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Telecom Italia, Vivendi, Fossati e fondi valutano ipotesi controllo gruppo

La torre di Telecom Italia alla periferia di Roma. REUTERS/Max Rossi

MILANO (Reuters) - Marco Fossati, Vivendi e altri soci che potrebbero includere Mediobanca, Intesa Sanpaolo, alcuni fondi stanno studiando la possibilità di formare un gruppo di azionisti in grado di nominare il consiglio di Telecom Italia e quindi di controllare il gruppo.

Lo dice una fonte vicina alla vicenda, aggiungendo che si guarda anche al possibile ingresso di nuovi soci, senza dare ulteriori indicazioni.

"L'ipotesi cui si sta lavorando è formare un gruppo di azionisti core, in grado di nominare il consiglio", dice una fonte vicina alla vicenda, aggiungendo che "non si prevede la firma di un patto di sindacato".

"Si pensa di includere Fossati con Vivendi. Poi forse qualche fondo o un nuovo socio", aggiunge. "Mediobanca alla fine potrebbe rimanere nel capitale e far parte del gruppo core, forse anche Intesa".

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Generali dovrebbe invece rimanere fedele alla sua strategia di cedere la sua partecipazione di circa 4%.

Secondo un'altra fonte, allo stato attuale, Intesa e Mediobanca sarebbero invece poco disponibili.

Qualunque intesa dovrebbe attendere che Vivendi diventi azionista di Telecom Italia con l'8,3% in seguito all'accordo con Telefonica su GVT, che dovrebbe chiudersi nella prima metà del 2015.

Bisognerà attendere anche l'autorità antitrust brasiliana Cade, che dovrà dare il via libera a Telefonica-GVT e a cui è subordinata anche la scissione di Telco.

Dopo lo scioglimento di Telco il primo socio sarà Telefonica con il 14,8% circa del capitale, che però ha già deciso di vendere. Intesa e Mediobanca avranno una partecipazione di circa 2%. Fossati ha il 5% circa.

Non è stato possibile avere un commento ufficiale da nessuna delle parti coinvolte.

GIACOMELLI SMENTISCE INCONTRO PER OFFERTA TRUJILLO

Intanto il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, smentisce indiscrezioni di stampa di oggi, dicendo di non essere a conoscenza di nessun piano per l'ingresso nel capitale della società telefonica di Sol Trujillo, il contestato ex-AD del gruppo australiano Telstra.

Secondo alcune fonti vicine alla vicenda, a Palazzo Chigi sono arrivate diversi piani su Telecom, dopo l'annuncio a maggio-giugno dello scioglimento di Telco, ma il governo non ha dato nessuna risposta e ad oggi non dà loro molto credito.

Una di loro dice che l'ipotesi Trujillo era circolata a maggio, ma che ad oggi sembrava tramontata.

Bloomberg ha scritto che Trujillo sta raccogliendo 7,5 miliardi di euro per fare un'offerta su Telecom Italia, affermando che Giacomelli ha partecipato a un incontro sul progetto del finanziere statunitense.