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Brexit, senza accordo Londra non pagherà. Cosa rischiano gli italiani in UK

Chi potrà dimostrare di aver vissuto per cinque anni nel Regno Unito acquisterà lo status di “stabilito” e avrà diritto a rimanere indefinitamente (Getty)
Chi potrà dimostrare di aver vissuto per cinque anni nel Regno Unito acquisterà lo status di “stabilito” e avrà diritto a rimanere indefinitamente (Getty)

Senza accordo niente soldi. Il negoziato sulla Brexit è appeso ad un filo e se questo filo si rompe, rischia di arrivare il caos. Se la Gran Bretagna non trovasse un accordo con l’Ue per lasciare l’Europa, cosa ne sarà dei tanti italiani, migliaia, che vivono in UK? La domanda preoccupa i nostri connazionali che vivono a Londra.

Le preoccupazioni

Il governo britannico ha confermato che senza un accordo, potrebbe anche non pagare i 40-45 miliardi all’Ue, come cifra concordata per il divorzio. Nessun pagamento, però, significa anche nessun accordo per i cittadini europei che vivono ormai da anni nel Regno Unito, italiani compresi.

Le tappe

Fra novembre e dicembre di quest’anno il Parlamento britannico dovrà esprimersi sul Brexit Bill. Il 29 marzo 2019 si concluderà la fase della ratifica dell’uscita dell’Ue, votata con il referendum nel giugno del 2016, e inizierà la transizione con la sostituzione degli accordi con i nuovi sistemi doganali. A gennaio 2021 dovrebbe entrare in vigore il nuovo accordo.

Lo stato di “stabilito”

La delegazione britannica che ha partecipato all’incontro organizzato dall’ambasciata italiana a Londra, ieri sera, ha spiegato che “chi potrà dimostrare di aver vissuto per cinque anni nel Regno Unito acquisterà lo status di “stabilito” e avrà diritto a rimanere indefinitamente”. Anche chi arriverà da qui a giugno 2021 potrà fare domanda e si vedrà garantito lo status al compimento dei cinque anni di residenza.

I dubbi

Ieri in ambasciata molti italiani però si sono lamentati, sfogando i loro timori. Cosa succederà se non ci si registra in tempo? Cosa dovranno fare i figli degli italiani nati in Gran Bretagna? Sarà garantito l’accesso alla sanità in Europa, oppure le regole comunitarie non saranno più valide? Le domande sono tante e le risposte pochissime. “Nulla è concordato finché tutto non è concordato”, ha commentato l’ambasciatore Raffaele Trombetta.

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