La work-life balance, chi lavora di più e guadagna meno. E viceversa

L'Europa del lavoro non è tutta uguale. Ci sono Paesi in cui si lavora di più - quasi 300 ore in più rispetto alla media europea di 1.756 - e dove però la produttività è latente. La colpa è delle misure obsolete e di una flessibilità ingessata, di un part-time inesistente, di strategie - come la settimana corta - poco applicate. Così, l'elasticità vita-lavoro ne risente e porta ad un crollo della produttività, cosa che invece non accade a nord delle Alpi. Esaminiamo caso per caso.

Grecia
E' il paese più stakanovista. Nel 2012, un dipendente greco ha lavorato 2.034 ore, quasi 300 in più rispetto alla media europea. Di contro, un salario medio molto basso: 20.100 euro contro una media Ocse di 30.200 euro. Cosa provoca questo gap? Secondo la ricerca, le cause vanno ricercate in un'organizzazione "irrazionale" del lavoro, con misure minime per il part-time e una flessibilità ridotta all'osso.

Italia
Subito dopo la Grecia c'è l'Italia. Si calcolano 1.752 ore lavorate nel 2012 - in discesa rispetto agli anni precedenti ma comunque elevate - contro un salario medio di 28.900 euro annuo. Con il risultato che un'ora di lavoro di un dipendente italiano non vale più di 32 euro. I settori dove si è lavorato di più sono stati studi privati, aziende e stabilimenti, ma la poca produttività rispetto agli altri Stati europei è causa di un sistema lavorativo "ingessato".

Spagna
In Spagna, il problema principale è un "sistema illogico di distribuzione degli impieghi". Che tradotto in termini semplici significa che pochi lavorano e tanto, mentre tanti non lavorano affatto. Inoltre, strumenti come il part-time sono poco considerati e vige ancora la "siesta", la pausa, che rallenta di due ore la tabella di marcia quotidiana. Risultato? 1686 ore lavorate nel 2012 a testa, comunque sotto la media europea, ma contro un salario medio di circa 25.600 euro.

Portogallo
L'austerity fa male anche al Portogallo: un lavoratore di Lisbona nel 2012 ha lavorato almeno 1.691 ore, con una produttività di appena 34 dollari per 60 minuti di lavoro, contro una media Ue di 52,2 dollari e Ocse di 47,7 dollari. Un elemento che influisce negativamente sui salari: appena 15.700 euro, all'anno, meno della metà rispetto a una media Ocse di 32.400 euro.

Danimarca
Tra i Paesi che se la passano meglio, il bronzo spetta alla Danimarca: 1.546 ore lavorate in media in un anno, per un salario medio di circa 35mila euro, con una produttività per ora di 48 euro netti. Il trucco sta nella "flex-security", che include flessibilità, settimana corta, turn over e ricambio generazionale.

Germania
Short week, ricambio generazionale e maggiore flessibilità sono gli ingredienti che hanno portato la Germania ad essere tra i Paesi con maggiore produttività rispetto alle ore di lavoro effettivamente svolte. I dati parlano chiaro: le ore lavorate da un dipendente tedesco nel 2012 sono 1.397, per un salario medio di circa 45 mila euro. Spiccano sempre più professioniste donne e si punta tutto sul part-time, che ha portato il tasso di disoccupazione a scendere notevolmente.

Paesi Bassi
A salire sul podio, i Paesi Bassi. Qui un dipendente ha lavorato nel appena 1.381 ore, ma la produttività è stata molto elevata, con una media di 60,2 dollari all'ora e un salario medio annuo di quasi 45mila euro l'anno, con 9 dipendenti al lavoro per 34 o meno ore a settimana.