, quella del Wabi-sabi, che si basa sulla bellezza dell'imperfezione: il mio obiettivo è insegnare alle persone a vedere il bello nelle cose semplici e imperfette, ecco perché durante la mia esperienza online, basata sui principi della scuola Kousyuryu, si impara a realizzare una composizione con un solo tipo di fiore e uno di rami", spiega Kikuko. Oltre ad essere una designer ha lavorato anche come guida turistica di Kyoto - città in cui vive da più di 20 anni - e interprete specializzata in giardinaggio, cucina, cerimonia del tè e altre arti tradizionali giapponesi. -Lascia che i fermenti messicani siano la tua medicina. È nelle circostanze più difficili che troviamo la nostra strada, e ad indicarla a Yasamin è stata la natura. "Quando vivevo a Bali mi sono ammalata di tifo. Ero debole e sentivo il bisogno di aiutare il mio corpo, ma non sapevo da dove partire, finché un giorno mi è stato consigliato di iniziare a mangiare e bere i cibi fermentati, come crauti, kimchi, kombucha e kefir", ricorda Yasamin, giovane esperta di fermentazione di Mérida, Messico. "La mia rinascita è iniziata con questa scoperta che la natura ci offre ed è stata per me un'illuminazione, tanto che ho deciso di studiare nutrizione e di avviare il mio business personale: ora produco fermenti partendo da ciò che ho a disposizione localmente, un insegnamento che ho pensato di condividere attraverso la mia esperienza su Airbnb, durante la quale racconto anche la filosofia di vita a cui mi sono avvicinata durante la mia permanenza sull''isola magica', quella del Tri Hita Karana", aggiunge. -Scrittura creativa come terapia. Punto e a capo, mettere nero su bianco può essere la strategia giusta per affrontare un trauma e ripartire per svoltare verso un cambiamento positivo, giorno dopo giorno: questo l’insegnamento di Miriam Previati, attrice e scrittrice ferrarese, fondatrice del gruppo 'Mujeres nel cinema', community formata da oltre 10.000 donne impiegate in questa branca dello spettacolo. “Le mie vicende personali mi hanno insegnato che la scrittura può aiutarci a convertire il dolore in forza, le insicurezze in cavalli di battaglia i momenti più bui in rampa di lancio per voli pindarici. Ora che l’ho imparato, voglio mettere a disposizione il mio ascolto, il mio tempo e la mia fantasia per guidare altre persone in questo percorso di crescita verso l’acquisizione del proprio self-empowerment”, spiega Miriam, che invita chiunque voglia mettersi alla prova a partecipare all’esperienza, sia singolarmente che in coppia o in gruppo.
AGI - Nicola Zingaretti si dimette. Due mesi di bombardamenti sul Nazareno, da fuori il Partito Democratico, ma soprattutto da dentro, attraverso il "fuoco amico" divenuto ormai la cifra di questo soggetto politico, hanno convinto il segretario a fare un passo indietro. "Per amore del partito e dell'Italia", spiega in un post su Facebook. Dice di "vergognarsi che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c'è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni". Parole nelle quali emerge il profilo dell'amministratore, del presidente di Regione che, da un anno, è in prima linea nella lotta alla diffusione della pandemia nel territorio che amministra. Il primo ad aver affrontato l'emergenza, dalla sera in cui i due cittadini cinesi sono stati portati all'ospedale Spallanzani con i sintomi del Covid. Dentro il partito, Zingaretti combatteva una guerra diversa, contro le correnti, utilizzando un "approccio unitario" come terapia. Subito dopo la sua elezione a segretario, esattamente due anni fa, ha tirato dentro la segreteria tutte le aree politiche, dagli orlandiani ai franceschiniani, compresi quelli di Base Riformista che nelle ultime settimane lo hanno inquadrato nel loro mirino. Una strategia necessaria anche perchè Matteo Renzi, prima della sconfitta alle politiche del marzo 2018, aveva provveduto a formare le liste elettorali per assicurarsi una larga maggioranza nei gruppi. Così, anche quel 66 per cento di consenso alle primarie che gli avevano garantito una larga maggioranza in assemblea e in direzione si è rivelato inutile a gestire il partito. La strategia improntata all'unità, tuttavia, ha dato i suoi frutti, almeno all'inizio. Già nell'estate