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Brexit e Articolo 50: il dado è tratto

Mark Whitehead, Head of Equity Income Martin Currie (Gruppo Legg Mason), spiega che la decisione della Gran Bretagna di avviare le procedure previste dall’articolo 50 ufficializza il divorzio dall’Unione Europea e autorizza l’inizio dei negoziati nel più breve tempo possibile. Che cosa significa questo per le imprese britanniche e quali rischi – o quali opportunità – possono nascere dalla Brexit?

Quello che sappiamo finora

Com’era prevedibile, la sterlina è stato il barometro principale sin dal referendum: la debolezza della valuta ha cominciato a impattare l’inflazione e a sollevare timori per le conseguenze sui salari netti - spiega Mark Whitehead -. Le vendite al dettaglio hanno registrato buoni risultati nel complesso, ma il periodo di riferimento è secondo noi troppo breve per poter trarre conclusioni.

L’impatto sul mercato azionario

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Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) mercato azionario, i settori dei beni discrezionali, dell’immobiliare (costruzioni edili) e dei servizi di pubblica utilità sono stati particolarmente sensibili, ed è probabile che rimangano tali - spiega Mark Whitehead -. I primi due sono particolarmente vulnerabili a qualsiasi ulteriore contrazione sui redditi reali, mentre i margini dei servizi di pubblica utilità hanno risentito di un conto in sterline più salato sulle importazioni dell’energia. I timori di un esodo delle società internazionali, che sarebbero intenzionate a trasferire le proprie sedi centrali, sono forse eccessivi, ma è ingenuo pensare che le condizioni attuali non subiranno alcuna variazione.

Un esempio specifico è il recente avvertimento, arrivato dai piani alti dell’UE, secondo cui le compagnie aeree britanniche dovranno spostare la loro sede centrale se vogliono mantenere le rotte all’interno del continente europeo.

Dall’altra parte, gli esportatori hanno beneficiato molto della debolezza della sterlina, ma potrebbe essere un vantaggio effimero se i negoziati si dovessero concludere con l’adozione di una linea dura (tra cui un ritorno dei dazi doganali) – ironicamente, una situazione che il mercato valutario sta già scontando.

Che cosa aspettarsi?

La probabilità di una linea dura dei negoziati – ovvero l’uscita dal mercato comune europeo e l’unione doganale – sembra aumentare e i toni adottati finora suggeriscono che i politici stiano preparando i cittadini a uno scenario del genere - spiega Mark Whitehead -. L’esatto costo in termini monetari di tale separazione, per il governo di Londra, non è ancora chiaro – anche se i media hanno anticipato delle prime stime – e cresce il rischio che questo tema richieda molti sforzi in futuro, a spese di discussioni più importanti e complesse come quelle inerenti alle relazioni commerciali.

Per quanto riguarda l’agenda politica, non c’è alcun dubbio che i negoziati su Brexit distoglieranno l’attenzione dalle problematiche interne, nei due anni in cui questi si svolgeranno. Tra questi emergono gli ambiziosi piani di sviluppo industriale del primo ministro Theresa May, di cui uno dei pilastri è il rilancio degli investimenti infrastrutturali in settori come i trasporti, la banda larga e l’energia.

In breve, l’articolo 50 segna l’inizio di un processo di negoziazioni probabilmente movimentato e ci aspettiamo diversi periodi di volatilità, via via che i mercati inizieranno a comprendere gli impatti sulle imprese. Cercheremo di sfruttare le anomalie di mercato che potrebbero nascere durante questa fase.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online