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Plastic tax: il fisco sorride, l'ambiente no

Maggiori entrate per le casse dello Stato, ma quasi nessun effetto sulla tutela dell'ambiente. Più che portare a una reale riduzione dei materiali inquinanti, la plastic tax, in vigore dal primo aprile 2020, aumenterà solo il gettito fiscale. La tassa di un euro per ogni chilo di plastica dei manufatti monouso dovrebbe fruttare poco più di un miliardo nel 2020, per poi aumentare fino a 2,2 miliardi negli anni successivi. Quattrini sì, ma di reali misure per arginare l'utilizzo della plastica nel sistema produttivo non c'è quasi traccia. Nel disegno di legge di bilancio, l'unica agevolazione prevista dalla plastic tax è un credito d'imposta per le aziende che decidono di riconvertire gli impianti di produzione di prodotti biodegradabili e compostabili. Si tratta di un bonus di 20mila euro che potrebbe essere potenziato da un contributo in conto capitale. Al fine di ridurre la produzione di plastica, imballaggi e materiale inquinante il Ministero dell'economia e delle finanze potrebbe decidere di ridurre il prelievo di un euro al chilo per tornare all'ipotesi iniziale di un'imposta di consumo ridotta tra i 60 e i 40 centesimi. La fattibilità dipende però dalle risorse necessarie per garantire un correttivo a saldi invariati sulla manovra.(guarda il video)