del 2019, a quattro mesi dalla sua elezione a segretario, la guerra intestina al governo giallo-verde pose al pd il problema della strategia da adottare. Poco prima della fine del primo esecutivo Conte, nel partito si pose il problema se andare ad elezioni o sostenere una soluzione parlamentare. A Zingaretti il voto avrebbe fatto molto comodo, non fosse che per ritrovarsi dei gruppi parlamentari vagamente somiglianti alla maggioranza negli organi del partito. Fra le aree che lo sostenevano, a cominciare da Areadem, l'avviso era tuttavia diverso. Troppo alto il rischio di perdere mandando al governo una destra estrema e nazionalista che avrebbe anche eletto il presidente della Repubblica. Così, a un primo sdoganamento dei Cinque Stelle - fino ad allora un tabù nel Pd - da parte di Matteo Renzi, ne seguì un secondo da parte di Dario Franceschini. E il Conte II si trasformò in realtà. Zingaretti questi passaggi, come tutti gli altri, li affronta passando per gli organi statutari, dove via via ottiene sempre una maggioranza unanime. Al momento di scegliere i ministri Pd, si ricomincia a lavorare di bilancino per accontentare le varie aree. Così, il leader di base Riformista, Lorenzo Guerini, diventa ministro della Difesa; Dario Franceschini, punto di riferimento di Areadem, va alla Cultura e via così, a scendere nei ruoli di sottogoverno, con le ex renziane Alessia Morani e Simona Malpezzi sottosegretarie al Mise e all'Istruzione. Qualche ora dopo, però, Matteo Renzi annuncia l'uscita dal Pd e la creazione di Italia Viva. Porta con sè il numero sufficiente di eletti per formare i gruppi (al senato avrà bisogno dei socialisti per avere nome e simbolo). Nelle fila parlamentari dei dem rimangono alcuni ex fedelissimi, primo fra tutti il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. L'alleanza con i Cinque Stelle apre anche la questione del posizionamento del Pd. Nessuno, al congresso, si è presentato con una mozione che contemplasse un simile scenario. Si comincia - è l'autunno 2019 - a mormorare la parola "congresso". Zingaretti apre la Costituente delle Idee, un percorso di discussione che parte a novembre, da Bologna. Il Pd afferma la sua identità di partito con vocazione maggioritaria, ma rinuncia alla declinazione che ne aveva dato Renzi, ovvero nessuno alleanza. Insomma, un partito progressista e riformista che aspira a essere perno di una coalizione larga di centro sinistra. Tutto questo rimane, però, sulla carta. L'arrivo della pandemia cambia tutto, le liti fra le correnti sono sospese. Zingaretti vive anche la malattia: per 23 giorni rimane chiuso in casa, assistito dal suo medico di fiducia. Passano i mesi del lockdown, il partito ne esce rafforzato grazie anche al lavoro fatto dal segretario che è sul podio dei leader che godono di più fiducia fra gli elettori. Ma con l'autunno, il governo Conte comincia a scricchiolare sotto i colpi di Matteo Renzi. E' una buona notizia come l'arrivo delle risorse del Recovery Fund, paradossalmente, a innescare la crisi. A dicembre si parla di rimpasto, ma dopo le feste la strada del Conte II appare segnata. Zingaretti si propone all'ufficio politico, prima, e alla direzione poi di sostenere la linea a favore del premier uscente, considerato unico punto di equilibrio nella coalizione di centro sinistra. Dopo le dimissioni di Giuseppe Conte (che ottiene una fiducia risicata in Parlamento) il Presidente della Repubblica, però, incarica Roberto Fico di verificare se ci sia una maggioranza sui temi prioritari della legislatura e, fallito il tentativo, incarica Mario Draghi. Si lavora alla formazione del nuovo governo e ancora una volta, Zingaretti usa l'unità come unica bussola. Accontenta le correnti e non chiede posti per sè o per i suoi fedelissimi. Tra i ministri, però, non c'è nemmeno una donna e questo apre la batteria delle minoranze contro il nazareno, con alcuni parlamentari vicine a Matteo Orfini in prima linea. Nonostante Lorenzo Guerini sia stato riconfermato alla Difesa, i malumori si allargano a Base Riformista che chiede esplicitamente il congresso. Così per venti giorni. Fino ad oggi e al post, dai toni inediti per Zingaretti: "Mi vergogno che nel Pd si parli solo di poltrone in piena pandemia".
