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Bancari italiani: le strategie e i rating degli analisti

Lascia o resta? Londra sempre più ago della bilancia in queste ore, con il nervosismo, previsto come anche prevedibile, che aleggia sui mercati e in particolar modo sui bancari.

La view sui bancari

Anello debole del settore, già di per sè in difficoltà in tutto il Vecchio Continente, è l’Italia dove, oltre alle incognite rappresentate dai problemi strutturali dei crediti deteriorati, delle sofferenze e, più in generale dei non performing loans, si aggiungono anche le trasformazioni dettate dalle novità in ambito legislativo sia per la gestione dei fallimenti e delle ricapitalizzazione che per la liquidazione dei NPL.

Per questo motivo gli analisti hanno deciso che sarà il caso di rivedere la costituzione del portafoglio proprio in occasione del referendum. Per Kepler Cheuvreux le possibilità di un divorzio restano ancora minime, non convenendo, di fatto,a Londra, tuffarsi in quella che è a tutti gli effetti un’incognita potenzialmente controproducente, a prescindere dai sondaggi che vogliono i separatisti in vantaggio. Restano perciò ancora a favore di un approccio risk-on guardando con favore a nomi come Ing, Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) , Société Générale mentre evitano Bnp Paribas (Londra: 0HB5.L - notizie) , Efg, Bankinter (Amsterdam: BI6.AS - notizie) .

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Brexit: chi vince e chi perde

Per Kepler Cheuvreux in uno scenario in cui il risultato del referendum sarà quello del remain, cioè la vittoria di coloro che preferiscono restare nell’Unione, ci potrebbe essere una conseguente rassicurazione per l’azionario europeo con effetto tranquillizzante sui mercati attualmente nervosi, a tutto vantaggio di grandi nomi sul credito, esposti all’euro come Intesa Sanpaolo, Société Générale Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) , Natixis (Londra: 0IHK.L - notizie) , Ing e Kbs. Guardando ai protagonisti italiani, nello specifico Intesa Sanpaolo si deve sottolineare, secondo Kepler, la sua vulnerabilità in caso di mercati agitati e volatili, cosa che sta caratterizzando il momento attuale e che potrebbe caratterizzare anche quello futuro in caso di Brexit anche in termini di commissioni bancarie.

Il fattore Italia

Tornando al fattore Italia da Kepler confermano come sia proprio la delicatezza del fronte interno ad essere un elemento determinante sull’andamento dei titoli, forse anche più dello stesso referendum inglese. Il primo esempio è quello di Intesa Sanpaolo, istituto che, secondo le loro analisi potrebbe riuscire a reggere sia in caso di divorzio da Londra, da cui è relativamente immune, che di permanenza all’interno dell’Unione, forte di un incasso di 0,9 miliardi di euro dalle varie cessioni.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso in cui il risultato sia un clamoroso leave (lasciare) allora il portafoglio dovrà essere rafforzato con asset non legati alla moneta unica, alle nazioni periferiche, più sensibili alla tempesta e verso istituti di credito non direttamente coinvolti. Secondo il report a rischio potrebbero essere, in ambito europeo, Bnp Paribas, Société Générale, Deutsche Bank, Santander, Banco Sabadell, Efgi, Erste e Rbi.

I ratings di Equita

Altre analisi, più focalizzate sui protagonisti interni, sono quelle che arrivano da Equita Sim e che vedono al centro dell’attenzione Banca popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) e il Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) con quest’ultimo al centro di una ricapitalizzazione da un miliardo addirittura inferiore a quanto finora perso sui mercati dall’istituto stesso, perdita che gli analisti stimano intorno al miliardo e quattrocento milioni di euro. Al di là dei particolari tecnici, da Equita si preferisce restare underweight sui titoli del credito ma in vista di una view positiva sui combined entity è invece possibile, nel caso di Banco Popolare sovrappesare le azioni di 50 bps. Alla base di questo, oltre alla possibilità di ottenere dal titolo “un'esposizione alla combined entity con uno sconto dell'8% rispetto ai concambi teorici” prevedono buone possibilità che il famoso matrimonio con Bpm (Other OTC: BPMI - notizie) arrivi a perfezionarsi. Per questo motivo su Banco Popolare il rating resta buy con un target price rivisto a 5,7 euro.

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