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Banche Italia, S&P: picco sofferenze banche previsto a metà 2016

MILANO (Reuters) - Lo stock dei crediti inesigibili che grava sulle banche italiane continuerà a crescere nella prima parte del 2016 per poi stabilizzarsi, ma una riduzione significativa è improbabile senza interventi esterni.

Lo ha affermato Mirko Sanna, associate director financial institutions di Standard & Poor's, nel corso della conferenza stampa per la presentazione dell'outlook 2016 dell'agenzia.

L'analista spiega che al momento la massa dei 'non performing asset' delle banche italiane si aggira sul 20% dei prestiti totali.

"Riteniamo che continuerà a crescere, sopra il 20%, stabilizzandosi a metà 2016" afferma Sanna. "Saranno però necessari interventi esterni, per facilitare il mercato dei non performing asset, per renderlo più attraente: solo questo potrà contribuire a una riduzione significativa dello stock".

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BAD BANK

S&P sottolinea il valore dei provvedimenti adottati in estate dal governo, che hanno introdotto tempi più rapidi per l'ammortamento delle perdite da svalutazione su crediti e per l'escussione delle garanzie. Ma, si sottolinea, occorrerà ancora pazientare per vedere gli effetti di tali misure.

"Sono un passo importante nel medio termine, ma non sufficiente nel breve per portare ad una riduzione significativa della mole dei crediti inesigibili" afferma Sanna.

Sull'ipotesi di una qualche forma di bad bank, su cui il governo tratta con la Commissione Ue, l'analista di S&P spiega che "la chiamiamo bad bank ma sarà probabilmente qualcosa di molto più soft, i vincoli normativi sono evidenti". Ma aggiunge: "qualunque cosa che permetta alle banche di far uscire dai propri bilanci questi crediti deteriorati, senza avere impatti significativi sul capitale e senza mettere a repentaglio la loro solidità, sarà positivo".

REDDITIVITÀ

Secondo l'analista nei prossimi due-tre anni la redditività delle banche italiane rimarrà "modesta" ma comincerà a risalire, grazie agli interventi sui costi e al calo "significativo" delle perdite su crediti, favorito dal miglioramento della congiuntura economica e degli ingenti accantonamenti già smaltiti negli anni scorsi.

S&P prevede che, per il settore, l'importo delle perdite annue sul totale dei crediti scenderà dal massimo del 2013 e 2014, circa il 2%, fino allo 0,7% nel 2017.

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