AGI - Il principe Filippo di Edimburgo è stato sottoposto a un intervento al cuore che è "riuscito": lo ha reso noto Buckingham Palace, evidentemente sollevato per le condizioni del duca di Edimburgo che, da giorni, tengono con il fiato sospeso la Famiglia reale. Ma la battaglia per la vita dell'anziano principe consorte non sembra 'piegare' Harry e Meghan, intenzionati a non fermare la messa in onda, domenica sera, dell'intervista ad Oprah Winfrey: un'intervista in cui promettono di raccontare la loro verità, le ragioni della Megxit, la fuga di America, la fatica di vivere nella Famiglia reale, perché ne sono usciti. La coppia è sotto pressione perché chieda alla Cbs di rinviare la trasmissione, anche in considerazione delle condizioni di salute del nonno. Ma per il momento, una fonte vicina al duca e alla duchessa di Sussex ha confermato che tutto andrà avanti come previsto: spetta alla Cbs decidere "ma al momento non credo ci sia alcuna intenzione di rinviare la messa in onda", ha detto. Il marito 99enne della regina Elisabetta è da oltre due settimane ricoverato in ospedale per un'infezione e un problema cardiaco pre-esistente; è stato sottoposto mercoledì a un intervento all'ospedale St. Bartholomew, dove era stato trasferito nei giorni scorsi proprio per affrontare la situazione. Adesso, dovrà rimanere ancora alcuni giorni in ospedale per le cure, il riposo e il recupero. Gli sarà sicuramente risparmiato il vedere, domenica sera, l'intervista ad Harry e Meghan. A conferma che la crisi rischia di tracimare, sono intervenuti anche alcuni parlamentari per dire che i Sussex sono "mal consigliati". Filippo ha avuto spesso un ruolo di mediazione all'interno della Famiglia Reale: si offrì di intervenire ai tempi della crisi tra il principe Carlo e Lady Diana, si impose per allontanare Sarah Ferguson, la moglie del principe Andrea, quando i suoi tradimenti divennero pubblici ed è stato spesso l'uomo ombra della Corona. Quando, quattro giorni dopo il ricovero, ha ricevuto all'ospedale King Edward (dov'era inizialmente curato) l'erede al trono, il principe Carlo, in molti hanno pensato che l'avesse voluto vedere, in barba alle regole Covid, proprio per parlare del futuro della Corona. Non potrà intervenire stavolta, nonostante la crisi si profili pesantissima. Del resto, i diritti di trasmissione dell'intervista sono stati venduti in tutto il mondo e già si sa che lo sfogo dei duchi, dopo la prima trasmissione domenica in Usa, andrà in onda in più di 17 Paesi, Italia compresa. A scuotere un clima già infuocato, ci ha pensato la rivelazione che alcuni nello staff di Kensington Palace, ai tempi in cui i duchi erano ancora a Londra, hanno accusato Meghan di bullismo: Buckingham Palace si è già detto molto preoccupato per le affermazioni che Meghan maltrattava il personale, che fece piangere qualcuno per la sua presunta durezza. In un caso sarebbe scoppiata una lite furiosa per gli abiti che gli stilisti e le case di moda spedivano a Kensington Palace, gentile omaggio alla duchessa: Meghan voleva tenerli per sé, ma il protocollo della Casa reale prevedeva tutt'altro. In un altro caso, durante un tour in un mercato alle isole Fiji, una sua assistente fu ridotta in lacrime da un sibilo furtivo di Meghan che evidentemente era rimasta contrariata da qualcosa. Buckingham Palace ha promesso un'inchiesta, ma Meghan già si difende: in un'anticipazione dell'intervista diffusa dalla Cbs, attacca Buckingham Palace per il suo ruolo nel "perpetuare falsità". "Non so come possono aspettarsi che dopo tutto questo tempo restiamo ancora in silenzio se c'è un ruolo attivo della 'Firm' nel perpetuare le falsità su di noi", dice la duchessa, vestita con abito Armani da oltre 4mila dollari, nel giardino della sua nuova casa in California. "E se questo comporta il rischio di perdere cose, intendo dire...c'è già molto che è andato perso". La coppia ha denunciato il tempismo delle accuse, sostenendo che la stampa britannica sia stato usata per "vendere una narrativa completamente falsa" prima dell'attesa intervista televisiva. Una crisi pubblica nel Regno Unito non si ricordava dai tempi di Lady D, la madre di Harry, protagonista anche di un'intervista clamorosa nel 1995.
