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Il Tesoro prepara la graduale ristrutturazione dei derivati

Una veduta del ministero dell'Economia. REUTERS/Alessandro Bianchi

di Giselda Vagnoni e James Mackenzie

ROMA (Reuters) - Il Tesoro cambia strategia sull'uso dei derivati e, dopo anni di polemiche e sospetti, dice di voler gradualmente ristrutturare o chiudere alcune posizioni rivelatesi troppo costose con il forte ribasso dei tassi di interesse.

Incontrando la stampa estera a Roma, il ministro Pier Carlo Padoan annuncia una nuova fase di "phasing out", da gestire con attenzione perché inevitabilmente comporta dei costi per le finanze pubbliche.

I derivati hanno aumentanto la spesa pubblica di 12,7 miliardi tra 2011 e 2014 [ID:nL5N0XI2MM], 16,95 miliardi considerando anche gli aggiustamenti contabili che incidono sul debito.

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Il Tesoro ha spiegato in più occasioni di aver utilizzato i derivati per assicurarsi contro il rischio di un aumento dei tassi di interesse, soprattutto durante gli anni peggiori della crisi finanziaria. Tuttavia, la politica monetaria della Bce ha via via ridotto il costo del denaro fino agli attuali minimi storici.

A fine 2014 i contratti in portafoglio alla Repubblica italiana hanno accumulato un 'mark to market' (Mtm) negativo per 42,6 miliardi. Questo significa che il Tesoro avrebbe dovuto versare alle controparti 42,6 miliardi in caso di chiusura simultanea di tutti i derivati al 31 dicembre dello scorso anno.

Padoan osserva che il mark to market non è esigibile in qualsiasi momento e pertanto "non si traduce in un esborso immediato", ribadendo quanto aveva detto in Parlamento la responsabile del debito pubblico, Maria Cannata. [ID:nL5N0W04SE]

"In un contesto di crisi globale gli errori sono la norma e non l'eccezione", dice il ministro.

E "proprio perché le decisioni sui derivati devono riflettere il quadro macroeconomico atteso nel futuro, le decisioni prese avendo a mente un quadro macro diverso saranno progressivamente 'phased out', tolte di mezzo. Naturalmente questo comporta dei costi e quindi lo stiamo facendo minimizzando i costi di phasing out", prosegue Padoan.

La revisione del portafoglio avrà conseguenze negative sul debito: il nuovo sistema contabile europeo (Sec2010) classifica come prestito allo Stato lo swap che nasce nel contesto di una ristrutturazione, se il Mark to market è negativo.

L'uso dei derivati è balzato agli onori delle cronache a partire da fine 2011, quando il Tesoro ha versato a Morgan Stanley 3,1 miliardi di euro in conseguenza di una clausola di 'Additional termination event' presente in alcuni contratti.

Padoan esclude abusi e difende Maria Cannata, oggetto di ricorrenti servizi giornalistici, da quelli che definisce "insopportabili attacchi personali".

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