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Borse in frenata: il focus è sulla Yellen. Cosa aspettarsi?

Il semaforo scatta nuovamente sul rosso per le Borse europee che dopo gli spunti positivi delle ultime ore, quest'oggi hanno avviato gli scambi in calo e già dopo la prima ora di contrattazioni hanno visto il loro bilancio appesantirsi. Il Dax30 arretra dell'1,35%, seguito a poca distanza dal Ftse100 e dal Caxc40 che scendono rispettivamente dell'1,26% e dell'1,2%.

Piazza Affari si difende meglio delle altre Borse Ue

Segno meno anche a Piazza Affari che però riesce a difendersi un po' meglio rispetto agli altri mercati, con l'indice Ftse Mib in flessione dello 0,8% in area 16.750 punti.
A frenare il nostro listino sono le vendite che interessano diversi titoli del settore bancario come Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) che arretra del 3% dopo il poderoso rally delle ultime due sedute. Tra i più penalizzati troviamo anche Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) e Banca Popolare dell'Emilia Romagna che scendono del 2,57% e dell'1,77%, mentre tra gli assicurativi finisce nel mirino dei ribassisti Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) con un rosso del 2,66% penalizzato dai timori che le richieste di risarcimento per il terremoto che ha colpito il centro Italia possano rivelarsi elevate.

Delude l'indice IFO, si guarda ora ai dati Usa

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Il sentiment degli investitori è anche appesantito dalla deludente indicazioni arrivata dall'indice IFO che in Germania ad agosto si è attestato a 106,2 punti, in calo rispetto ai 108,3 punti della lettura precedente e al di sotto delle previsioni degli analisti che stimavano un rialzo a 108,5 punti.

L'attenzione si sposta ora sui dati macro che saranno diffusi in America nel primo pomeriggio, quando si conosceranno le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero salire da 262mila a 265mila unità, mentre gli ordini di beni durevoli a luglio dovrebbero mostrare una variazione positiva del 2,9%, in deciso recupero rispetto al calo del 3,9%, e al netto della componente trasporti le stime indicano un rialzo dello 0,2% dal ribasso dello 0,4% precedente.

Al via il simposio di Jackson Hole: domani il discorso della Yellen

Il focus però è rivolto al simposio di Jackson Hole che prende il via oggi e che vedrà impegnata domani la presidente della Fed, Janet Yellen, in un discorso che si spera possa chiarire le intenzioni del Board da lei guidato in merito alla prossima stretta monetaria.

Gli ultimi aggiornamenti macro sono stati misti e questo di fatto complica le scelte della Banca Centrale americana, in seno alla quale ci sono già non poche divisioni come emerso dalla lettura dei verbali dell'ultima riunione di politica monetaria.
Tra gli investitori prevale non poca cautela vista la grande incertezza su come si comporterà domani la Yellen. Non a caso alcuni operatori credono che il numero uno della Fed possa fornire indicazioni sulle prossime mosse in materia di politica monetaria, mentre altri prevedono un discorso senza particolari spunti.

Le attese sul prossimo rialzo dei tassi di interesse Usa

Vincenzo Longo, strategist di IG (Francoforte: A0EARV - notizie) , ritiene che il dubbio sul rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed non sarà sciolto domani in occasione dell'intervento della Yellen.
L'esperto si aspetta toni attendisti da parte dei vari membri, con una prevalenza a tenere il mercato pronto per un ritocco entro la fine dell'anno. L'impressione è che la Ged voglia lasciare la porta aperta a qualsiasi manovra, evitando che il mercato si culli troppo, visto che ciò potrebbe portare a violente ripercussioni nel caso di un'azione.

L'asticella per un nuovo ritocco all'insù del costo del denaro è spostata a dicembre, con una probabilità di intervento superiore al 50%, da confrontare con li 21% attribuito ad una mossa già a settembre.
Visto l'appuntamento con le elezioni presidenziali, non si prevede una stretta monetaria nè in occasione della riunione della Fed a settembre nè in quella in programma a inizio novembre. Sembra invece più appropriato il meeting di dicembre, che peraltro cade ad un anno di distanza dal primo rialzo dei tassi di interesse dal 2006.

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