Domani riunione della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell'Aifa sul vaccino AstraZeneca. I tecnici potrebbe esprimersi a favore del via libera del vaccino anche agli 'over 65'. A quanto apprende l'Adnkronos Salute, è stato chiesto dal ministro della Salute Speranza di valutare l'uso di AstraZeneca fino agli 80 anni. Proprio oggi la Germania ha dato l'ok alle immunizzazioni con AstraZeneca a questa fascia d'età. Una decisione che potrebbe avere un peso non indifferente insieme alle evidenze scientifiche che stanno arrivando da nuovi studi e che dimostrano l'efficacia del vaccino AstraZeneca anche per le persone più anziane. Usare le scorte del vaccino AstraZeneca per vaccinare una platea più ampia di italiani è uno dei punti emersi, anche dopo la circolare del ministero sull'unica dose di vaccino a chi ha avuto il Covid, dal vertice tra il commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio e i rappresentanti di Iss, Aifa e Agenas. Sul tavolo anche la possibilità di poter estendere l'uso del vaccino AstraZeneca agli 'over 65', ma su questo aspetto occorre il parere dell'Aifa.
Un video emozionale in live streaming sui canali Centergross, il più grande polo europeo della moda pronta; una spettacolare proiezione ambientata in una prestigiosa location, Palazzo Re Renzo, nel centro di Bologna. È qui che lunedì 8 marzo, alle ore 21.00, andrà in scena 'Summer in Italy', anticipazione delle tendenze primavera/estate 2021 per presentare l’eccellenza della moda pronta di qualità frutto delle idee e della creatività 100% made in Italy. Un evento che Centergross e il Comune di Bologna organizzano con le aziende partecipanti, partner e sponsor per ripartire insieme nonostante il perdurare dell’emergenza sanitaria e contribuire ad affermare l’importanza di uno dei distretti moda produttivi più strategici non solo per l’economia bolognese, ma per l’Italia intera all’interno dello scacchiere internazionale della moda mondiale, settore atterrato, a causa della pandemia, sulle più svariate piattaforme digitali per poter presentare le proprie collezioni. Con la nuova presidenza affidata a Piero Scandellari, Centergross ha varato un piano strategico improntato su un nuovo posizionamento all’interno del mercato fashion, attraverso una nuova comunicazione e una nuova immagine capace di cogliere le sfide di innovazione che i nuovi contesti esigono a vantaggio di un distretto di fondamentale importanza non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. In un susseguirsi di immagini, fra outfit colorati e ricercatezza di tessuti, alcuni dei brand presenti nel polo commerciale, selezionati per l’occasione, daranno vita a un fashion show che riecheggia gli anni ’80, quelli del boom economico della moda, dell’esplosione di quel prêt- á-porter che ha decretato la nascita e il successo del made in Italy. Centergross, nato proprio 44 anni fa a Bologna, rappresenta oggi la più grande area commerciale B2B europea della moda pronta italiana: 1 milione di metri quadri la superficie totale di cui 400mila area espositiva e 100 mila metri quadri dedicati ad area uffici e servizi; 5 miliardi di euro il volume di affari annuo di cui 3,5 relativo alla moda e 60% riferito all’export, migliaia di buyers giornalieri (dati pre-pandemia), 6 mila gli addetti diretti (a cui si aggiunge l’indotto). Un colosso tutto italiano dove hanno sede 680 attività commerciali di livello nazionale e internazionale di cui circa 400 brand moda, 98 aziende tessili e accessori, 94 commercio e alta tecnologia e oltre 100 fornitori di servizi con piattaforme e ambienti digitali che si integrano e dialogano con luoghi reali. Una formula vincente racchiusa nella forza del gruppo per affrontare i mercati interni ed esterni e che oggi, più che mai, conferma la validità