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ANALISI - Italia, discesa debito/Pil in 2017 a rischio per dubbi Eurostat

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padaon. Foto dell'8 gennaio 2018. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

di Luca Trogni e Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) - La dinamica del debito pubblico nel 2017 rischia di rivelarsi meno favorevole del previsto per i dubbi di Eurostat su come l'Italia ha registrato a bilancio i costi del salvataggio di Popolare Vicenza e Veneto banca.

Nello scenario peggiore, il rapporto debito/pil risulterebbe in rialzo rispetto all'anno precedente, vanificando l'inversione di tendenza promessa dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.

Il debito pubblico, secondo il Documento programmatico di bilancio (Dpb) del 20 ottobre, è visto in calo al 131,6% del Pil nell'anno da poco trascorso a fronte del 132% di fine 2016.

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La stima include i 5,4 miliardi con cui il Tesoro ha ricapitalizzato Banca Mps e i 4,8 miliardi di aiuti pubblici erogati a Intesa San Paolo, che ha acquisito le attività di Veneto Banca e Popolare Vicenza non poste in liquidazione.

Non è invece compresa la garanzia sul finanziamento (5,4 miliardi elevabili a 6,4) di Intesa al soggetto liquidatore dei due istituti.

"Eurostat ha in corso un procedimento, può stabilire che l'importo sia da consolidare nel debito pubblico perché il liquidatore agisce su incarico dello Stato", ricorda una fonte a conoscenza del dossier.

La decisione è attesa a marzo, quando in Italia si svolgeranno le elezioni.

Il problema è citato sia nei documenti ufficiali del governo che dell'Unione europea e chiarisce perché la Commissione europea stimi il debito italiano al 132,1% del Pil, in rialzo di 0,1 punti sul 2016, contro una stima italiana più bassa di mezzo punto.

Come ha notato l'Ufficio parlamentare di bilancio, in valore assoluto la previsione del debito di Bruxelles risulta superiore a quella italiana di 7,6 miliardi, 5,4 dei quali sono per l'appunto dovuti all'inclusione nel debito del prestito di Intesa.

La Commissione non considera neppure i circa 0,2 punti di Pil, quasi 3,5 miliardi, attesi dalle privatizzazioni.

Il governo avrebbe voluto centrare il target vendendo quote di Eni e Enav a Cassa depositi e prestiti (Cdp), controllata dal Tesoro ma fuori dal perimetro della pubblica amministrazioni. Ma le due operazioni sono saltate dopo che Eurostat ha messo in questione lo statuto di Cdp..

Né sono state effettute le ormai tradizionali vendite di immobili di fine anno alla Cdp, nonostante la Nota di aggiornamento del Def (NaDef) prevedesse cessioni di immobili pubblici per 850 milioni.

A contenere invece il debito è la scelta del Tesoro di assottigliare le disponibilità liquide al 31 dicembre. Nella NaDef via XX Settembre ha esplicitato l'intenzione di ridurre la liquidità dello 0,7% del Pil, circa 12 miliardi, rispetto a fine 2016. E a questo sono serviti i riacquisti anticipati di titoli di Stato per quasi 10 miliardi effettuati tra novembre e dicembre.

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