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RES PUBLICA - Draghi alla difficile prova del riequilibrio fra gli Stati Ue

di Paolo Biondi

ROMA (Reuters) - Quella di domani del Consiglio della Bce è una riunione importante e con i fari puntati sopra non solo per la sede davvero insolita, Napoli. Come annunciato, si regolamenteranno gli acquisti di derivati (gli Abs) da parte di Francoforte.

Non è un caso che negli ultimi giorni si siano concentrate le critiche nei confronti del presidente della Bce Mario Draghi soprattutto da esponenti politici e finanziari di nazionalità tedesca o di Paesi alleati finanziariamente alla Germania. Anche talune polemiche politiche nostrane intorno al nome di Draghi (vedi Quirinale) non sono immuni da questo contesto europeo.

La politica di Jackson Hole ha dato i suoi frutti in queste settimane sul fronte del riequilibrio fra euro e dollaro e non è un caso che fra ieri e oggi l'euro sia sceso sotto la soglia di 1,26. La strada tutta in salita per Draghi è quella del riequilibrio interno alla Ue, cioè fra Paesi che godono della stessa moneta e degli stessi effetti della politica monetaria.

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Le asimmetrie non superabili tramite la svalutazione competitiva la Bce spera di ripianarle almeno parzialmente con la politica di acquisto dei derivati perché "l'euro non può continuare a essere germano-centrico", come scrive Marcello Minenna oggi sul Sole 24 Ore. Escludere "dal quantitative easing l'acquisto di cartolarizzazioni (Abs) che impacchettino crediti al di fuori dell'euro" - aggiunge - è un segnale per le banche tedesche e la Germania. Per ora non l'hanno presa bene.

Vedremo a Napoli se il presidente riuscirà a tenere duro. Ne va del nostro spread e degli interessi che paghiamo sul debito.