di una scelta che quattro decenni fa sembrava visionaria, ma che proprio in un momento storico tanto tragico quanto inaspettato, si manifesta in tutta la sua attualità e validità. "Nel corso di questi mesi - sottolinea Matteo Lepore, assessore Cultura e promozione del Comune di Bologna - ho più volte avuto modo di toccare con mano come il tessuto produttivo di Bologna sia molto provato dagli effetti della pandemia, ma non si arrenda. Centergross e il comparto del pronto moda sono uno dei motori trainanti dell'economia locale. Già da tempo collaboriamo assieme al Centergross per iniziative legate al fashion, come la sfilata realizzata negli ultimi due anni al Pincio. Mi auguro che anche attraverso questo nuovo progetto il comparto del pronto moda possa ripartire". Produzione veloce, distribuzione ininterrotta e repentini riassortimenti fanno sì che il pronto moda arrivi a fasce sempre più estese di mercato diventando un vero e proprio fenomeno in continua crescita. “In un mercato così difficile, esposto ad aperture e chiusure improvvise - afferma Piero Scandellari, presidente Centergross - il sistema della moda pronta italiana da indossare dimostra non solo di trovare linfa da questa situazione, ma che si possa continuare a rappresentare e forse anche incrementare la sua percentuale di approvvigionamento sul mercato globale del fashion. Alla fine del lockdown, il pronto moda ha avuto il pregio e la capacità di poter rispondere immediatamente a questi inediti 'nuovi ritmi' fornendo al mercato, nel giro di una settimana, la produzione e le novità da inviare a store e negozi e rispondere alle richieste di freschezza e idee innovative che i consumatori, stremati dall’isolamento, chiedevano". "Le condizioni in cui, a un anno dallo scoppio della pandemia, siamo costretti ancora ad operare, hanno portato le istituzioni ad aiutarci non solo concedendoci un importante supporto come le location prestigiose, ma l’apprezzamento e la soddisfazione dell’operatività dei brand di Centergross e dell’organizzazione di questo evento è tale che c’è l’interesse a proseguire per fare di Bologna e di Palazzo Re Renzo un potenziale centro dove presentare annualmente le nuove idee pronto moda italiano in termini di qualità superiore di tessuti, di idee e di stile”. Innegabili i vantaggi del sistema del pronto moda italiano: da una parte, un modello di business vincente che si basa sulla velocità di realizzazione del prodotto, di distribuzione che permette di avere un riassortimento continuo di collezioni anche settimanali evitando giacenze di magazzino con risparmio sia sulle strutture per contenerle che sulle immobilizzazioni finanziare; dall’altra, la ridotta catena produttiva, crea collezioni di grande tendenza dai fortissimi contenuti moda e di ottima qualità a prezzi accessibili. La narratrice dell’evento, Irene Colombo, accompagnerà in un viaggio appassionante per scoprire le creazioni di Adriano Langella, Berna, Hamaki-ho, King Kong, Loft1, Paquito, Rinascimento, Sophia Curvy, Souvenir, Susy Mix, Takeshy Kurosawa, Xagon man, lungo un viaggio ideato dalla mentre creativa di Roberto Corbelli, art director dell’evento che con l’organizzazione di Riccardo Collina, Phygital export manager Centegross, hanno immaginato un set anni ’80, in cui modelle e modelli compongono un puzzle all’interno di una immaginaria vetrina, dando vita a tableau vivant dal sapore retro che guardano a un futuro sempre più presente, con capi intercambiabili elaborati da una fucina di giovani talenti, tessuti freschi ma ricercati, frutto di un lavoro improntato alla qualità, alla creatività, all’innovazione tecnologica, nel rispetto di procedure etiche e sostenibili.
L'OM sarebbe sulle tracce del centrocampista cileno dell'Inter: opportunità per risanare il bilancio societario?