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Borsa Milano in netto calo trascinata da banche e industriali, sale Eni

L'edificio della Borsa di Milano nel centro di Milano

MILANO (Reuters) - Piazza Affari è in netto calo oggi, come le altre borse europee, dopo le parole poco accomodanti di un banchiere della Fed e le crescenti tensioni geopolitiche.

Appena positivo il tono dei futures Usa in attesa dei dati chiave sul mercato del lavoro di marzo in arrivo alle 14,30 italiane.

Intorno alle 12,15 il Ftse Mib perde l'1,6% e si porta sui minimi da tre settimane. L'indice è così impostato per archiviare il primo calo settimanale da 10 settimane. Ai livelli attuali, sarebbe la peggiore performance settimanale (-2,4%) dal 20 ottobre. I volumi sono pari a 1,25 miliardi di euro.

Tra i titoli in evidenza:

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Eni in primo piano con un rialzo dell'1,4%, in radicale controtendenza rispetto al resto del mercato. Il gruppo beneficia del nuovo rialzo del greggio - giunto sopra la soglia psicologica dei 90 dollari a barile - sull'onda dei timori di una escalation in Medio Oriente. Banca Akros, che copre il titolo con 'buy', sottolinea che i target della società si basano su un prezzo del petrolio di 80 dollari al barile. Il gruppo ha detto ieri che presenterà all'assemblea di aprile il piano di buyback già annunciato a metà marzo.

Meno brillanti ma sopra la media di mercato gruppi dell'energia come Saras e le utility.

Soffrono invece i titoli ciclici a partire dalle banche. Intesa Sanpaolo perde più del 3%, seguita a poca distanza da Mps, Banco Bpm e Unicredit.

Giù anche il settore auto con Stellantis intorno a -1,5% dopo dati sulle immatricolazioni nel primo trimestre negli Usa che Akros giudica deludenti. Secondo la Fim-Cisl, nel primo trimestre la produzione di autoveicoli e furgoni commerciali negli stabilimenti del gruppo in Italia è scesa del 9,8%.

Tim cede l'1,7%, in linea con il settore europeo. Stamani ha annunciato un finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro in vista del closing dell'operazione di cessione di NetCo.

Tra i titoli più piccoli, Greenthesis sale del 126% a 2,15 euro dopo un'operazione che porterà a un'Opa obbligatoria finalizzata al delisting a 2,3 euro per azione. Il titolo aveva chiuso ieri a 0,948 euro.

(Claudia Cristoferi, editing Sabina Suzzi)