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Uscire dall’euro, Berlusconi e Squinzi a confronto

L'Italia fuori dall'euro? "Non è una bestemmia", ha dichiarato ieri l'ex premier Silvio Berlusconi al Wall Street Journal. La ricetta per il cavaliere è semplice: uscire dall' Eurozona "così da poter pensare a procedere con una svalutazione competitiva". Un ritorno alla moneta nazionale, dunque, un gesto azzardato ma che per Berlusconi avrebbe anche i suoi vantaggi, come ad esempio svalutare la valuta e incrementare la domanda dei beni prodotti.

Un ritorno in campo ad hoc, con il quale l'ex premier afferma anche la sua poca volontà di continuare a sostere politicamente il governo Monti: lodevole la condotta del neo premier nel suo tentativo di raggiungere una maggiore integrazione dell’Eurozona ma, parlando dell'aumento delle tasse, lo defnisce  "esagerato". Criticando oltretutto l'operato del Governo tecnico, rimasto indietro con i tagli alle spese pubbliche, con le riforme del mercato del lavoro e con la riorganizzazione del sistema giudiziario. Il tentativo è, ancora una volta, quello di fare leva sulle tasche degli italiani, incurante del fatto di essere comunque stato l'ex capo del Governo di questo Paese. Poco importa, Berlusconi sa il suo obiettivo: "nel momento in cui smetteremo di supportare il Governo tecnico - sostiene -  ritroveremo moltissimi elettori".

Come di consueto, i commenti politici - e non solo -  non si sono fatti attendere. In primis, la risposta risoluta contro la ricetta di Berluconi arriva dal neo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: "L’euro va difeso fino in fondo e ci deve essere una determinazione, che attraversa tutta l’Europa, per sostenerlo". Anzi, la soluzione per riemergere dalla crisi per Squinzi è semplice, quasi ovvia: seguire la direzione degli altri Stati uniti d'Europa, con tutto quello che ne consegue, "coordinamento delle politiche fiscali, del welfare, investimenti strutturali e politica energetica, ma soprattutto, la creazione di una banca centrale europea con veri poteri di banca centrale”.

Contrario alla proposta di Mr B. anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini, trovandola "francamente incomprensibile"; è "un disastro per la gente normale" invece per il leader del PD Pier Luigi Bersani, ma un "affarone" per quelli che hanno portato gli euro all'estero. E non manca il consueto sostegno del segretario dell'UDC Pierferdinando Casini che vede un'eventuale uscita dell'Italia dalla moneta unica "un colpo mortale alla credibilità del Paese, che indebolisce grandemente qualsiasi potere negoziale''.

Crisi, Squinzi: o ci salviamo tutti o non si salva nessunoMilano (TMNews) - "O ci salviamo tutti o non si salva nessuno", è il pensiero del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi intervenuto a Milano a un convegno dei Cavalieri del lavoro su "crescita e debito pubblico". Il numero uno di viale dell'Astronomia ha auspicato un atteggiamento responsabile dei tedeschi nei confronti degli altri partner dell'Eurozona. "Devono fidarsi - ha spiegato - perché non possono far saltare l'Euro e l'Europa perché se questo succedesse non so a chi potrebbero vendere i loro