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Marchionne impiccato, la protesta shock dei cassaintegrati Fiat. Licenziati in 4

Il maglione è rosa, non blu come di consueto. Ma la faccia del manichino impiccato a un improvvisato patibolo posto davanti al reparto logistico dello stabilimenti Fiat di Nola (Na) è proprio quella di Sergio Marchionne. Sul patibolo dal quale penzola il macabro fantoccio che raffigura l’amministratore delegato di Fca è stato appeso un volantino testamentario che dice “mi ammazzo: perdonatemi per tutti quegli operai che si sono suicidati” e aggiunge la richiesta di riassunzione nello stabilimento di Pomigliano, dei circa 300 dipendenti del «Logistico» di Nola. Gli ammortizzatori sociali sono in esaurimento e, dopo sei anni, la cassa integrazione terminerà a fine luglio. La protesta inscenata dal Comitato cassintegrati e licenziati di Pomigliano ha fatto seguito al flash mob nel quale un gruppo di lavoratori si era cosparso di vernice rossa per ricordare Maria Baratto, la donna in cassintegrazione suicidatasi per la disperazione.

L'operaia in cassaintegrazione da sei anni che aveva ripetutamente denunciato i suicidi e la disperazione degli operai esclusi dai piani industriali della Fiat si è tolta la vita con alcune coltellate all’addome lo scorso 20 maggio. A questa e alle altre tragiche morti degli operai in cassa integrazione si riferiva il cartello che questa mattina accompagnava il macabro fantoccio con la faccia dell’ad di Fiat.

I 4 cassaintegrati autori della protesta sono stati successivamente licenziati per aver violato ”i più elementari doveri discendenti del rapporto di lavoro” e per aver provocato ”gravissimo nocumento morale all’azienda ed al suo vertice societario”.

Guarda le foto della protesta.